Chemio, se la conosci non la eviti: parte 2

Chemio, se la conosci non la eviti: parte 2

  • di Redazione
  • 25 Luglio 2017
  • Rita, poesie e non solo

Secondo appuntamento con il racconto a puntate di Rita Meleddu

Vi proponiamo la seconda parte del racconto a puntate "Chemio, se la conosci non la eviti" della nostra magica Rita Meleddu

Dopo la rossa sono passata a Taxotere, limpida, pura, trasparente, sembrava così innocente, mi ha quasi ucciso! Febbre alta, dolore alle ossa, unghie molli… Lingua blu! Pensavo che la Blue Tongue fosse prerogativa della pecore e invece la mia dottoressa mi invitava solerte ad assumere la notte precedente la chemio, due compresse da 25 mg, l’una di cortisone, Deltacortene nella fattispecie. E si premurava di ricordarmelo. Famo a capisse! Se devo morire voglio morire di tumore e non per un’ infusione di chemio. Quando prendevo il cortisone avevo la forza dell’incredibile Hulk. Finito l’effetto, flop. Tornavo a casa come uno zombie, semisvenuta, con la testa confusa, un gran sonno, brutto, non riposante. Se per stare bene devo stare male… Al secondo ciclo di chemio per innalzare il livello dei globuli bianchi ho dovuto ricorrere al Neulasta. Non avendo mai fatto punture sottocutanee, ho voluto che facesse le prime il mio medico di famiglia. Ha cominciato a rigirare questa siringa prerempieta fra le mani. Io sapendo dell’altissimo costo del farmaco, per paura che gli cadesse, ero praticamente appiccicata a lui: lo seguivo con le mani a coppa per paura che potesse cadere e rompersi. In tal caso per ricomprarla sarei dovuta uscire a fare una colletta.

Un’ora prima e un’ora dopo la somministrazione del farmaco dovevo assumere una compressa di tachipirina, per gli eventuali leggeri dolori alle ossa come diceva la dottoressa. Cosa’ha detto? Eventuali, leggeri? Lo ripeta se ha coraggio! La prima volta il dolore arrivò persino alle mascelle che erano praticamente bloccate. Sul mio corpo era come se fosse passato un treno o come quando una persona (stupida), che non fa attività fisica da almeno mezzo secolo, improvvisamente si mette a fare di tutto e di più. Minimo il giorno dopo non si potrà alzare dal letto. Quando facevo il Neulasta era come se avessi fatti una gara di triathlon, 10 km di corsa, 50 km di bicicletta, 20 km a nuoto, e vabbè non esageriamo! Poichè tutte queste terapie alterano il sapore dei cibi, io desideravo mangiare salato e le croste del formaggio. Di tutti i tipi, ne mangiavo così tanto che avrebbero potuto chiamarmi "Bobby" , appellativo riservato ai cani, che si sa, non guardano tanto il sottile. L’acqua aveva un sapore orribile, come di metallo. Dico questo perchè da piccola, con una cretinaggine fuori dalla grazia di Dio, alcune volte mettevo in bocca una moneta da 100 lire. Quale fosse lo scopo non è dato sapere e non so nemmeno come non mi sia mai soffocata. non infierite, ho già detto io che sono tonta!

Continua...

Appuntamento a martedì prossimo per la parte conclusiva