Una giornata al Businco

Una giornata al Businco

  • di Redazione
  • 15 Aprile 2019
  • I Mille Colori di Fausta

Torna il lunedì dell’amica Fausta Giorgia Mascia con un nuovo racconto pieno di emozioni

Assai prima che il Sole trovi spazio ad Est, io mi sto avventurando al buio in cucina a prepararmi una camomilla. Penso a Titty la mia amica. L'ho conosciuta al Businco: uno sguardo sicuro, tutto sotto controllo, questo un anno fa. Ieri invece il suo volto aveva una bellezza sofferta che raccontava di un altro dolore nella sua vita nella quale negli ultimi anni ha visto più albe buie che albe chiare. Vorrei poterla aiutare … Per il poco tempo che siamo state insieme sono riuscita a farla ridere, rivedendo così nei suoi occhi quella dolcezza stemperata di consapevolezza che la caratterizza. Siedo a tavola e sorseggio il caffè caldissimo e forte. Rivedo, per intero, la giornata di ieri. Quinto piano nella sala di attesa del Businco. Passa una carrozzina spinta da un'infermiera. Un uomo che sta male. Lo avevo già visto nella sala prelievi: era palesemente sofferente. Poi la signora sorretta dal marito e dall'infermiera: non stava letteralmente in piedi ed infatti poi è stata accompagnata in un altro reparto di intervento. Quanta sofferenza Signore! E noi tutte sedute sulle poltroncine rosse col braccio scoperto con la bambagia premuta dallo Scotch dopo i prelievi. Molte con il foulard a coprire la calvizie da chemio poche, più coraggiose, esibendo il cranio nudo. Ora la scena si sposta nella prima saletta d'ingresso. Le poltroncine sono azzurre e molto scomode quando l'attesa si prolunga. Un grande video sta appeso fra due finestre, è sempre acceso ma pochi seguono i suoi programmi. D'altra parte il viavai di persone, i carrelli dei giornali e del cibo a mezzogiorno, il vocio e le persone, non permetterebbero l'ascolto. Ora sono qui: seconda tappa del mio day-hospital, in attesa che venga chiamato il mio numero per la chemio. Parlo con mia figlia Eva. Gli esami, buoni, mi permettono di affrontare l'ennesima chemio e però, per sicurezza, a fine mese mi attende la tac di verifica. Confesso che la temo perché non è mai foriera di buone nuove: c'è sempre qualcosa da rivedere e curare. Questa giornata che comincia all'alba e finisce a pomeriggio inoltrato so che mi prostra il giorno successivo ma inutile lamentarsene: qui mi stanno curando! Getto uno sguardo veloce a Titty: è assorta nei suoi pensieri. La lascio in pace. Il mio sguardo viene catturato da una ragazza con i capelli molto corti, palesemente triste, che si tormenta le unghie. Che dirle?! Sono le 14:30. È andata bene, la chemio veloce mi permette di uscire prima. Ora la scena si sposta su un ascensore gremito di gente che come me esce. Abbiamo finito per questo giorno. Il pianterreno è quasi deserto, le poltroncine azzurre  quasi vuote, le sedie a rotelle in buon ordine in uno spazio vicino alla grande vetrata d'ingresso. Fuori il tempo è mutato: il Sole della mattina ha ceduto spazio alle nubi che annunciano un imminente pioggia. Si torna a casa.

Penso alla giornata di ieri mentre poggio la tazza vuota nella lavastoviglie. Qualcosa ha disturbato il mio sonno. Forse tutto il dolore che ho sentito ieri. Sono le cinque, torno a letto; sotto il piumone il tepore lasciato dal mio corpo mi accoglie, penso a Titty, all'uomo in carrozzina, alla donna portata chissà in quale reparto, alla ragazzina che si tormentava le unghie. Piango e prego per me e per loro. Buona notte Titty, buonanotte Businco. Il sonno piano piano mi avvolge, poi non mi ricordo più nulla. Domani cascasse il mondo voglio vivere una giornata piena. La mia casa - che ora è buia- sarà piena di luce, profumo di buon cibo, musica; auguro a tutti un risveglio fatto di buone notizie, di salute, di serenità…