Continuare a vivere

Continuare a vivere

  • di Redazione
  • 24 Aprile 2018
  • Rita, poesie e non solo

Ritorna l’appuntamento del martedì con la rubrica curata dalla nostra magica Rita Meleddu

Questo è un periodaccio per me. Dopo alcuni mesi di tregua, non che sia stata benissimo ecco ritornare più forti di prima alcuni strani sintomi. Per confortarmi mi dico che essi dipendono dalle cure, ma non ne sono più così convinta. In effetti delle volte insorgono in seguito alla chemioterapia, altre mi appaiono come scollegati da essa. Ma in che cosa consistono nella fattispecie? Si parte dalla forte nausea che ormai non mi abbandona più (e non scema neppure dopo l' assunzione di antiemetici), alla febbre alta, ai brividi seguiti da un freddo fuori dalla grazia di Dio. Alcune volte non ho voglia di parlare né di rispondere a un semplice messaggio. È un malessere che non so ben spiegare. Spesso sono piegata dai dolori che insorgono improvvisi e sembrano non avere causa scatenante.  Ma la causa è sempre lui, purtroppo, il tumore che schiaccia i nervi e allora sono guai. Faccio già da cinque mesi la terapia del dolore e meno male. Altrimenti non so come farei! Però quando gli spasmi decidono di prendere il sopravvento è terribile. Capita che magari stia seduta e basta che assuma una postura non consona, che sembra che mi aprano e mi strappino le spalle. È un dolore profondo e sordo, con fitte come se mi dessero coltellate. Aggiungiamo anche la lesione toracica che quando ci si mette mi fa penare. Mi provoca una grave costrizione, mi pare di essere incapace di respirare. Come se il torace avesse difficoltà a espandersi. Per lo stesso motivo alcune volte non posso dormire completamente sdraiata, ma devo infilare dei cuscini sotto il corpo in modo che le membra rimangano rialzate. Eppure, allo stesso modo, certe volte ho una terribile sensazione di soffocamento.  La stessa lesione toracica non è mai uguale, ma è sempre in divenire. Quando l’ infermiera che viene a casa a curarmi mi aiuta a medicare la lacerazione, vediamo che ogni volta essa appare diversa. Un giorno può essere più chiusa, un altro appare più estesa. Cerchiamo di giocare con i farmaci che abbiamo a disposizione. Avendo una ferita aperta che alcuni giorni sanguina copiosamente, la paura è anche che si infetti. È successo già alcune volte. È da capire. Soprattutto in estate non è piacevole avere una ferita occlusa. Si può solo immaginare la quantità di germi che il calore contribuisce a formare. Finora sono stata anche fortunata. Curo questa lesione da almeno cinque anni e pur avendo avuto varie infezioni, sono sempre rimaste esterne. Non sono riuscite a entrare attraverso la cute. A chi mi chiede come mai non guarisce questa lesione, rispondo che purtroppo non è una semplice lesione, ma una formazione tumorale e quindi, se non scompare il tumore (cosa che ritengo alquanto impossibile), non scompare neppure questa lesione.

Per non farmi mancare nulla, a dicembre sono stata colpita da una brutta trombosi alla gamba sinistra. Non ho potuto assumere diuretici in quanto avrebbero fatto lavorare troppo l'unico rene rimasto (l' altro è pieno di tumore). Non ho potuto mettere la calza elastica, né farmi aiutare da massaggi drenanti perchè la trombosi non era causata solo dalla formazione di un trombo per l' appunto,  ma anche dal fatto che la malattia presente al livello della pelvi e della vescica, comprimeva sull' arteria facendo sì che il sangue scorresse meno velocemente. Ho dovuto fare le punture di eparina da metà dicembre fino a pochi giorni fa. Ora la trombosi è fortunatamente scomparsa. Persiste ancora l' edema alla gamba sinistra. Spero che poco alla volta scompaia anche quella. Per il fatto che il rene sinistro sia ormai escluso, quindi non lavora, e per il fatto che il rene destro sia andato in sofferenza, mi è stata prospettata la possibilità di inserire uno stent, un catetere che dal rene conduce alla vescica, in modo da agevolare la fuoruscita dell' urina. So che si tratta di un piccolo intervento.  Non di meno lo temo. Aiuto! Spero che mi facciano un’ anestesia appropriata. Altrimenti sentiranno le mie urla in tutta Cagliari. A settembre è stata scoperta una lesione, la prima, all'encefalo, trattata con Cyberknife, ora sembra morta. Buon per me e peggio per lei. Va da sé che adesso tema ancora di più la tac o la risonanza al capo. Però è qui, è proprio pertinente dire che non voglio fasciarmi la testa prima di essermela rotta. Spero sempre che ogni esame che faccio vada bene.
Questa è un po' la mia situazione attuale. Non piacevole a dire il vero, ma che posso fare? Aspetto la tac di maggio che svelerà gli arcani. Certo vorrei ricevere buone nuove (almeno una volta), nel frattempo continuo a vivere. Voglio vivere una vita vera non a metà.  Non è facile ma ci voglio provare. Almeno se dovessi cadere, non cadrò invano ma potrò dire di averci provato.