Proiezione

Proiezione

  • di Redazione
  • 17 Maggio 2021
  • Luce della stessa luce!

L'amica Irene Spiga riflette sull'insegnamento lasciato dalla malattia e dai comportamenti e segnali che arrivano dal nostro corpo

Proiettiamo all'esterno di noi stessi ciò che non abbiamo compreso. Questo ci occorre per comprendere ed imparare così da evolvere e passare ad un'altra esperienza, un'altra comprensione. Roba tosta, ci avevate mai pensato? Quando mi fu comunicata la diagnosi di tumore, tutto questo mi era noto, ma non avevo la pallida idea di ciò che avrei dovuto imparare. Cosa c'era di così disarmonico in me da spingere il mio inconscio a creare una malattia tanto cruenta che mi permettesse di imparare?

Pazzesco! Pur non chiedendo mai il perchè a me, per un intero giorno rimasi attonita. Quando poi mi prospettarono la chemioterapia mi venne spontaneo pensare a non far nulla. Poi i dubbi ti assalgono, si sa che è l'ignoranza, il non sapere, il dubbio a far soffrire più di ogni altra cosa. Mi proiettai allora sulla risoluzione e su ogni goccia infusa in me riponendo la giusta fiducia in una guarigione totale. Illusione pura, direte voi.

Unica possibilità di guarigione, dissi io alla parte più testarda e potente della mia mente. Vediamo all'esterno di noi tutti i dubbi, come quando sbattiamo e il corpo ci fa notare i lividi, il fuori di ciò che dentro ci ha fatto male. Così dovevo agire, vedere tutto il male che avevo dentro e che il corpo aveva fatto venir fuori, lì, visibile e tattile.

Uffa... un lavoraccio, credetemi, ancora ci lavoro, anche se non ci ragiono più. Ho capito che una delle cose che devo apprendere è proprio il lasciar andare, par fluire senza resistenze. Uso tutta la luce che possiedo, mi impegno con gli strumenti che arrivano a me di volta in volta quasi magicamente. E sono ancora qui, in questa magnifica giostrina di nome vita che, se glielo permetto, mi fa divertire ancora a qualsiasi età.