Il catetere dispettoso e una dottoressa poco simpatica

Il catetere dispettoso e una dottoressa poco simpatica

  • di Redazione
  • 15 Settembre 2020
  • Rita, poesie e non solo

Continuano le avventure di Rita Meleddu e lei ce le racconta sempre col sorriso

L'anno scorso, di questi giorni, si sfilò il catetere renale esterno che mi aveva tenuto compagnia per un anno esatto, mi aveva aiutato molto, ma anche penare non poco, ora vi racconto... L'aiuto che mi ha dato il catetere pur avendo un nome brutto… Pensate: "Catetere ", la parola già incute un po' di timore, l’apporto è stato grandissimo, incalcolabile, mi ha salvato il rene destro, col rene sinistro purtroppo non si è potuto intervenire, era già troppo compromesso, atrofizzato, completamente invaso dal tumore, è ormai un rene escluso. Povero, mi fa quasi pena, delle volte immagino che i miei organi interni giochino tra di loro, veramente loro si sono fatti gioco di me, giocandomi dei bei tiri mancini, ma io li ho perdonati, non porto rancore alle persone, figuriamoci agli organi che fanno da sempre parte di me. Me li tengo seppur malconci; consapevole come tutti, che se continuano a guastarsi per me sarà la fine. Dicevo, immagino i miei organi giocare tra di loro, fare diversi giochi tipo "trova l'intrusa, o le intruse",  riferito alle metastasi, oppure "corsa a ostacoli tra fegato e polmoni" o anche "il gioco del fazzoletto", qui due squadre si sfidano, vince chi riesce a soffiare più fazzoletti possibile. Naturalmente scherzo, ma il rene sinistro mi fa davvero pena perché, essendo escluso, non lo vuole più nessuno. Povero rene, hai combattuto tanto per non darla vinta alla malattia, ma hai dovuto soccombere... 
Ho detto che il catetere renale mi ha fatto degli scherzetti mica male, quando uscivamo ero sempre in ansia, e se si spostava? Se si impigliava? Se si apriva  come più volte è davvero successo? Viaggiavo conuna scorta di sacchetti e tutto l'occorrente che poteva servire in questi casi, asciugamani compresi. Quando capitava di stare a lungo fuori casa, ogni tanto, dovevo cercare una toilette perché il sacchetto andava svuotato per evitare che si aprisse involontariamente eppure nonostante queste accortezze, poteva accadere che si scollasse la sorta di anello di silicone, che praticamente si incollava al mio fianco, e teneva fermo il sacchetto,  e allora erano guai, diventavo all'istante una gran pisciona, una quantità incredibile di pipì. Sentite come è più carina la parola "Pipì" rispetto a "Urina". Urina fa subito pensare a ospedali e esami vari. Fatto sta che in qualsiasi modo la chiamiamo questo liquido fisiologico è bene che sia pulito e della giusta quantità. I nostri reni sono preposti a filtrare l'urina, lavorano per noi, e se questo liquido ambrato, pulito,  dovrebbe essere così, appare opaco, con tracce di sangue, e di quantità molto inferiore alla norma, o viceversa, è bene indagare, senza farsi prendere dal panico, però se si hanno certi sintomi, è bene accertarsi delle nostre reali condizioni. Ma tornando all'argomento clou di oggi, che poteva anche intitolarsi "Dimmi quanta e quale pipì fai e ti dirò chi sei", parlerò delle mie esperienze cateterine. Preciso una cosa, ogni volta che ci spostavamo per tratti lunghi e sapevamo che saremo tornati a casa tardi, cercavo di bere pochissima acqua; mentre si sa che quando si hanno certi problemi relativi ai reni, bisogna bere tanta acqua, proprio per aiutare i reni a depurarsi, perché la mia paura era che il sacchetto si riempisse troppo e l'urina potesse fuoriuscire. È accaduto tante volte in casa. Il sacchetto  si è aperto, oppure lo abbiamo dovuto sostituire anche 3 volte di seguito. Capitava che il fianco in cui andava posizionato era quasi sempre umido, in quanto l'urina riusciva a fuoriuscire dal piccolissimo foro nel quale era inserito il catetere vero è proprio; che altro non è che una sorta di pompettina, che viene agganciata, al rene con un intervento relativamente facile. Ma si sa che ogni intervento può nascondere delle insidie, questa sonda veicola l'urina dal rene direttamente al sacchetto che la raccoglie, e non più alla vescica, essendo il rene compromesso; questo catetere sostituisce le funzioni del rene malato, salvandolo allo stesso tempo, almeno con me finora è andata così. Certo devo controllare spesso la funzionalità renale con gli esami classici, ma sono naturalmente esami che sono da fare e vanno fatti. Ma dopo questa lungaggine pseudo scientifica, quasi una relazione sul rene e le sue funzioni, passo a dirvi cosa mi è successo una volta in un negozio.  Era inverno, un freddo cane, e avemmo la bella pensata di entrare in un negozio di articoli etnici, ma  giusto per vedere qualcosa, questo negozio aveva cambiato sede, dove si trovava prima era pieno di oggetti carini e aveva l'aspetto che deve avere un negozio, questo invece era un capannone commerciale, con persino il pavimento grezzo, e ancora semivuoto, oppure questa era la sensazione che si percepiva; essendo un locale molto vasto... Non c'era molto che mi piacesse, ma girando girando qualcosa comprammo, e precisamente, un cestino porta oggetti, 2 asciugamani che non sapevo ancora mi sarebbero serviti subito, e udite udite: uno scopino col suo contenitore, e un tappetino da bagno. 

