Il ritorno di RobocRita!

Il ritorno di RobocRita!

  • di Redazione
  • 25 Settembre 2018
  • Rita, poesie e non solo

Ritorna il prezioso appuntamento del martedì con la rubrica curata dalla nostra magica Rita Meleddu


Alcuni giorni fa mio figlio, vedendo che mi apprestavo a gustare un misero omogeneizzato, se n'è uscito con questa frase: "Mangi gli omogeneizzati? Sembri RoboCop!!" E io: "Ma io sono RobocRita!" E lui: "Non fai ridere!" Credeva che stessi scherzando. Del resto i figli non sono mai d' accordo con i genitori, seppure per questioni di lana caprina come gli eroi televisivi o gli omogeneizzati.  Ma io non scherzavo, dicevo sul serio, mi riconosco in RoboCop. Da alcuni mesi non posso alimentarmi normalmente come tutte, o quasi, le persone di questo mondo. Non riesco a digerire quasi nulla per via del mio stomaco ormai "visitato" dal tumore e, come ho già avuto occasione di dire, ho dovuto rinunciare a tantissimi alimenti. Faccio prima ad elencare ciò che posso mangiare e che non è detto che non mi faccia male. Gli omogeneizzati, le vaschette di frutta cotta, i budini o le bevande farmaceutiche che equivalgono a un pasto completo sono diventati la mia alimentazione.  Mangio i gelati ma c'è il giorno che non posso concedermi neppure quelli, formaggio e prosciutto crudo con un po' di pane, la pasta che adoro preparata in tutti i modi, ma non si sa mai che effetto può fare. Mi sa che a breve dovrò rinunciarci del tutto. Persino la frutta è preferibile sotto forma di omogeneizzato. Insomma poco o niente. Io sono prepotente e insisto perché sto perdendo peso e non certo perché mi sono messa a dieta ma per via della malattia, e quando c'è un importante calo ponderale non è mai buon segno. L'alimentazione sta diventando un problema sempre più serio ma naturalmente non è il solo. Non sia mai che i guai arrivino uno alla volta, meglio in coppia o a tre a tre. Ma qual' è l'altro guaio che mi fa somigliare a RoboCop? Se ricordate lui aveva un corpo per metà umano e per metà nei pensieri ma comunque si muoveva e pensava.  Quando si toglieva il casco, appariva una testa calva come la mia, e se toglieva l'armatura era tutto un intreccio di fili. Ora non ricordo perfettamente se fosse così, ad ogni modo era tutto rattoppato. Ecco io sono rattoppata. Mai parola fu più giusta. Delle volte mi sento una barca che imbarca acqua. A causa di un incidente in un battello si produce una falla, che se piccola e rimediata subito, consente a chi la governa di arrivare a riva sano e salvo, altrimenti l’imbarcazione non potrà far altro che affondare. Io sono una specie di barca umana rattoppata e aggiustata, sistemata alla bell'e meglio per continuare a tirare avanti. Perciò qual' è l' ultima novità in campo di rattoppi? So che siete curiosi e non vi farò attendere. L'ultima, ma prevedo non ultima, novità è un catetere renale esterno. Che bello, quanto lo desideravo, era proprio ciò che aspettavo da mesi!  Allora, non è vero che lo desideravo, vero è invece che si sarebbe dovuto posizionare quasi un anno fa, ma perché far andare le cose per il verso giusto? Ci ha messo del suo una bella trombosi alla gamba sinistra che ancora si fa sentire e così è saltato il posizionamento del catetere. Devo dire che, poiché sono paurosa, non ci dormivo la notte, o se dormivo me lo sognavo. Non esito a dire che stava diventando un incubo. Tra l' altro prima si prevedeva il posizionamento interno, non so se sarebbe stato meglio o peggio ma successivamente il quesito proprio non si è posto. Si poteva mettere solo esterno e così è stato. Non vi dico quanti disguidi e intralci si sono susseguiti in questi dieci mesi, e quanti esami abbia dovuto ripetere ma come Dio ha voluto, alla fine si è potuto fare l'intervento. Ma poteva andare tutto liscio? Certo che no, quando mai, meglio rendere movimentata una giornata che altrimenti non lo sarebbe stata abbastanza. E quindi, arrivata come richiesto, in mattinata  all’ospedale Brotzu, ho scoperto con un certo sconcerto che il mio nome non risultava da nessuna parte e quindi non dovevo fare l'intervento. Ho sollecitato l'infermiera affinchè controllasse meglio, ed eccola tornare con le news, pure scusandosi. Ero in lista, poi figurare o meno in questa lista doveva essere un optional. A questo punto mi hanno fatto accomodare e hanno assegnato anche il letto. Ormai ero rilassata e, diciamolo, pure rassegnata. Questa cosa s' aveva da fa' e andava fatta. Sì, ora sembra semplice … Dov' era la mia cartella? "E che ne so io?" "Come che ne sa? Qui non c'è, vada all'Oncologico a prenderla!" Io:" Ah, ah, devo ridere? La cartella non esce dall'ospedale se non per altre vie che non sono certo io. Se vado e la chiedo mi ridono in faccia. Andateci voi!"
" Noi non possiamo andare, deve essere l' Oncologico a portarcela. Lei signora non ha gli esami recenti?"
Giuro, ho sempre i miei esami dietro ( non si sa mai ), e quelli fatti pochi giorni prima li avevo appositamente ritirati proprio perché paventavo una cosa del genere, ebbe', mai, dico mai successo, il giorno li ho dimenticati a casa.  Ma non sarebbero comunque bastati. Come poteva l' urologo intervenire se non sapeva e non conosceva assolutamente niente di me? Da quel momento è cominciato un giro di telefonate, e tra un " Tocca a voi" e un altro" Tocca a voi", finalmente la cartella è giunta a destinazione e si è potuto procedere all'intervento.  Non ho sentito nessun dolore ( i giorni seguenti invece moltissimo), e' stata una cosa abbastanza veloce, mi hanno riportato in reparto e fino al momento delle dimissioni sono stata in corsia con altre tre pazienti che, per via della mia loquacità e vispezza, ho fatto in tempo a stordire a suon di chiacchiere. Dopo di che, viste le mie condizioni generali, non certo eccellenti, ma accontentiamoci, sono stata dimessa. Nei giorni seguenti ho avuto molti dolori ma sopporto molto, e sono finita di nuovo in urologia a causa di un grumo di sangue che ostruiva il catetere e che mi ha messo davvero paura. Ma alla fine tutto si è risolto o meglio, almeno quello si è risolto.   
Ora dovrò passare il resto della mia vita ( sicuramente non molta) con questo bel sacchetto attaccato a un fianco, ecco perché mi paragono a RoboCop, con tanti fili e filini, però io ho accettato di farlo e per vivere si fa questo e altro.  Farò finta di avere una borsetta. Del resto c'è chi si può permettere una borsa Louis Vuitton ed io non posso permettermi una borsa "Mon piscion?"