I capelli, tutti giù per terra

I capelli, tutti giù per terra

  • di Redazione
  • 26 Giugno 2018
  • Rita, poesie e non solo

Si ripete l’appuntamento del martedì con la rubrica curata dalla mitica Rita Meleddu

Uno degli effentti collaterali di alcuni farmaci chemioterapici più eclatante, visibile e destabilizzante è la caduta dei capelli o alopecia.  Questo accade perché i chemioterapici agiscono distruggendo le cellule malate ma anche sane, quindi anche i bulbi piliferi vengono danneggiati e talvolta si ha la caduta dei capelli.  Spesso la prima domanda che le pazienti rivolgono agli oncologi al momento scioccante della diagnosi è:"Mi cadranno i capelli?" Questo fa capire quanto alto sia l'impatto psicologico che la caduta dei capelli può avere sulle pazienti. Il 70% delle pazienti teme la caduta dei capelli, il 10% valuta la possibilità di non fare le cure. Io sicuramente faccio parte dell' 1 per mille di chi se ne frega di perderli. Tanto per far capire subito come la penso. Assistere alla caduta dei capelli non fa piacere a nessuno, ma da qui a farne una questione di vita o di morte ce ne corre...

È fastidioso, è vero, i capelli cominciano a cadere intorno al 15°/18° giorno dalla fine della prima chemio. Parlo naturalmente sempre a titolo personale e quindi per quanto concerne la mia esperienza,ma generalmente è così. I capelli cadono a ciocche, a mazzi, scivolano sul viso come tanti serpentelli capricciosi. Io li trovavo dappertutto, pur avendo indossato subito una cuffia e un foulard ben stretto, li trovavo a centinaia sul cuscino, per terra e prima che andassero a finire sul cibo che cucinavo ho optato per la soluzione più drastica e diretta: la  rasatura!
Ricordo perfettamente la prima volta che accadde. Fu più di 9 anni fa. Elio cominciò a rasarli, io ho tantissimi capelli, più li rasava e più ne avevo in testa pur avendo iniziato a perderli da giorni. Comunque alla fine se ne venne a capo (è proprio il caso di dirlo) e io ebbi la mia bella testa a lampadina.  Elio disse:"Ecco il nostro mostriciattolo!". Io mi guardai allo specchio e non mi riconobbi. È normale, non siamo abituate a vederci senza capelli, mi passai una mano sulla testa e mi sembrava che la mano non scorresse sul cuoio capelluto ormai privo della sua ragione d'essere, poi mi feci una grassa risata. Questo fu l'esordio.

L'anno scorso si è ripetuta la stessa scena. Ma questa volta, ho proceduto alla rasatura alle prime avvisaglie, senza aspettare la caduta massiccia dei capelli.  Elio per evitare che mi riempissi di capelli, mi ha adattato a mo' di vestito un grande sacco della spazzatura (pulito si capisce), me lo ha chiuso con in nastro adesivo, a questo punto sembravo una mummia, poi ha proceduto al rito della rasatura. Prima mi ha tagliato i capelli lateralmente cosi che sembravo un moicano, poi ha proseguito finché non mi è rimasto un solo capello in testa. Nel mentre mio figlio riprendeva tutta la scena col telefonino e ridevano di me. Ma ridevo pure io. Anzi ridevo più della prima volta.  Oggi la mia situazione è molto più critica di 9 anni fa e quindi a cosa valgono due peli in testa in confronto alla vita? A nulla! Senza neppure rassegnarmi perché non mi sono mai disperata prima per la caduta dei capelli, si va incontro alla nuova vita in assenza di chioma.  Non mi è mai sorto il dubbio tra la scelta di parrucca, foulard o testa nuda.  Foulard e bandane per sempre. A me non piace la parrucca. Uno perché è sempre uguale, statica. Due, credo che in estate faccia un gran caldo, tre, non mi sentirei a mio agio. Con i fazzoletti invece si può giocare e cambiare look ogni giorno. Ne ho tantissimi di colori diversi, anche se alla fine uso sempre gli stessi e utilizzando quelli in cotone si ha più fresco (in estate) alla testa. La prima volta che li rasai 9 anni fa, si era a maggio, faceva già caldo e non soffrii il freddo, cosa che invece è successa lo scorso anno.  Si era ad aprile (evidentemente sono una rasatrice primaverile) e faceva un freddo cane. Alla prima uscita pubblica ho dovuto indossare due foulard, la notte dovevo dormire con la cuffia di lana. Avevo un freddo alla testa terribile. Ora ho talmente fatto l'abitudine al foulard che pur ricrescendomi già da alcuni mesi i capelli, li continuo a rasare. È anche vero che Elio mi dice che in alcuni punti non mi stanno ricrescendo ( forse perché ho fatto la radioterapia alla testa) ma è anche vero che a me non interessa in alcun modo avere i capelli.  Mi ripeto e sarò pure noiosa, ma la contropartita è molto più importante della chioma più fluente.  

