La Tac fortunella

La Tac fortunella

  • di Redazione
  • 17 Ottobre 2017
  • Rita, poesie e non solo

Continua l'appuntamento con la rubrica "Rita, poesie e non solo" curata da Rita Meleddu

Periodicamente mi dedico alla sistemazione della mia documentazione clinica. Negli anni è andata crescendo in modo esagerato. Delle volte non mi raccapezzo neppure io che per forza di cose  conosco bene la mia storia. Ho l'abitudine di conservare ogni documento che mi riguarda. In questi anni ho gettato solo qualche esame del sangue.  Così ogni volta che devo fare ordine, mi devo districare tra mille tac, pet, risonanze, eco, moc, richieste varie, test genetici, radiografie. Di tutto e di più. Senza contare i fogli di dismissione che mi vengono rilasciati a ogni controllo. E ogni sorta di cartaceo inerente alla mia malattia. La matematica non è il mio forte e del resto saperlo con certezza  non mi cambia nulla, ma ho stimato approssimativamente in questi anni una cosa come 300 accessi all'ospedale.  In questo conteggio mancano le numerosissime visite e esami fatti in altri lidi. Un'infinità!  Ricordo la prima eco al seno fatta presso un ambulatorio di una Asl che non dirò.  Nonostante la mia già delicata ( per usare un eufemismo) situazione,  il medico non ci perse molto tempo.  Sembrava seccato di avere di fronte una persona che gli avrebbe portato via molto tempo ( non è mica colpa mia se son partita col botto), aveva molte altre pazienti in attesa e non voleva farle aspettare.  Ma povere!!! Magari non avevano una cipa lipa e sarebbero rientrate a casa loro felici e contente, o potevano avere anche loro dei problemi.  Se li sarebbero tenuti come me. E che ci potevo fare io? Non è che mi devo caricare dei problemi di tutte. Ci tengo a precisare che sono maniaca della puntualità.  Arrivo sempre molto prima di chi se la prende comoda. E allora perché mi devo preoccupare di fare aspettare gli altri? Si presentassero prima, non quando gli viene voglia.    Mi  disse come se mi facesse un gran favore e con tono complice " le controllo anche le fosse claveari".

Bontà sua! Era tenuto a farlo. Le ascelle erano un optional. Mi si rizzarono i capelli in testa. Che ancora ce li avevo. Sorvolo ' su molto, sempre per la questione che c'erano pazienti in attesa... Il  referto lasciava alquanto a desiderare, non prese nessuna misurazione e non perché non si vedesse, ma per incuria e quando portai l'esame alla dottoressa che me l' aveva prescritta, vedendo queste due righe che avrei potuto benissimo scrivere io senza bisogno di un' eco, disse: "Ne sappiamo meno di prima".

Quanto mi piacciono questi esami che non approdano a niente e confondono le idee. Si capisce che quel tal medico non mi ha più vista.  Forse è stato un bene averlo anche se brevemente incrociato nel mio percorso.  Mi ha fatto apprezzare chi poi mi avrebbe seguita decisamente meglio.  Ma du questo parlerò un'altra volta. Ritorno a tutti questi esami che si trovano a casa. In tutto questo tempo non potendo seguire tutto, ho tralasciato visite e esami che esulano dal tumore che però possono anche essere correlati. Così da anni non faccio una moc, la tiroide si deve essere dissolta vista la scarsa attenzione che le dedico, un ginecologo non so più chi sia. Insomma sono stanca di corrermi dietro. Qualcosa devo pur lasciar perdere.  Giro come una trottola da un esame all'altro.  E ogni volta ce n'è una nuova. Basta, curo solo il tumore. Certo se dovessi morire per un'altra patologia, sarebbe un grande affronto per lui.  Eh, ma mica devo fare solo quello che gli piace.  Gli sono venuta incontro anche troppo.  Si cerchi altre clienti! Avete smesso di leggere per fare le corna? Non fate le corna, fate prevenzione che è meglio. Ora questa riflessione doveva essere molto breve. Ma quando comincio a scrivere entro come in trance e non rispondo di me. Dunque ora sarò breve. Ho scritto all'inizio che controllo periodicamente i miei esami non perché sia masochista ma perché mi tocca! E allora vedo le mie prime tac di otto anni fa. Il tumore era localmente avanzato ma tutto il corpo era pulito.  Due righe di referto.  Ricordatevi che più lungo è il referto, più grande è la magagna. Ora i referti delle mie tac sono lunghissimi. Manco un riassunto dei Promessi sposi è così lungo, e alcune volte incomprensibile per chi non lo sa leggere. Enigmatico peggio della sfinge. E gli interpreti non sono Renzo e Lucia, né don Abbondio, né i bravi, né Agnese, né l' Innominato, né Donna Prassede, né... vabbè non li ricordo tutti, ma sono il fegato, i reni, lo stomaco, le ossa e tutti piano piano stanno facendo una brutta fine.  Nessuno è un personaggio secondario, ognuno ha il suo perché. Ecco, quando vedo tutto questo cumulo di carte vorrei farne una pira e dargli fuoco.  Sarebbe un bel falò.  E col fumo che sale verso il cielo, salirebbero e svanirebbero tutti i miei dolori e le preoccupazioni. Ogni tac che ritiro è cattivella e bruttina. Ma sono convinta che devo avere ancora tanta pazienza. Ci sarà un momento in cui tutto finirà.  Non ci sarà più alcun dolore e come premio, avrò anch'io la mia tac fortunella!!