L'effetto del Covid-19 sulle diagnosi di tumore

L'effetto del Covid-19 sulle diagnosi di tumore

  • di Redazione
  • 30 Agosto 2023
  • Italia ed estero

L'effetto del Covid-19 si fa ancora sentire sul ritardo delle diagnosi di tumore.
A confermarlo è un articolo della prestigiosa rivista The Lancet Oncology, in cui si fa riferimento allo studio di Xuesong Han (direttrice scientifica della Sorveglianza e Ricerca sui Servizi Sanitari dell' ACS, ovvero l’American Cancer Society) e del suo team che analizzato la situazione degli Stati Uniti. All’interno di tale studio sono stati utilizzati i dati del National Cancer Database della Commissione statunitense sul cancro (ACS).
Gli autori hanno evidenziato una riduzione del 17,2% dei tumori in stadio I (quelli più facilmente curabili) diagnosticati nel 2020 rispetto al 2019 (278.400 casi nel 2020 contro 336.136 nel 2019).
Le diagnosi di tumori in stadio IV sono diminuite del 9,8% (148.339 nel 2020 contro 164.545 nel 2019). Tuttavia, le probabilità di avere un cancro diagnosticato allo stadio IV nel 2020 sono aumentate di circa il 7% rispetto al 2019.
Un aspetto importante dello studio di Han e colleghi è stato verificare l’ accesso alle risorse sociali e materiali. E’ stato evidenziato che alcune comunità rurali che hanno un limitato accesso a tali risorse avevano quasi l'11% in più di probabilità di avere un cancro allo stadio IV 

Qual’è invece la situazione italiana? 
Secondo I numeri del cancro 2022, il volume redatto da AIOM e di AIRTUM annualmente, i nuovi casi stimati di tumore (a eccezione dei tumori della cute diversi dal melanoma) nel 2022 sono stati 390.700 (erano 376.600 nel 2020). La stima è di 205.000 nuovi casi negli uomini (a fronte dei 199.500 casi diagnosticati nel 2020, con un aumento stimato dell’1,4%), e di 185.700 nuovi casi nelle donne (a fronte dei 183.200 casi diagnosticati nel 2020, con un aumento stimato dello 0,7%).
Come aveva riferito Riccardo Massetti, direttore del Centro di Senologia del Policlinico Universitario Gemelli di Roma, attraverso una dichiarazione su Ansa.it in occasione della presentazione della manifestazione Race For The Cure riferendosi al tumore alla mammella:  "Nella fase critica il covid-19 ha bloccato per oltre 6 mesi gli screening oncologici e, nel corso dei tre anni, ci sono stati circa un milione di esami di prevenzione in meno. Questo equivale, secondo quanto stimato, a circa 2000 donne che all'anno hanno ricevuto una diagnosi di tumore al seno tardiva    Circa 56.000 donne ogni anno in Italia si ammalano di tumore del seno. Una diagnosi in ritardo, significa dover affrontare terapie più faticose e avere anche minor possibilità di guarigione". 

Dovendo trarre delle conclusioni il covid-19, nel nostro paese, ha causato un maggior numero di diagnosi tardive e di tumori in fase avanzata, anche se con una forte variabilità geografica, correlata alla diversa attitudine alla partecipazione ai programmi di screening e alla capacità di "recupero" del sistema sanitario. Sicuramente potremmo avere dei dati più precisi tra qualche anno.