(Farfalla)

(Farfalla)

  • di Redazione
  • 27 Maggio 2021
  • (Parole tra parentesi)

L’amica Monica Badas, incantata, osserva le farfalla e racconta come si perda nella sua bellezza

L’ insetto più bello grazie all'infinita varietà di disegni e colori. Sono sempre rimasta affascinata dalla bellezza della farfalla, unica nel suo genere, che attraversa una lunga trasformazione per rinascere ancora indossando una nuova veste. L’aspetto più stupefacente della sua esistenza è la metamorfosi che subisce per diventare una creatura bellissima, eterea e leggiadra. Infatti, alla sua nascita, non è altro che un bruco, nemmeno molto attraente. Sin da bambina rimanevo incantata a osservare il fluttuare delle farfalle nell’aria, spesso in apnea per potermi avvicinare sempre un pochino di più per osservarle.
Quando ho terminato la chemio e la radio anche io mi sono sentita come una farfalla, perché proprio grazie alla malattia, ho trasformato la mia vita, il mio attaccamento ad essa e soprattutto ho imparato a scegliere cosa realmente volevo per me, non cosa gli altri pretendevano che fossi: ho lasciato la dimensione del "devo" per ascoltare maggiormente quella del "voglio". Poi un giorno mi sono imbattuta in un articolo che parlava di come la farfalle siano viste come messaggeri spirituali e che i messaggi siano inerenti ai loro colori.
Chiaramente ho sorriso nel leggere l’articolo, scettica e incredula, fino a quando mi è capitato un episodio. Nel 2016 finalmente assaporavo la prima vacanza post terapie nel sud dell’Inghilterra. Volevo portare mio marito nei luoghi dove avevo vissuto per un periodo da ragazza, luoghi in cui passeggiare e farsi rapire dai panorami mozzafiato. Il primo sono state le "Seven Sisters " una serie di scogliere di gesso che si affacciano sul Canale della Manica. Mentre camminavo una bella farfalla bianca ha iniziato a svolazzarmi attorno, si allontanava e ritornava, si allontanava e si riavvicinava. "Che strano" ho pensato tra me e me senza esternare quell’evento curioso. Poi ho pensato a Ele, la mia amica conosciuta nei corridoi dell’ospedale Businco che aveva lasciato troppo presto i suoi affetti e le persone che l’hanno amata. In quel momento mi sono fermata e ho detto "Ciao Ele", ho abbassato lo sguardo e tra i miei piedi ho trovato una bella pietra a forma di cuore, mentre la farfalla bianca era sparita. Ho preso la pietra e appena rientrata a casa l’ ho consegnata alla sua mamma, per poi scoprire mentre le raccontavo l’episodio e la osservavamo insieme che nel retro della pietra c’era una "E".