La ferita può diventare una feritoia

La ferita può diventare una feritoia

  • di Redazione
  • 7 Maggio 2018
  • Sardegna

Crescita post-traumatica in pazienti oncologici

La comunicazione della diagnosi di malattia oncologica rappresenta un evento traumatico doloroso, ed è vissuta come una specie di aggressione inaspettata: "un pugno dritto allo stomaco" che espone il malato a una nuova realtà che non può controllare o modificare e che mette in crisi gli equilibri psichici, gli adattamenti sociali consolidati e i sistemi di valori del paziente e dei suoi familiari. L’individuo si trova immerso in una nuova condizione esistenziale, inizia per il paziente una nuova fase di adattamento alla malattia, che richiede lo sviluppo di un nuovo assetto mentale per far fronte alla nuova realtà nella quale dovrà fronteggiare profondi sentimenti di ansia e di angoscia per l’incertezza del futuro.

La sua intensità morbosa dipende molto dalla personalità del soggetto, dall’età, dalle condizioni fisiche, dalle esperienze fatte nell’ambiente in cui vive, dal tipo di tumore diagnosticato e dal valore simbolico dell’organo colpito. Per un periodo, difficile definirlo precisamente, la malattia occupa per il malato ogni spazio della propria esistenza, come se la vita stessa dipendesse dal tumore, conducendolo in una sospensione momentanea: del tempo e dello spazio. Molti lo chiamano il male del secolo, altri hanno addirittura paura di nominarlo: "un brutto male". Ci si ritrova in una specie di limbo, sospesi che trascina e porta via con sé ogni sogno, ogni aspettativa, ogni progetto. Lunghissime ed estenuanti sono le terapie da affrontare, i controlli periodici, l'attesa, la speranza di sentirsi definire "guarito" e il coraggio di crederci.

Accade in seguito, tuttavia, in un tempo apparentemente perduto, che la persona possa ritrovare se stessa: c’è la possibilità che l’evento traumatico possa essere trasformato, grazie alla ricerca di senso che esso inevitabilmente attiva, in un processo di crescita personale, relazionale e spirituale. L’individuo riesce a intravedersi forte, spesso ancora più forte delle persone che ha intorno, inizia a rinascere e ad avere fiducia nel futuro. Si tratta di un processo che prevede non un ritorno alla vita prima del trauma ma un’esperienza di profonda trasformazione. Vi è la possibilità che l’esperienza traumatica sia un’occasione per un cambiamento psicologico positivo. È possibile quindi che la propria ferita diventi una feritoia attraverso cui guardare la propria esistenza più arricchita e trasformata? La risposta può essere positiva se la persona cessa di resistere e lottare contro la propria malattia e contro ciò che si è diventati a seguito di essa. In questi casi un percorso di sostegno psicologico, mira ad aiutare le persone a comprendere il significato personale della malattia, accogliere i sentimenti ad essa associati senza perdere la speranza di vivere nel qui ed ora, e ad accettare i mutamenti concreti ed esistenziali dati dalla condizione di malattia. Solo accettando tali mutamenti, la malattia può diventare un’occasione per ascoltare di più se stessi e i propri bisogni, per vivere cercando maggiori esperienze piacevoli, allentando inutili forme di controllo e per acquisire una visione più realistica di ciò che si è diventati: un esperienza di profonda trasformazione, possibile solo attraverso un percorso di riflessione su di sé e di accettazione del proprio destino.

L’obiettivo della mia ricerca è proprio questo: studiare e analizzare i processi che permettono alle persone non solo di "resistere", ma anche di svilupparsi e perseguire livelli di funzionamento psicologico superiori, rispetto alla condizione precedente alla diagnosi oncologica. Attraverso il seguente questionario, si va a indagare con i diversi test, le diverse componenti individuali, sociali e cognitive che favoriscono l’evolversi della crescita post traumatica. E’ un test anonimo, molto semplice da compilare, direttamente online tramite il seguente link, le informazioni raccolte saranno utilizzate esclusivamente per il progetto, non verranno in alcun modo divulgate e né utilizzate per fini diversi.

https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdoXE0N1QEksaP_Tsq1dVZinCi6zok2H0wGPvSpmRx8d3F7lw/viewform?usp=sf_link

Dott. ssa Sette Anna Maria