La varicella sconfitta e la terapia del dolore

La varicella sconfitta e la terapia del dolore

  • di Redazione
  • 9 Gennaio 2018
  • Rita, poesie e non solo

Nuovo appuntamento con la rubrica curata da Rita Meleddu

Continuano le avventure della nostra mitica Rita Meleddu, farà la Cyber Knife ?

Certo non ci voleva proprio  la varicella a mettere i bastoni tra le ruote. Comincio la terapia antivirale e, fatti i conti, decido che posso essere a Milano nel  giorno  stabilito  per la consulenza pro cyber knife.  Passo una decina di giorni in isolamento quasi totale.  Nessuno può venire a casa, né io posso uscire. Tengo duro e aspetto il fatidico giorno della partenza per Milano. Sembrava non dovesse mai arrivare ma alla fine si può partire. Io non stavo tanto bene, ma non importa, ogni qualvolta devo ottenere qualcosa me ne capita una. Questa volta comincio a sentire dolori vaghi, però non ci faccio neanche caso. Sono abituata a stare male. Ma questo dolorino non mi lascia neppure per un secondo. È sottile, subdolo, insinuante e continuo. Non ci penso ...
Intanto in aereo succede qualcosa di buffo. Gli assistenti di volo spiegano come sempre che fare in caso di ammaraggio. Usano i gesti mentre una voce fuori campo li commenta. Tutti fanno finta di guardare e ascoltare, in realtà stanno pensando " Li mort...acci tua", e tutti fanno senza essere visti, gesti scaramantici. Volavamo (e qui avrei da ridire, perché volava l' aereo e non noi), a un certo punto la voce narrante spiega come infilare i giubbotti di salvataggio e dice una cosa che non ho mai sentito negli altri viaggi volanti. " Abbiamo i giubbini di salvataggio anche per i bambini", ma và, credevo che i bambini li buttavano a mare...così...
Il Comandante poi che ringrazia: "Per aver scelto di volare con noi"...
Non abbiamo scelto un bel niente, ci serviva un volo a tale ora, voi eravate disponibili e vi abbiamo preso. Quale scelta. Poi volare con noi...A parte che vola l' aereo e non le persone credo che a nessuno faccia piacere entrare e prendere posto in un uccello di latta che sembra grande ma quando prendi posto e vedi i passeggeri pigiati come sardine in scatola, pensi che l' aereo è piu claustrofobico del tubo della risonanza!

Però il viaggio procede tranquillamente, a parte qualche turbolenza isolata, e finalmente si arriva a Milano. Abbiamo l'appuntamento per le 14:30, sono le 12:00. Siamo in anticipo ma non siamo lì per fare un giro turistico e ci dirigiamo verso il Centro Diagnostico in cui dovrei fare la consulenza. ll medico che mi dovrà vedere è libero e mi visita subito. Mi spiega bene in cosa consiste la Cyber knife, i suoi vantaggi che non sono pochi e, soprattutto, dopo aver letto i miei esami e valutato la situazione, decreta che posso fare la Cyber knife e fissa l'appuntamento per il giorno fatidico. Io non sto più nella pelle. Mi pare tutto incredibile. Non mi spaventa dover fare un altro viaggio, dover fare degli altri accertamenti e dover indossare, per eseguire la cyber knife, una maschera perfettamente modellata sul mio viso, agganciata per evitare movimenti involontari, al lettino della radioterapia, che è più claustrofobica dell' aereo, della risonanza e di una bara messi insieme. Ho voluto la bicicletta? Ora devo pedalare. Niente è importante quanto riconquistare anche solo un pochino di salute. Tutto ha un prezzo da pagare, ma sono certa che non andrò in panico e potrò fare la tanto sospirata cyber knife. Quindi lascio l'ambulatorio più giuliva di un' oca. Io e mio marito Elio mangiamo qualcosa ( non sia mai stare a stomaco vuoto) e ci disponiamo ad aspettare Niki, la mia amica che verrà a salutarci.  Quando vedo Niki sono ancora più felice.  Siamo amiche da sempre e per sempre. Trascorriamo dei mesi senza sentirci, ma ogni volta riprendiamo il discorso come se ci fossimo lasciate un minuto prima.  Voglio molto bene a Niki e apprezzo molto il fatto che ha fatto tanta strada per venirci a trovare. Siamo rimaste insieme poco tempo, ma chiacchiere a non finire.
Abbiamo il volo di ritorno alle 22:00, ma visto che abbiamo fatto tutto velocementedecidiamo di andare subito in aeroporto per vedere se ci sono dei posti liberi nei voli che partono prima delle 22:00. Salutiamo Niki con un po' di tristezza. Vorrei restare più a lungo con lei. Ma è anche giusto andare in aeroporto per tentare di fare rientro a casa un po' prima. Siamo fortunati.  Troviamo un volo alle 18:30 e senza esitare cambiamo i biglietti.  Il viaggio di ritorno per me è un po' più problematico.  Troviamo posto in fondo all' aereo, i sedili sembrano o sono più stretti degli altri, e sarà la fatica di una giornata così intensa, comincio a sentire i dolori aumentare sempre di più.  Arriviamo a casa verso le 21:00 e i dolori crescono ancora. Sarà così per i prossimi giorni. Il dolore è sempre più forte.  Non mi dà un attimo di tregua. Mi sembra che mi squarcino il torace e le spalle.  Io  che non prendo nessun antidolorifico, se non proprio necessario, arrivo a prendere anche 12 compresse di antidolorifico al giorno senza avere, però, alcun giovamento. Non riesco assolutamente a gestire il dolore. Non posso stare neppure sdraiata sul letto. Devo stare seduta. Anche la respirazione si fa più ostacolata.  Mi sembra di soffocare. Quando il dolore è fortissimo è come se ricevessi delle stilettate che mi causano movimenti improvvisi e involontari. Devo tornare a Milano dopo una settimana.  Come posso fare? È impensabile pensare di fare il trattamento della cyber knife dove bisogna stare assolutamente immobili, in queste condizioni. Il tempo passa inesorabile, il dolore aumenta, non mi resta che andare di filato in terapia del dolore...