Però che acquisti!!! Ricordo che io tenevo in mano ben stretti, lo scopino, delle volte qualcuno non volesse portermelo via, non si sa mai, e gli asciugamani. A un certo punto, senza motivo, guardo a terra, e … Orrore! Vedo qualche goccia di un liquido inconfondibile: "Pipì!!! ". Istintivamente mi tocco il fianco, sento un calore, capisco subito, che il sacchetto è strapieno e prossimo alla rottura, presa dal panico e temendo di fare una figuraccia stratosferica, e pure di bagnare tutto con "eau de piscion" non proprio profumata, mollo i miei acquisti peraltro scarsi e poco appetibili, a mio marito, dicendogli: " Paga tu, io esco fuori."  Non ricordo neppure di avergli detto del fattaccio che stava avvenendo sotto i nostri occhi, saluto a voce alta vista l'ampiezza del locale, la proprietaria che si trovava alla cassa, e corro via più veloce del fulmine, come un ladro, e non faccio per dire, sotto lo sguardo perplesso di Elio, e della proprietaria, la quale chiede a Elio se sono andata via a causa del freddo, in effetti molto intenso, e lui risponde che mi ero sentita male, ed ero uscita per questo motivo. Vista la mia fuga repentina quando ho visto la pipì bagnare il pavimento, anche se per fortuna erano ancora pochissime gocce, la signora deve aver pensato che avessi sottratto qualcosa, ma giuro che non sono una ladra, e in quel momento a tutto pensavo tranne che a rubare... 
Per tagliare corto con la storia, esco dal negozio di gran carriera, sento che il sacchetto sta per cedere sotto il peso della pipì, frugo velocemente nella borsa, alla ricerca delle chiavi che mi avrebbero permesso di aprire la macchina, prendere una bottiglia vuota e cercare di svuotarci dentro il contenuto del sacchetto che ormai era lì lì per cedere... Naturalmente non trovo subito le chiavi, dalla mia borsa come dalle borse di tutte le donne del mondo, esce di tutto, bottigliette d'acqua, fazzolettini di carta, penne, un pettine, una sciarpina che tengo sempre in borsa, non si sa mai, uno specchietto, il portafogli, tutta una serie di prodotti cosmetici, salviettine usa e getta, medicine e tanto altro, ma non le chiavi. Non avevo più tempo, sentivo approssimarsi il dramma. Alla fine presa dalla disperazione, apro un'altra tasca interna della borsa, e come per magia vedo apparire le tanto agognate chiavi. Ormai mi stava anche raggiungendo mio marito, dopo aver pagato naturalmente, io apro la macchina, prendo la bottiglia vuota, cerco di svuotarci dentro il contenuto del sacchetto, in un batter d'occhio lo vedo riempirsi, ma vedo anche che il sacchetto contiene ancora tanta pipì che ormai fuoriesce dal sacchetto, e mi bagna completamente il fianco, raggiunge velocemente anche il torace,  le spalle e persino le gambe.  Non capisco perché il giorno il sacchetto si fosse riempito così tanto fino a scoppiare, eppure non avevo bevuto tanto. Mah, resterà sempre un mistero. Certo è che a quel punto l'unica cosa che ci rimane da fare, è tornare a casa. Non potevo certo sedermi sul sedile bagnata com'ero. Allora tiro fuori dal cofano la borsa con gli asciugamani e i cambi di biancheria che mi portavo sempre dietro, proprio per contrastare questi episodi, ma come si può capire, non era il caso di mettermi a sostituire il sacchetto, o a cambiarmi le mutande in un parcheggio, allora dopo essermi lavata alla bell'e meglio, sistemo gli asciugamani appena comprati, che avevano bisogno di un bel lavaggio, ma quello non era il momento di cercare il pelo nell'uovo, e dunque, uno lo posiziono sul sedile per impedirmi di bagnarlo, e uno me lo appoggio sul fianco incriminato, tenendolo premuto per tutto il viaggio. Finalmente facciamo ritorno a casa, un viaggio un pochino travagliato, ma l'importante era arrivare a destinazione, lavarsi e sostituire il catetere dispettoso, anzi il sacchetto  dispettoso. Il catetere viene sostituito solo dagli urologi.
Mi sono accaduti più volte episodi del genere, per mia fortuna però si sono verificati quasi sempre a casa, oppure appena arrivati a casa, come accadde quella volta, un sabato pomeriggio, che eravamo andati in chiesa come facevamo solitamente, io indossavo un allegro vestitino, tutto bene, fino a che arrivando a casa, per essere precisi in garage, mentre mi stavo preparando a uscire dalla macchina, evidentemente mi sono mossa nel modo sbagliato, perché a un certo punto sento un calore inequivocabile al fianco che si propagava sempre di più, lascio la macchina velocemente; raggiungo il bagno, ma ormai il danno è fatto, sono più bagnata di una neonata pisciona, a questo punto non mi resta altro da fare, se non togliermi l'abito bagnato fradicio, la biancheria, fare una bella doccia e sostituire nuovamente il sacchetto. Ah, quante me  ne ha fatto passare "Mon piscion"! Però lo ringrazio ancora per il grande aiuto dandomi, mi ha salvato da un blocco renale e dalla dialisi, solo per questo merita rispetto...Ma cosa c'entra la dottoressa poco simpatica che compare nel titolo? C'entra c'entra, dovevo parlare anche di lei,  solo che come al solito mi sono allungata in maniera spropositata, e vi parlerò di lei sperando che non si riconosca, la prossima settimana!!