La benedizione delle famiglie

La benedizione delle famiglie

  • di Redazione
  • 30 Aprile 2019
  • Rita, poesie e non solo

Torna l'appassionante appuntamento del martedì con l'amatissima Rita Meleddu

Mentre aspetto il nostro sacerdote che venga a benedire le case, o meglio le famiglie, mi è venuto in mente di raccontare cosa avveniva  in queste circostanze quando ero piccola e cosa accade adesso.  
Quando ero piccola ricordo che il sacerdote avvisava la popolazione in quali vie sarebbe andato a benedire in un tal giorno e così iniziava l'attesa. I giorni precedenti la visita del sacerdote e il giorno stesso,  si provvedeva alla pulizia della casa. La casa veniva pulita da cima a fondo, neppure un angolo veniva tralasciato,  persino la strada era fatta oggetto di meticolosa pulizia e tutto questo perché si riteneva e ancora si ritiene giustamente che chi veniva a benedire le famiglie era non era i sacerdote ma Gesù rappresentato da esso. E se arriva Gesù a casa non deve essere accolto con tutti gli onori? Le case della mia infanzia non erano ricche di arredi e suppellettili di ogni genere, come accade per le case di oggi; ma erano quasi tutte molto spartane, c'erano gli arredi indispensabili, tuttavia tutto nei giorni in cui il sacerdote veniva a benedire era fatto come già detto oggetto di pulizia. Aspettavamo dunque con trepidazione che il sacerdote arrivasse seguito da uno stuolo di chierichetti. Di casa in casa correva la voce: "dov'è il sacerdote?" E la risposta: "è a casa di..." e allora tutti ad aspettare e a commentare a seconda se il sacerdote era più o meno vicino alla propria casa, e sembrava non arrivasse mai alla propria abitazione.

Finalmente, dopo l'attesa talvolta di ore, arrivava il sacerdote con tutto il  suo seguito. C'è da dire che allora le famiglie erano molto numerose, il mio vicinato era ricchissimo di bambini, eravamo tanti ma tanti, ogni famiglia aveva dai 6 agli 8 e anche ai 10 figli, se ne avevano 4 erano pochi, la famiglia era considerata poco numerosa.  Cosa succedeva? I bambini si sa delle volte sono poco interessati alle questioni religiose e spirituali e allora capitava che all'arrivo nella propria casa del sacerdote cercassero di nascondersi o di scappare. La mamma o il padre se era in casa, allora gli tirava uno scappellotto senza tanti complimenti e lo rimetteva a posto. Volente i nolente il ragazzino sconsiderato stava insieme agli altri in attesa che il sacerdote entrasse in casa. La porta d'ingresso e tutte le porte di casa erano spalancate, ma giustamente, non si è mai visto Gesù suonare al citofono e sentirsi risoondere: "chi è?" - "sono Gesù!" - "prego, si  accomodi!"  Ma per piacere, Gesù entra e basta!! C'è da dire che abitando in un paesino piccolo eravamo anche abituati a tenere le porte aperte, ci fidavamo di tutti, adesso è diverso. Dunque il sacerdote entrava in casa e cospergeva di acqua benedetta tutto ciò che gli capitava a tiro, entrava in tutte le stanze che trovava aperte. Quelle che trovava chiuse evidentemente erano interdette anche a Gesù.  Il sacerdote come ho già detto era accompagnato da uno stuolo di chierichetti, che secondo me venivano dietro al sacerdote non solo per amore di Gesù ma anche per godere delle offerte che le famiglie facevano al sacerdote.  Anche qui valeva la regola di prima e cioè la regola dello scappellotto senza tanti complimenti, se il chierichetto non aveva voglia di andare col sacerdote, la mamma lo mandava lo stesso, alle buone o alle cattive. Dicevo che anche i chierichetti beneficiavano delle offerte ricevute dal sacerdote, tranne forse le offerte in denaro. 

Ma in cosa consistevano queste offerte? Alcuni chierichetti portavano delle sporte in giunco, o vimini o paglia (mia sorella dice giunco e sarà così), nelle quali depositano le offerte ricevute, per lo più si trattava di uova, io ricordo anche mele e qualche dolce. Un altro chierichetto reggeva una busta per le offerte in denaro. Il sacerdote dunque recitava le formule di rito, assieme a qualche preghiera, poi scambiava qualche parola con la famiglia e andava via, e questo era quanto accadeva quando ero piccola, devo dire però che tutto è rimasto più o meno invariato, io per tantissimi  anni ho lustrato la casa da cima a fondo nell'attesa che arrivasse Gesù, purtroppo da un paio d'anni ho dovuto lasciare molto a causa delle mie condizioni fisiche, ma non credo che Gesù cerchi il pelo nell'uovo, ora il sacerdote esce a benedire accompagnato dai confratelli e alcuni bambini, i quali ricevono non più uova, credo che ce le tirerebbero addosso, ma dolci, e delle volte girano con buste stracolme di dolciumi vari, ma è giusto così, è una tradizione e le famiglie ci tengono a portarla avanti. Io stessa ho sempre pronta l'offerta per i bambini, può essere un pacco di biscotti o merendine, o dei cioccolati o caramelle . C'è anche da dire che se un bambino in casa non vuole essere presente all'arrivo del sacerdote e del suo seguito, la mamma o il papà non possono ricorrere all'antico metodo dello scappellotto che non ha mai ucciso nessuno,  perché potrebbero vedersi  arrivare assistenti sociali pronti a portar via il bambino in questione e se non sta attento ed è ancora lì presente, pure il prete con " is preideddusu" ( piccoli preti).
Non voglio essere blasfema, quando si parla di Gesù bisogna essere molto seri, ma è per dire di come cambiano i tempi, io che ho sempre lasciato il cancello aperto, da qualche anno lo chiudo, per paura che entrino estranei, a meno che non sappia che il nostro parroco si trovi nelle immediate vicinanze  e così anche il sacerdote che rappresenta Gesù è costretto a suonare.