Be patient

  • di Redazione
  • 8 Marzo 2019
  • La collana di perle di Giulia

Ritorna il consueto e imperdibile appuntamento del venerdì con la rubrica "La Collana di Perle di Giulia" curata da Giulia Muntoni

C'è un motivo se si dice che la pazienza è la virtù dei forti. Un paziente, oncologico o meno, sa di doverne avere almeno il doppio del normale. L'indizio è ironicamente nel nome, ma purtroppo per avere pazienza ci vuole ben altro che ricevere una diagnosi. Anzi, la diagnosi esplode improvvisa come una bomba e porta via con se' milioni di frammenti della vita come la si conosceva fino a quel momento. Non si tratta soltanto delle attese, spesso infinite, sempre estenuanti. Ne' solo della lotta costante per evitare di essere trattati come dei numeri e persi dentro un'asettica burocrazia. È la volontà stessa di una persona che viene spinta, ad ogni occasione, verso il baratro che attende coloro che esitano, e testata, per capire se e quando possa vacillare e spezzarsi. Sono l'esasperazione per gli infiniti esami e i colloqui coi medici e gli interventi chirurgici, le anestesie e le convalescenze che, minando la nostra sopportazione, minano di fatto, nel profondo, la benevolenza stessa nei confronti della vita.  Nessuno ci aveva avvisato del livello di intimità che avremmo raggiunto col dolore ne' di quanto familiare sarebbe diventata la paura, o sicure le mura di un ospedale,  quasi come una seconda casa. Eppure, da tutto questo, contro ogni previsione, si riemerge. E la pazienza, che sembrava ormai un concetto impossibile e obsoleto, diventa quasi una seconda pelle, a volte compromessa ma comunque impossibile da abbandonare. E questo avviene non perché ci si trasformi in super eroi. Siamo forti, indubbiamente, quanto e più di un super eroe. Ma anche splendidamente umani, e adattabili e pieni di risorse e cuore. Il viaggio nel mondo della malattia è quanto di più sconvolgente e inaspettato si possa vivere. Ma, se affrontato con onestà e coraggio, apre incantevoli finestre su tutto quello che ci rende umani.