Le donne che abusano di alcol sono a rischio tumore al seno

Le donne che abusano di alcol sono a rischio tumore al seno

  • di Redazione
  • 13 Novembre 2023
  • Italia ed estero

Quasi un quarto dei casi di tumore della mammella, nello specifico il 23%, è causato da fattori di rischio evitabili, come fumo di sigaretta, sovrappeso, alcol e sedentarietà. In particolare, al consumo eccessivo di alcol è riconducibile fino all'11% delle nuove diagnosi, pari a oltre 6.000 casi ogni anno in Italia.

La tossicità della sostanza è maggiore nelle donne, il cui organismo si caratterizza per una minore produzione dell'enzima Alcol-Deidrogenasi (ADH) che determina una ridotta capacità di metabolizzare l'etanolo. Che stimola anche l'azione degli estrogeni, gli ormoni responsabili della crescita di circa il 70% dei tumori del seno.

Il rischio di ammalarsi aumenta in modo esponenziale quando all’assunzione di alcol si associano altri fattori di rischio, che ne potenziano gli effetti dannosi, come il fumo di sigaretta. In Italia il 36,9% delle donne è sedentario, il 26,8% è in sovrappeso e l'11,1% obeso, il 15,3% fuma e l'8,7% consuma alcol in quantità a rischio per la salute. Questi comportamenti aumentano la probabilità di sviluppare non solo il carcinoma mammario, ma anche altre neoplasie e gravi malattie, come quelle cardiovascolari, metaboliche e neurodegenerative.

La soglia limite del consumo alcolico è pari a 20 grammi al giorno per gli uomini (due bicchieri di vino da 125 millilitri) e 10 grammi al giorno per le donne (circa un bicchiere di vino). L'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dal XXV Congresso Nazionale a Roma ha lanciato l'allarme sui rischi dell'abuso di alcol per sensibilizzare le donne.

"In Italia, nel 2022, si sono registrati 55.700 nuovi casi di carcinoma mammario e 834.200 donne vivono dopo la diagnosi. La sopravvivenza a 5 anni è pari all'88% e supera il 90% quando la malattia è individuata negli stadi iniziali. La nostra società scientifica ha lanciato la prima campagna nazionale rivolta alle donne dai 20 anni in su, per favorire corretti stili di vita a tutte le età, con l'obiettivo di ridurre l'incidenza e la mortalità del carcinoma mammario. Una campagna indirizzata alla popolazione femminile con messaggi diretti, che si concentra soprattutto sui fattori di rischio modificabili per prevenire il tumore del seno e, a cascata, tutte le patologie influenzate dagli stili di vita. Uno degli ambiti su cui è necessario intraprendere azioni mirate e immediate è proprio il livello di consapevolezza della popolazione femminile sui gravi danni dell'abuso di alcol. Una ricerca inglese ha stimato che solo una donna su 5 (19,5%) identifica l'etanolo quale fattore di rischio del cancro del seno. È necessario colmare quanto prima queste lacune, che ritroviamo anche nel nostro Paese", ha confermato Saverio Cinieri, Presidente AIOM.

"È attualmente riconosciuto come il consumo di alcol, anche di bassa entità, sia associato ad aumentato rischio di sviluppare il carcinoma mammario con più di 100 studi a supportare tale relazione. Il consumo di alcol aumenta il rischio di sviluppare carcinoma mammario in una modalità dose-dipendente: in particolare, il rischio relativo aumenta del 7% per ogni unità alcolica in più consumata al giorno. Inoltre, il consumo alcolico può associarsi ad aumentato rischio di sovrappeso e obesità, a loro volta correlati a una maggiore probabilità di sviluppare il carcinoma mammario, soprattutto nella donna in post-menopausa, dove una delle principali fonti di produzione estrogenica è proprio il tessuto adiposo, con conseguente eccessivo stimolo ormonale sulla ghiandola mammaria. Va ricordato che i limiti di alcol suggeriti si riducono ulteriormente nella terza età. Negli anziani, infatti, la capacità di metabolizzare l'etanolo diminuisce progressivamente", ha dichiarato Federica Miglietta dell'Oncologia Medica 2, IRCCS Istituto Oncologico Veneto di Padova e del Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Oncologiche e Gastroenterologiche dell'Università di Padova.

Il progetto AIOM di sensibilizzazione sulla prevenzione del cancro della mammella include anche un focus sull'autopalpazione, pratica non invasiva che non comporta la presenza del medico e che ciascuna donna, dopo l'adolescenza, può sperimentare su se stessa con grandi risultati in termini di diagnosi precoce. Va effettuata ogni mese a partire dai 20 anni, meglio se nella prima o seconda settimana dalla fine del ciclo mestruale.

"È importante anche migliorare l'adesione allo screening mammografico, che si attesta intorno al 53,6%. Restano infatti differenze importanti fra le diverse aree: al Nord i tassi raggiungono il 61,7%, al Centro il 48,3%, al Sud il 40,5%. Questo esame rientra nella prevenzione secondaria ed è fondamentale, perché consente di individuare la malattia in fase iniziale, quando le possibilità di guarigione sono molto alte", ha spiegato Federica Martorana, ricercatrice al Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Catania.

"Gli stili di vita sani svolgono un ruolo decisivo anche nella prevenzione terziaria, cioè nella riduzione del rischio di ricaduta per coloro che hanno già ricevuto la diagnosi. Lo studio DELCaP (The Diet, Exercise, Lifestyles, and Cancer Prognosis Study), pubblicato su 'JAMA Network Open', ha valutato l'aderenza alle raccomandazioni sugli stili di vita sani dell'American Cancer Society e dell'American Institute of Cancer Research di 1340 pazienti con tumore al seno ad alto rischio. È stato dimostrato che la stretta adesione a queste regole prima, durante e dopo il trattamento può ridurre del 37% il rischio di recidiva e del 58% il rischio di mortalità", ha concluso Martorana.