(Cielo)

  • di Redazione
  • 9 Dicembre 2021
  • (Parole tra parentesi)

Limpide e profonde riflessioni dell’amica Monica Badas si tingono di celeste confondendosi nel cielo terso 

Lo spazio entro cui si muove il nostro pianeta e che ci appare come una volta o cupola emisferica delimitata alla base dall'orizzonte. Sdraiata su una panca mi soffermo a guardare il cielo e le nuvole che lentamente si tingono di rosa all'imbrunire della serata. Non sempre ci si ferma a osservare ciò che la natura ci mette davanti agli occhi. Oggi, quelle nuvole, quei colori, quei movimenti lenti che le spingono come in una danza, hanno il sapore della libertà. Il cielo può essere osservato sdraiati su un prato, o sulla sabbia, su un'amaca o da una finestra. È bello pensare che io posso scegliere dove e come guardarlo. Per me è così, scelta e libertà, ma non per tutti è lo stesso. Penso a chi è in ospedale e guarda il cielo dalla finestra sdraiata su un letto, o a chi lo immagina da una finestra con le grate. Durante la malattia spesso sono gli effetti delle cure a dirci che è necessario guardare da lontano quel colore celeste, quel blu, quelle nuvole bianche grigie o nere. Non scegliamo non perché non vogliamo farlo ma perché la vita sceglie per noi e allora che si fa? Un ragazzo di 20 anni che guarda il cielo da una finestra, oggi mi ha detto che proprio da quella finestra ha imparato ad assaporare la vita in modo positivo e con fiducia verso il futuro. Mi sono commossa e ancora una volta grata per questa lezione di vita. Spero davvero che prima o poi tu possa godere del cielo limpido sdraiato su un prato.