Tumore al seno, aumentano le diagnosi in giovane età

Tumore al seno, aumentano le diagnosi in giovane età

  • di Redazione
  • 12 Marzo 2024
  • Italia ed estero

Un’ecografia al seno non è mai di troppo, anche in giovane età. Tant’è che oggi molti professionisti consigliano di effettuarla almeno dai 30 anni e se fatta anche prima, tanto meglio. Già perchè la percezione attuale è che si sia abbassata l’età delle donne che si ammalano di tumore al seno. Sembrerebbe infatti che sotto i 50 anni, se ne ammalino molte di più rispetto a 10 anni fa.  Sembrerebbe dimostrarlo uno studio condotto negli Usa e pubblicato  nel mese di febbraio su Jama Network Open. Gli epidemiologi della University School of Medicine di St. Louis (Missouri) si posti la seguente domanda:

Qual è stato il trend dell'incidenza del tumore al seno nelle donne tra i 20 e i 49 anni negli ultimi 20 anni?

Come riporta www.larepubblica.it: "sono stati utilizzati 17 registri del Surveillance, Epidemiology, and End Results Program (SEER), che coprono all’incirca il 27% della popolazione Usa, ovvero oltre 217mila donne, tra i 20 e 49 anni, in un periodo che va dal 2000 al 2019. 
Prima di tutto i dati evidenziano che l’incidenza è aumentata in modo costante e lieve fino al 2016, per poi salire in modo più marcato negli ultimi tre anni: il tasso è stato di +0,24% l’anno tra il 2000 e il 2016 e di +3,76% l’anno dal 2016 al 2019.
"

Questo aumento, però, non si osserva in tutti i casi. Stratificando in base agli stadi di malattia, lo si vede solo per quelli molto precoci o molto avanzati. Come riporta www.larepubblica.it si registra un aumento: "del 3,45% l’anno per i tumori in stadio I e del 3,39% per quelli in stadio stadio IV (metastatico), mentre è diminuito del 3,42% e del 3,06% per gli stadi II e III, rispettivamente." 

"Questa informazione è molto interessante e ci permette di fare delle ipotesi sulle possibili spiegazioni", commenta a Salute Seno Diego Serraino, direttore della Struttura operativa complessa di Epidemiologia Oncologica del CRO di Aviano.
Si nota anche che sono aumentati i tumori positivi agli estrogeni (ER+), mentre sono diminuiti quelli positivi al progesterone (PR-). Analizzando ancora i dati per classi di età alla diagnosi (20-29, 30-39, e 40-49 anni) e per etnia, si vede come l’aumento sia più marcato tra le donne nere (non ispaniche) delle prime due fasce di età rispetto a tutte le altre.
"I nostri risultati sull’aumento dell’incidenza nelle giovani sono in linea con quelli di ricerche precedenti", scrivono gli autori nello studio. Che ne mettono in luce anche i limiti, come l’assenza di informazioni riguardanti i recettori HER2 (disponibili solo dal 2010) e la mancanza di informazioni nei registri sui fattori di rischio.

"Nonostante i limiti, questo studio è molto importante - riprende Serrino - soprattutto perché prende in considerazione una popolazione non selezionata e, quindi, davvero rappresentativa, a differenza degli studi fatti in ambito clinico. È questo il tipo di campione che può dirci davvero qualcosa sull’epidemiologia".

"Il vero balzo - prosegue il professionista - si osserva a partire dal 2016. Quando una curva sale così rapidamente, è ragionevole supporre che sia cambiato qualcosa nella nostra capacità di fare diagnosi, per esempio un miglioramento della tecnologia o l’introduzione di una nuova metodica". Possiamo dunque dire che si scoprono prima i tumori che si sarebbero scoperti probabilmente qualche anno più avanti: quindi in un'altra fascia di età e in uno stadio più avanzato. "In effetti - riprende - il fatto che siano aumentate le diagnosi molto precoci, gli stadi I, ma non gli stadi II e III, potrebbe indicare una maggiore attenzione nelle giovani donne, forse come conseguenza di campagne di sensibilizzazione o per una maggiore diffusione dei test genetici e maggiore consapevolezza dei tumori legati alle mutazioni Brca. L’aumento degli stadi molto avanzati, di contro, potrebbe riflettere il fatto che alcune popolazioni sono state meno raggiunte dall’informazione o hanno avuto meno possibilità di accedere alla diagnosi precoce in un contesto in cui la sanità è privata."