La paura dell'infiltrazione

La paura dell'infiltrazione

  • di Redazione
  • 16 Aprile 2019
  • Rita, poesie e non solo

Torna l'appassionante appuntamento del martedì con l'amatissima Rita Meleddu

Continuo ad ardere e non certo d'amore, ardo perché il fuoco di Sant'Antonio non si decide a lasciarmi ma so bene che il decorso della malattia è lungo, io poi l'ho preso in forma violenta e so che ne avrò per molto. L'eritema cambia aspetto continuamente, è iniziato con dei puntini rossi raggruppati tra di loro,ma erano veramente pochi, tanto è vero che mi sono stupita di come la dottoressa della terapia del dolore, abbia riconosciuto la malattia con pochissimi elementi di valutazione (dolore e qualche macchia rossa) poi sono comparse le vescicole, che a questo punto  hanno occupato tutto il braccio destro, e parte della spalla destra,  queste vescicole erano grandi e piene di liquido, poi molte di  queste  hanno cambiato aspetto, hanno cominciato a seccarsi e a formare le crosticine. Alcune vescicole pur mettendo la pomata mattino e sera, si sono invece  aperte lasciando scoperta la carne viva,  provocandomi  un dolore fortissimo, bruciante, ma non per nulla si chiama Fuoco di Sant'Antonio, devo avere pazienza, ne ho avuta tanta finora e ne devo avere ancora. Comunque il dolore permane ma non di certo come all'inizio della malattia quando era insopportabile. La dottoressa della terapia del dolore per aiutarmi ha aggiustato le dosi e i farmaci della terapia del dolore che già faccio, ma vedendo che il dolore era veramente violento, mi ha prescritto un'infiltrazione.  Non appena ho sentito la parola "infiltrazione" sono andata in panico, non avevo mai fatto infiltrazioni ma chissà perché questa parola non mi piaceva. 

Ho chiesto subito alla dottoressa se questa prarica fosse dolorosa, lei mi ha risposto di no, ma non subito, ha esitato, e questo mi ha fatto pensare che invece fosse dolorosa.  Ho chiesto poi al dermatologo: "l'infiltrazione è dolorosa?" E lui: "il giusto!!". Che cavolo vuol dire il giusto? Allora vuol dire che fa male. Ho chiesto allora un po' in giro e le risposte erano discordanti, chi mi diceva una cosa, chi me ne diceva un'altra. Ho dato una sbirciata veloce in Internet, perché delle volte non voglio sapere le cose (tanto devo farle lo stesso), e ho visto che  si parlava di pratica indolore. Chissà qual era la verità, non mi restava che scoprirlo facendo questa procedura. Ma perché la dottoressa mi aveva prescritto un'infiltrazione altrimenti detta perdurale selettiva?
Me l'ha prescritta per cercare di togliere o diminuire il dolore. L'Herpes zoster provoca l'infiammazione dei nervi  scatenando così il dolore, l'infiltrazione ha il compito di bloccare il dolore e l'infiammazione dei nervi. Ora come dico sempre non sono un medico e proverò a spiegare in parole povere cos'è una perdurale selettiva. È una tecnica antalgica che consiste nell'iniettare farmaci, analgesici, anestetici e antinfiamnatori a ridosso delle radici nervose, infatti con questa metodica si introducono i farmaci  in prossimità  della sede in cui nasce il dolore. Questi farmaci agiscono in percentuale maggiore, localmente, danno maggiori risultati e pochi effetti collaterali. I farmaci si iniettano naturalmente con una siringa che ha un ago particolare. Avevo una paura pazzesca ma era pazzesco anche il dolore che avevo ed ero determinata a stroncarlo. Contavo i giorni che mi dividevano dal fare l'infiltrazione e quando è arrivata l'ora ero quasi contenta, l'ansia mi stava divorando e prima si fa un qualcosa che temiamo, prima ce lo togliamo di torno. Ho atteso qualche ora in sala d'attesa in terapia del dolore poi finalmente mi hanno chiamato, mi hanno portato in una sala operatoria, il medico prima di procedere mi ha fatto delle domande sulle terapie che assumevo, se prendevo degli anticoagulanti ecc, poi  ho firmato il foglio dove acconsentivo a fare questa procedura e sono entrata. Ancora una volta ho chiesto se avrei avuto dolore e il medico anestesista mi ha detto di no. Lo scoprirò tra poco mi sono detta.

