Albachiara

  • di Redazione
  • 19 Novembre 2018
  • I Mille Colori di Fausta

Ritorna il lunedì della nostra amica Fausta che, per la rubrica "I mille colori di Fausta", ci regala un racconto con una dedica speciale.

Ha molto imparato l'uomo che ha molto sofferto: i miei sogni di una serena vecchiaia bruciarono due anni fa quando il mio corpo, inaspettatamente, si paralizzò. L'anno successivo quando, cominciavo ad arrancare con il bastone e con l'aiuto dei miei cari, arrivò "Mr. K" …

Oggi è domenica. Un venticello sottile ma freddo spira dalla notte precedente. Quando andai a letto ieri notte, intorno alle 22:00, pensai che quel vento e i fiumi straripanti che si stavano abbattendo sulla mia isola erano la prima vera tempesta autunnale. Si sta avvicinando il Natale quindi l'anno va scivolando nell'Inverno. Per anni, prima della tremenda malattia autoimmune, ho creduto che i miei pressanti dolori alla schiena e alle braccia fossero imputabili all'artrosi. Ho anche cercato di "prevenire" possibili malattie con controlli di routine: cuore, polmoni, sangue, urine ma nonostante tutto questo la patologia, improvvisamente, è arrivata facendomi concludere che esiste una oggettiva impossibilità di prevenire determinati eventi e da allora un senso di impotenza si affaccia spesso alla mente ma per fortuna il venticello e la pioggia di questa domenica, un poco tetra e piatta, cheta le mie paure. Anche ieri una gamba (quella sinistra) si è messa a tremolare e ho temuto una paralisi; oggi sto bene anche se … "batto fiacca". Sono ospite di mio figlio Gabriele che, dice lui, vuole scuotermi un po' dalla mia apatia. Povero tesoro! Poveri amori miei (figli e marito) che si prodigano per vedermi serena. Ma la serenità viene dallo star bene: se sei stanca, apatica, dolente puoi metterti a scrivere, lasciando che fuori piova, che le persone frettolose sotto gli ombrelli corrano incontro alla quotidianità insieme alle auto che sfrecciano sull'asfalto bagnato ma tu le guardi dai vetri e questi vetri segnano il tuo confine tra l'essere sano e attivo e l'essere malato e passivo. So di essere in un momento di crisi depressiva per lo spavento di ieri con la gamba irrigidita. So anche che, uscita dalla crisi, vedrò nuovamente tutto rosa. Ho la consapevolezza che quello che mi accade e che mi accadrà non posso prevenirlo. Ascolto il mio corpo ma cerco di non dipendere da esso. Io trovo la mia strada accettabile, all'interno delle mie esperienze, con un’intuizione (ereditata da mia madre) basata sul fatto certo che "ci azzecco sempre!". Le letture infinite, le introspezioni sono finalizzate alla canalizzazione del mio male in altri "ruscelli esperienziali" e cerebrali che spero rimangano intatti. A volte mi sento irritata ma poi regolo l’emozione perché questa "ingiustizia" non si vince con l’attacco ma con la "dolcezza" e quindi evito le occasioni fonte di stress. Ora, mentre scrivo, guardo oltre la finestra: il cielo è plumbeo ma da stamane un'alba chiara ha rimosso le paure, l’ansia, contemplando il cielo, la pioggia, si placa e scivola in uno strano torpore. È un altro giorno, sono viva, sto relativamente bene, i miei cari sono qui con me. Fisso intensamente il cielo plumbeo ma chiaro. È un giorno tranquillo, sarà un'alba chiara, lo sento e me lo auguro di cuore per me per quelli che amo. Ora dalle nuvole sprazzi di Sole tenue cadono sul quaderno dove scrivo. L'alba chiara, sta veramente diradando il mio cuore stretto: l'angoscia si sta allentando. Signore regalami tempo, regalami altre albe chiare, tieni lontano i demoni della paura, per vie che tu conosci e per altre che io sto escogitando per uccidere i pensieri neri. Tante albe chiare Signore per me e per quelli come me; grazie!

Ps Ad ispirare questo racconto è stato il bellissimo nome di Albachiara Bergamini che ringrazio: il suo nome così evocativo e suggestivo regali sprazzi di luce, dissolva le tenebre delle nostre paure (per me è stato così) e sia di buon auspicio per tutte noi!

Vi voglio bene