Donate il sangue

Donate il sangue

  • di Redazione
  • 18 Settembre 2018
  • Rita, poesie e non solo

Ritorna il consueto appuntamento del martedì con la rubrica curata dalla nostra magica Rita Meleddu

Pochi giorni fa ho vissuto un'esperienza fino a quel momento sconosciuta, ho ricevuto da un donatore anonimo,  un po' del suo sangue. Valore inestimabile.  Ma procediamo con ordine.  Da alcuni mesi la mia emoglobina stava scendendo.  Piano piano fino ad arrivare a 7. Chiaramente con l'emoglobina così bassa e altri valori sballati, non ho potuto fare la chemio. Pazienza! L'oncologa intanto avviava la procedura per far arrivare il sangue da un altro ospedale, che tra l'altro dista poche centinaia di metri dall'Oncologico. A questo punto, era ancora molto presto, visto che io arrivo prima dell'alba in ospedale, ho fatto un altro prelievo di sangue per fare i controlli e i confronti.  Sebbene le provette rechino ognuna la scritta con  il nome del paziente con i propri dati, è bene e giusto confrontare, non si sa mai, può sempre capitare un errore e vista la delicatezza della faccenda è meglio andarci cauti e fare le cose per bene. Intanto mi dispongo come faccio sempre ad aspettare con serenità e tanta pazienza.  E pazienza ce ne sarebbe voluta tanta, visto che il sangue è stato richiesto molto presto, ma io ho iniziato la trasfusione verso le 16. Non riesco a spiegarmi questo ritardo. Ci sono procedure da rispettare ed è giusto se non si vuole cadere in un errore umano (può capitare), ma francamente mi sembra di aver dovuto aspettare troppo. Per di più il giorno stavo particolarmente male, avevo la nausea che è diventata la mia compagna di viaggio nonostante a me non faccia piacere viaggiare con lei, e come se non bastasse la mia ormai nota lesione toracica si è messa a sanguinare, e l'ha fatto con grande impegno.  Ero zuppa di sangue, alla bell'e meglio con l' aiuto di un'infermiera, siamo riuscite a tamponare, ma non mi sono voluta far medicare. Non aveva senso. Avrei dovuto rimettere la canottiera e la maglietta piene di sangue, il che non è tanto igienico.  Ho preferito medicare una volta a casa.

Siamo arrivati a casa intorno alle 20, ed eravamo in ospedale dalle 6 del mattino. Certo se la sacca di sangue fosse arrivata prima, sarebbe stato diverso.  Le infermiere dell'Oncologico hanno telefonato varie volte al Brotzu, da dove sarebbe dovuto arrivare il sangue ma non si muoveva nulla. Credo che quando succedono certe cose, si dovrebbe subito sapere di chi è la responsabilità di ritardi e disguidi, e il giorno, non poteva addebitarsi di certo all'Oncologico, visto che la richiesta dell'oncologa è partita prima delle 9 del mattino. Sarebbe bello e giusto che ogni tanto qualcuno pagasse per i suoi errori, se fatti per incuria e negligenza e invece siamo in Italia e tutto passa in cavalleria.  Io sono la prima che stupidamente sopporta certi atteggiamenti e allora mi devo tenere quello che accadde. Ho tanta pazienza, forse troppa e mi pare sempre che posso tollerare tante situazioni di stress e disagio, ma il giorno stavo particolarmente male e ho sofferto tanto il dover aspettare.  Non vedevo l'ora di essere a casa. Il malessere non mi lasciava neppure dopo le cure che mi sono state prestate per osteggiare la nausea. Sono stata male ancora per tutta la serata e tutta la notte. Una notte che sembrava non dovesse finire mai.  Però alla fine è passata, come passa tutto. Ad ogni modo presto o tardi che fosse, ho fatto la mia prima (e spero ultima) trasfusione e mentre ricevevo questo dono preziosissimo, cercavo di immaginare chi fosse il donatore.  Sarà alto, basso, maschio, femmina, giovane o meno giovane. E che lavoro farà? Volevo ringraziarlo per la generosità dimostrata verso di me. In quel momento per me il suo sangue era più prezioso dell'oro o delle pietre preziose. In vena può scendere solo il sangue non certo oro colato. 

Mio marito ricevette il sangue da giovane in seguito ad un incidente, poi per tanti anni è stato donatore anche lui. Ed ogni volta che donava il sangue era felice. Poteva in qualche modo restituire quello che aveva ricevuto lui anni prima. Veramente non si riesce a capire il valore del sangue, della nostra linfa vitale, finché non  lo si riceve. Allora si dà il giusto peso a un gesto così nobile e disinteressato come donare il sangue. Questo mio scritto non vuole essere una lamentela per aver dovuto aspettare tanto il giorno della trasfusione, anche se non è giusto, poiché quando una persona fa una trasfusione, di certo non sta bene,  ma vuole essere solo ed esclusivamente un ringraziamento a chi fa dono del suo sangue a chi sta male e un invito a chi può a donare il sangue. Costa poco, non è doloroso ma può salvare una vita.