Il mio cuoricino gioca a nascondino

Il mio cuoricino gioca a nascondino

  • di Redazione
  • 12 Giugno 2018
  • Rita, poesie e non solo

Ritorna l’appuntamento del martedì con la rubrica curata dalla nostra magica Rita Meleddu

Ci sono dei casi in cui il protocollo vista, la somministrazione di alcuni tipi di farmaci antitumorali impone controlli periodici, nel mio caso trimestrali, della funzionalità cardiaca. Uno di questi casi è l'assunzione del Trastuzumab meglio noto col nome commerciale di Herceptin. Cos'è l'Herceptin e a cosa serve?
L'Herceptin è un anticorpo monoclonale ossia una sostanza sintetica prodotta in laboratorio, che trova impiego in alcuni tipi di tumori mammari. Non tutti i tumori mammari infatti sono uguali. Per poter assumere l'Herceptin il tumore deve avere determinate caratteristiche.

L'anticorpo monoclonale agisce riconoscendo e distruggendo alcuni tipi  di cellule tumorali,  impedendo loro di crescere e riprodursi e limitando al minimo il rischio per le cellule sane. L'Herceptin fino a pochi anni fa veniva somministrato per infusione in vena, il tempo d'impiego era di circa 20/30 minuti. Questo comportava talvolta di dover trascorrere intere mattinate in ospedale in attesa della terapia (sono tantissime infatti le pazienti che hanno il tumore che risponde all'Herceptin). Ora invece viene somministrato attraverso una puntura sottocute che, si capisce benissimo, rende molto più snello e veloce il percorso di cura. Un paio di minuti e la paziente che si reca in ospedale solo per praticare il Trastuzumab se ne può tornare a casa. Il periodo di cura con l'Herceptin è generalmente di 18 mesi. Questo accade nelle pazienti che hanno un cancro primario, risolto in genere con le cure classiche, chirurgia, chemio e radio o anche solo una di queste opzioni. Nel caso di cancro metastatico si somministra il farmaco per tutto il tempo di cura. Io faccio l'Herceptin da 9 anni. Ho grande confidenza con lui. Lo chiamo Herc e lo considero il mio principale alleato. Tante chemio e terapie ormonali e altri tipi di cura si sono susseguiti nel corso degli anni, Herc, tranne un breve periodo di interruzione è stato sempre al mio fianco anzi per essere precisi, è stato sempre al mio braccio prima e alla coscia poi.

L'Herceptin può essere associato alle chemio o adoperato come cura di mantenimento da solo. È in genere ben tollerato ma come tutti i farmaci può avere degli effetti collaterali. Il Trastuzumab infatti può ridurre la capacità dell'organismo di combattere le infezioni, abbassare il numero di piastrine e provocare gravi danni polmonari e cardiaci.  Ecco il perché dei controlli periodici al cuore. Altri effetti collaterali possono essere dolori ossei, nausea, brividi, febbre, stanchezza ecc. 
A me interessano gli effetti collaterali principali, il cuore nella fattispecie visto che ormai per me fare questi controlli è sempre più complicato per via della lesione toracica che impedisce molto e non poco lo svolgimento dell'esame. Finora per fortuna in un modo o nell'altro si è riusciti a farlo. Spiego brevemente in cosa consistono questi esami facili e veloci per la maggior parte delle persone,ma non per me. 
Alcuni cardiologi e infermiere conoscono già la mia situazione, altri no e quindi ogni volta devo spiegare e anche cercare di dissuaderli dall'idea di non voler praticare l'esame. È fondamentale per me passare l'esame appunto, posso fare ormai solo le chemio, se mi precludono anche queste addio!! 

Capisco anche medici e infermiere, non è per nulla facile cercare di posizionare elettrodi su una cute non integra ma con un po' di impegno e ingegno ancora si riesce. Questa volta (pochi giorni fa) l'esame è iniziato con l'eco al cuore. La cardiologa non mi aveva visto altre volte quindi non appena ho scoperto il torace e ha visto le garze che coprono la mia lesione peraltro molto grande, deve aver pensato: "E mo' che faccio?"
Poi invece ha cercato subito di venirmi in aiuto e posizionando la sonda un po' sul fianco, un po' sotto lo sterno è riuscita a vedere qualcosa. Poca roba; ormai lo sappiamo, il mio cuore gioca a nascondino, cicatrici,  ossia esiti di cure e il tumore stesso impediscono di scrutare affondo. Ma la dottoressa insistendo, posizionando la sonda un po' qua e un po' là,  basandosi su parametri e sulle eco precedenti ha dato l'ok per il proseguo delle cure. Devo dire che in cardiologia sono tutti molto gentili e molto premurosi. Cercano di venirmi incontro in ogni modo. Escogitano di tutto pur di riuscire a fare gli esami. Ripeto che per me è fondamentale e vitale oserei dire fare questi esami specifici. Dopo l'eco è stata la volta della visita e dell'elettrocardiogramma.  

Anche qui una cardiologa nuova, giovane ma mi è parsa subito molto preparata.  Era affiancata da una specializzanda (credo) che mi ha visitato con estrema cura. Anche qui dopo lo stupore iniziale (vedere tutte quelle garze provoca sempre un po' di sgomento) si è proceduto a fare l'elettrocardiogramma e con alcuni accorgimenti alla fine si è riusciti nell'intento. Con queste dottoresse ho fatto una lunga chiacchierata (non ci si crede), erano stupite della mia vivacità nonostante la mia situazione non proprio florida e del mio ininterrotto, lungo e variegato percorso di cura, abbiamo parlato (io soprattutto) del più e del meno, poi anche quest'ultima gentilissima e solare dottoressa ha dato il suo ok, così ho vinto altri tre mesi di chemio fino a nuova revisione. E cosa più importante, il cuoricino che gioca a nascondino, funziona bene e tiene su tutta la baracca.