Capisco però pure chi soffre a causa dell'alopecia. Penso alle ragazze. Non è bello guardarsi allo specchio e non riconoscersi, non accettarsi, perché la verità è questa. Non ci si riconosce.  Ma siamo sempre noi. Dobbiamo solo stare bene con noi stesse. Quando qualche paziente mi chiede cosa fare quando perderà i capelli, io rispondo sempre di fare quello che si sentono.  Va tutto bene. La parrucca, il foulard, il turbante, o stare con la testa pelata. Ho visto ragazze bellissime calve. E la loro sicurezza nel farsi vedere senza una componente così importante della femminilità si ripercuoteva sugli altri. Non ho mai guardato una ragazza senza capelli con occhi diversi dal guardare chi invece li ha. Per me sono solo due donne. Non importa se una ha i capelli e l'altra no. Però l'accettazione deve avvenire in noi.  Se io stessa non mi accetto come posso pretendere che lo facciano gli altri? Dunque alla base di tutto c'è fare solo e unicamente quello che ci fa stare bene.  Ma non si può fare nulla per frenare la caduta dei capelli?

Ci sono alcune cuffie (molti ospedali ne sono dotati) raffreddanti che si indossano, provocando una vasocostrizione indotta dall'ipotermia, facendo sì che una minore quantità di farmaco venga assorbita. Questa cuffia può rallentare la caduta dei capelli. È utile nel caso di tumori solidi. Molte pazienti però non la tollerano perché puo' provocare una gran sensazione di freddo e cefalea. 
È ora disponibile una nuova cuffia iportermica o scalp cooler che risulta meglio tollerata.  È una cuffia a temperatura molto bassa (tra i 18 e 25 gradi) e va posizionata prima, durante e dopo la seduta di chemio.  Anche questa per alcune pazienti risulta fastidiosa o intollerabile. Mentre per altre no e anzi ottengono molti benefici dal suo utilizzo. Pure la cuffia può però avere effetti collaterali. Quello più temuto è il rischio di metastasi al cuoio capelluto, causato dalla mancata concentrazione di chemioterapico sulla sede d'applicazione della cuffia. Da noi a Cagliari non abbiamo queste cuffie. Naturalmente i pareri degli stessi medici sono contrastanti.  Fa bene, non fa bene.  Sarebbe auspicabile che soprattutto le pazienti che più temono la caduta dei capelli, potessero avere questa opportunità.  Un'arma per combattere l'alopecia.  Per quanto riguarda le parrucche, si sa che una parrucca di buona fattura  costa molto. Alcune regioni danno un contributo per l'acquisto della parrucca. In Sardegna non c'è. Oppure ci sono delle pazienti che avendo finito i cicli di  chemio, decidono di donare la loro parrucca a delle associazioni che poi  provvedono a loro volta a donarla a chi vorrebbe indossare la parrucca ma non può permettersela.  Ricordo e insisto sull'impatto  psicologico che può avere sulle donne ma anche sugli uomini, la perdita dei capelli e pensate quanto può stare male una persona costretta a indossare un fazzoletto perché non può permettersi una parrucca.  Anche quelle più scadenti costano molto e c'è chi non può permettersi neppure quelle.

Ora finisco con un aneddoto capitatomi all'inizio delle mie cure. Mi trovavo in una stanza in ospedale a fare la chemio.  Avevo a fianco una signora anziana ma non vecchia che mi chiedeva come mai io indossassi il foulard e non la parrucca. Addirittura se non me ne vergognavo. Risposi che non ho mai rubato e questo  sarebbe stato un buon motivo per vergognarmi, non il fatto che avessi il foulard in testa.  Poi prese a elogiare la sua parrucca. E quanto era costata, e che erano capelli veri e questo e quell'altro. Alla fine se ne uscì:"Pensi che neppure la mia parrucchiera si è accorta che ho la parrucca, mi ha detto che sembrano i miei capelli". A questo punto ho colto la palla al balzo e ho risposto:"Vede signora dov'è la differenza? La sua parrucchiera ha detto "sembrano". Una parola fondamentale.  Essere o sembrare non sono la stessa cosa.  Se ci togliamo io il foulard e lei la parrucca, siamo calve tutt'e due. Questa è la realtà". E la lasciai con un palmo di naso e la sua bellissima parrucca!