Vita da metastatica

Vita da metastatica

  • di Redazione
  • 14 Agosto 2018
  • Rita, poesie e non solo

Ritorna l’appuntamento con la rubrica del martedì, la nostra amica Rita Meleddu ci regala un altro racconto 


Mentre Vasco Rossi fieramente cantava :" Voglio una vita spericolata", e poi chissà se la voleva davvero, io non volevo una vita da metastatica che invece purtroppo mi è toccata in sorte come a tantissime donne colpite dal tumore al seno. Cosa sono precisamente le metastasi? Le metastasi sono cellule maligne che lasciano il tumore originario e si diffondono in altri organi per dare così vita a nuovi tumori anche a distanza. Sono anche in grado di dare origine a sostanze e a cambiamenti nella propria struttura che le rendono più adatte al movimento. Le metastasi, nella maggior parte dei casi, sono tipiche delle fasi più avanzate della progressione della malattia o del tumore che inizialmente è localizzato, cioè limitato all' organo nel quale si è formato e solo in seguito cresce e colonizza altri organi. Il tumore metastatico è lo stadio più evoluto del tumore al seno che in Italia colpisce circa 30000 donne. E circa 12000 muoiono ogni anno. Un esercito di persone che lascia questa terra dopo dolori e sofferenze e che devono pure stare zitte, perché è più facile e popolare far credere che il 90% e oltre delle donne colpite di tumore al seno guarisca. Il tumore al seno, quando metastatizza, colpisce di preferenza certi organi che sono il fegato, i polmoni, il cervello e le ossa. Si può ben capire che sono tutti organi vitali. Nel mio caso oltre ossa e varie (perché farei prima a dire dove non ce l' ho piuttosto che dove ce l' ho) ha colpito i reni e il peritoneo dando vita a una serie di problemi gravi.

Quali sono i problemi delle donne metastatiche, com' è la loro qualità di vita e quali cure seguono? Fortunatamente, rispetto anche solo a vent’anni fa, la qualità di vita è cambiata notevolmente. Ci sono decisamente più tipi di cura, dalle chemio ( io ne ho fatto finora dieci tipi) alle terapie ormonali (vengono prescritte quando il tumore è ormonoresponsivo), alle immunoterapie e farmaci biologici che mirano e bersagliano solo le cellule tumorali, lasciando integre quelle sane. In certi casi la malattia cronicizza e si può vivere a lungo nella condizione di metastatica, in altri, purtroppo la maggioranza, il tumore si abitua ai farmaci, se ne fa un baffo per intenderci, e delle volte piano, delle volte molto repentinamente, porta al decesso della paziente. Non è bello scrivere questo, ma è la verità nuda e cruda. Nel mio caso, cerco di fare una vita normale ma poiché non amo nascondermi dietro un dito e non metto il prosciutto sugli occhi, vedo bene il progredire continuo e cattivo della malattia. In un anno ho cambiato tre diverse chemio, ottengo un certo risultato all' inizio poi, come già detto, il tumore non solo si abitua, ma resiste e anzi si rinforza e riesce a riprodursi mandando i suoi messaggeri (le metastasi) a occupare molte parti di me. Sono pienamente consapevole, come tutte le metastatiche che non si illudono, che per me non ci può essere guarigione, non ora perlomeno, che la malattia ha raggiunto un livello di non ritorno, so che le mie cure mi aiutano, ci  credo fermamente ma so benissimo che è solo una questione di tempo. Poco o molto non lo so ma come ho detto in altra occasione sento il mio tempo in scadenza. La vita da metastatica è piena di mille ostacoli giornalieri, il fisico, anche quello più forte com' era il mio, comincia a cedere, giorno dopo giorno, attimo dopo attimo. Per capirci peggioro continuamente. E non mi aspetto più nulla di buono. Continuo a curarmi in ogni senso perché è giusto nei miei confronti e in quelli di chi mi vuole bene, altrimenti potrei tranquillamente mettermi in attesa della fine. Perché la fine arriverà, e come dice la mia cara amica Enza, per noi ci sarà sempre una cura, ma sarà il nostro stesso corpo a dire basta. Il corpo alla fine è così provato e devastato che vorrà solo riposare e non per un' ora o due, ma per sempre. Non voglio diventare l'ombra di me stessa, non voglio certo morire altrimenti non sarei battagliera come sono e sono stata per tanti anni, ma voglio una vita degna di questo nome e non ridurmi a una larva umana, perché è questo che può succedere. Il racconto può sembrare pessimista ma in realtà è solo vero e spero tanto che lo leggano le mie amiche metastatiche e dicano sinceramente cosa ne pensano. Noi metastatiche siamo viste male dalle stesse malate con una prima diagnosi. Portiamo sfiga perché dobbiamo tacere e non dire che ancora di cancro si muore. C'è da capirle, vivono un'esperienza che, seppur traumatica e di sofferenza, non può essere neanche lontanamente paragonabile alla vita di una metastatica.  Già è diversa tra chi ha una o due metastasi e chi, come me, ne è piena, immaginiamo tra metastatica e chi ha un cancro primario. Le divide un abisso. Invito naturalmente chi affronta la malattia in ogni sua forma, a curarsi con fiducia come ho sempre fatto e faccio io. Credo che dal cancro non si guarisca mai ma si può essere libere da malattia per tutta la vita e morire poi di tutt' altro, credo anche che un atteggiamento giusto e positivo aiuti nella malattia, ma certo non posso credere che l' essere positivi infinocchi il cancro che io vedo come un essere dotato di grande intelligenza e che volge ogni cosa a suo favore. Sbagliata, secondo me e per il mio modesto parere, è la teoria dell' affamare il tumore con il proprio cibo. Io ormai posso mangiare pochissimo, perdo peso a vista d' occhio eppure il mio tumore continua a crescere. Ci deve essere qualcosa che non torna.