Occhi verso il mare

Occhi verso il mare

  • di Redazione
  • 24 Maggio 2018
  • Il peso della determinazione

Ritorna il giovedì di Sonia Aresu con un nuovo racconto


Chi vive in una città come Cagliari, certe volte non si rende conto del tesoro che ha a due passi: il mare. Che sia in burrasca o calmo piatto ti richiama a sè come una mamma fa coi suoi piccoli. Esso ha la capacità di rasserenare anche l' animo più cupo, il moto ondoso sembra accolgliere tutte le tensioni e portarle nei più profondi abissi. Ogni qualvolta ricevo delle notizie, che siano buone o cattive, una delle prime cose che faccio è osservare il mare. Anche quel giorno di quattro anni fa, dopo lo shock della diagnosi, lo feci, sentii il suo richiamo. Era una giornata nuvolosa, mi sedetti davanti ad un tavolo e la persona che avevo di fronte parlava, ma era come se non la sentissi. Ebbi un’immagine di me simile a quella di una barca che, in balia delle grigie onde, a tratti veniva inghiottita dal mare. L’ imbarcazione stava per cedere, proprio come me, ma non lasciai il timone nel momento più duro. Sono quasi affondata, ma mi sono risollevata. Se ripercorro tutti gli istanti, mi accorgo che prima della malattia vivevo osservando lo scorrere della vita: ogni tanto mi immergevo paurosamente in punta di piedi mentre ora mi tuffo a capofitto perché penso che anche i piccoli attimi vadano goduti pienamente e non solo per metà. Vivo respirando a pieni polmoni sentendo la brezza del mare che sfiora il viso e lascia senza parole.