Il 25% delle morti per tumore in Italia è legato alla bassa istruzione

Il 25% delle morti per tumore in Italia è legato alla bassa istruzione

  • di Redazione
  • 6 Febbraio 2024
  • Italia ed estero

In Italia circa un quarto delle morti per tumore è riconducibile a bassi livelli di istruzione. Quasi 30mila (29.727) decessi oncologici nel 2019 nel nostro Paese, nella popolazione fra 30 e 84 anni, sono correlabili alla scarsa scolarità (22.271 morti negli uomini e 7456 nelle donne), come evidenziato in uno studio pubblicato sul Journal of Public Health.

Tra i determinanti socioeconomici in grado di influire sulla mortalità da tumore rientra pertanto il livello del ciclo di studi, che spesso condiziona anche la successiva capacità di reddito.

Il Convegno nazionale 'Close the Care Gap', promosso dall'Istituto Superiore di Sanità, Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e Fondazione Aiom, con l'intervento di Rocco Bellantone, Presidente dell'Iss ha parlato proprio di questi aspetti.

Va inoltre considerando che una diagnosi di cancro può causare ulteriori difficoltà economiche nei pazienti. È la cosiddetta tossicità finanziaria, che colpisce il 26% delle persone con neoplasia ed è legata a diversi fattori, tra cui i costi che i malati devono sostenere per recarsi nei luoghi di cura. Basti pensare che, nel 2022, quasi 28mila pazienti oncologici hanno cambiato Regione per curarsi, in particolare per un intervento chirurgico.

Nel 2023, in Italia, sono state stimate 395.000 nuove diagnosi di tumore.

"Le persone con un alto livello di istruzione dispongono di più strumenti per comprendere l'importanza della prevenzione, per interpretare le informazioni utili sui sintomi della malattia e per adottare comportamenti che possono influire sull’efficacia delle terapie. Da qui il tasso di mortalità per cancro più elevato nei cittadini meno istruiti", ha dichiarato Saverio Cinieri, presidente Fondazione Aiom.

La sedentarietà, ad esempio, presenta un gradiente sociale a svantaggio delle persone con maggiori problemi economici o bassa istruzione, fra le quali raggiunge il 43% rispetto al 25% dei cittadini che non vivono questa condizione. E l’obesità è pari al 17% fra gli individui con svantaggio sociale rispetto al 9% di chi non ne riferisce. Nel 2022, la prevalenza del fumo fra le persone con molte difficoltà economiche era pari al 37%, mentre fra chi non ha problemi finanziari la quota di fumatori è scesa dal 27% al 22% fra il 2008 e il 2022.  

Quanto alla tossicità finanziaria, questa "interessa anche i pazienti di sistemi sanitari universalistici come il nostro. Abbiamo già dimostrato, in uno studio su 3.760 cittadini con tumore in Italia, che al momento della diagnosi il 26% deve affrontare problemi di natura economica e il 22,5% peggiora questa condizione di disagio durante il trattamento. Questi ultimi pazienti, inoltre, hanno un rischio di morte nei mesi e anni successivi del 20% più alto", ha spiegato Francesco Perrone, Presidente Aiom.

"Ci siamo chiesti quali fossero le cause. Da qui il questionario Proffit (Patient Reported Outcome for Fighting Financial Toxicity), composto da 16 affermazioni sui cui i pazienti sono chiamati a esprimere o meno il loro assenso", ha continuato Perrone.

"Alcune spese riguardano il ricorso alla sanità privata. Altre toccano farmaci supplementari o integratori, oppure trattamenti aggiuntivi utili, ad esempio la fisioterapia che è difficile praticare nel sistema pubblico. Poi c’è la logistica: la distanza tra la casa e il luogo dove si ricevono le cure e le spese di trasporto da sostenere. Insomma, una serie di determinanti, sui quali vogliamo sensibilizzare i decisori politici e gli amministratori, che possono mettere in campo politiche di cambiamento", ha ribadito. Proffit è a disposizione della comunità scientifica ed è stato validato in lingua inglese per la sua applicazione anche nel Regno Unito, perché, conclude, "è utile in tutti i contesti con un sistema sanitario pubblico".