A questo punto mi hanno posizionata a pancia in sotto, avevo un cuscinetto sul quale dovevo schiacciare la fronte, le braccia visto che non riuscivo a distenderle, ormai è così sia per la grande costrizione toracica che coinvolge anche le braccia che sembra che non si allunghino più di tanto, sia  per l'infiammazione al braccio destro  dovuta al fuoco di Sant'Antonio  le tenevo a penzoloni, così posizionata ci  stavo male, con il viso e il naso schiacciati contro il cuscinetto mi sembrava di soffocare, ma dovevo tenere la testa ben dritta, invece istintivamente giravo il viso di lato per respirare meglio, ma certamente non andava bene, il collo  doveva rimanere ben teso ma anche rilassato, l'infiltrazione interessava le vertebre cervicali  C6/C7 e il medico giustamente doveva lavorare in sicurezza e non alla cieca come a un certo punto ha anche detto, anche se credo che si servisse di un'ecografia o qualcosa che non so,  per essere guidato.  La paura era tanta, ma adesso era più grande la paura di non riuscire a farlo o di muovermi istintivamente se avessi avuto dolore, fatto sta che non si riusciva a farmi trovare la giusta posizione, ero messa storta e non andava mai bene, io cercavo di spostare il viso secondo le indicazioni del medico, ero dispiaciuta di non riuscire, e se devo fare una cosa per quanto dolorosa la devo fare. A un certo punto ho mosso il viso, ho premuto forte con la fronte il cuscinetto, non respiravo bene ma ho cercato di tenere duro e ho sentito la voce del dottore che diceva: "Ferma, ci siamo, stia immobile, ora le farò l'anestesia locale, sentirà un dolorino, poi procederò a inietttare il farmaco, mi raccomando stia immobile". In quel momento non ho neppure pensato che stava per infilarmi un ago tra le vertebre, che non è proprio il massimo del piacere, o che  potevo soffrire, desideravo solo che facesse in fretta e che non mi muovessi. Così quando il medico ha detto: "Ci siamo"  o qualcosa del genere, ricordo di aver detto: "Ok!" e contemporaneamente pensavo che non potevo essere io quella che aveva appena acconsentito a farsi pungere tra le vertebre, poi ricordo di aver pensato: "Maria Santissima mia" e ho sentito qualcosa che spingeva forte sul collo,  mi sembrava che mi riempissero di qualcosa, ma non era dolore, aspettavo il dolore ma nulla, poi a un certo punto ho sentito una forte scossa al braccio destro (quello interessato dall'Herpes) e ho detto: "ahia, che dolore", il medico anestesista mi ha chiesto  dove avessi sentito il dolore e quando gli ho risposto che era quello che mi faceva male, ha detto: "bene!" Come a dire "ci abbiamo preso". Ancora uno o due minuti fino ad iniettare tutto il farmaco o i farmaci poi ho di nuovo sentito la voce del dottore che mi diceva che aveva finito. 
Ero incredula, a parte la scossa, non ho sentito nulla, il medico è stato bravissimo e lo ringrazierò in eterno per non avermi fatto soffrire così come mi aveva promesso. Mi ripetevo: "l'ho fatta, l'ho fatta". A questo punto tutta giuliva sono stata riportata nel  reparto di terapia del dolore, mi hanno tenuta per più di un'ora in osservazione, ogni tanto venivano a chiedermi se stavo bene e soprattutto se sentivo le gambe, dopo di che visto che stavo bene, mi hanno rimandato a casa. Non mi sembrava vero! Il dolore al braccio destro continuo a sentirlo ma è decisamente più tollerabile. Ho voluto raccontare anche questa esperienza perché magari tra chi mi legge c'è qualcuno che deve fare un'infiltrazione e ha una paura folle come l'avevo io. Ebbene posso testimoniare che non è assolutamente dolorosa, viene molto in aiuto per ridurre il dolore, e chi deve farla la faccia con fiducia, io certo non ci tengo a farne altre, tuttavia se dovesse accadere la farò sapendo che non è assolutamente quello che pensavo prima.