Come incontrare una vera vipppsss

Come incontrare una vera vipppsss

  • di Redazione
  • 16 Febbraio 2021
  • Ma, soprattutto, vivere

Ritorna l'appuntamento con la rubrica curata dalla simpaticissima Francesca che dedica il racconto di oggi alla nostra amata Rita Meleddu. 

Allerta spoiler: Questo è un articolo Bonus, cronologicamente distaccato dal resto della storia, molto meno caustico e quindi non abituatevi troppo, grazie, ciao.


Quando sono stata dimessa dall’ospedale e poi sono andata a discutere dell’istologico con il chirurgo, gli dissi che ero in contatto con una persona che faceva parte di "Mai più sole contro il tumore ovarico" e lui mi rispose che facevo bene a prendere contatti con quelle signore, che erano sue amiche e avrebbero potuto capirmi. Io avevo già iniziato a leggere e spulciare tutte le rubriche. Nel corso del tempo ho continuato a leggere. Una delle voci che mi ha colpito di più è stata quella di Rita Meleddu, molto più. Buona e Pia rispetto a me, ma con quella verve autoironica e il carisma che servono per scrivere una rubrica di successo e per questo motivo ho letto i suoi articoli con moltissimo trasporto, specialmente quando se ne usciva con esclamazioni particolari, che a volte parlavano di terribili complicazioni della malattia e a volte parlavano di zucchine e di quanto poco piacessero a suo marito dopo che gliele propinava per mesi. Era indifferente di cosa parlasse, riusciva sempre a coinvolgermi e a farmi sentire meno la paura che, volente o nolente, una malattia come questa ti mette addosso. 

Un giorno di novembre è capitato che me ne stavo tranquillamente a farmi gli affari miei quando nella chat di gruppo dove di solito si riunisce il gruppo di "Maipiùsole" ho letto il nome di colei che ormai per me era praticamente una vipssss. Era proprio Rita, Rita Meleddu! In una nota vocale parlava con forza delle sue peripezie circa l’avanzamento della malattia, diceva che non stava benissimo, ma che non sarebbe mai stata ferma!  "Ma mica devo aspettare che venga la Morte a prendermi dal divano! Se vuole, mi dovrà aspettare!"  Insomma, quando senti una forza della natura che parla così, come fai ad aver paura di qualcosa? Raccontava poi di quanto sia importante aiutarsi a vicenda quando si è malati ed io allora mi ricordai subito di Zia M. che spese ore e ore al telefono ad aiutare me. Sentendo i suoi vocali io sono precipitata in brodo di giuggiole, infatti ho subito comunicato la mia ammirazione come in una letterina scritta con una di quelle penne multicolor al Cioè, spiegando che la leggevo sempre e che pure io, come primo nome mi chiamo Rita (maestraaaa guarda come sono bravaaaaaa!!!) Le scrissi che pure Zia M. mi aveva aiutato e che anche io non vedevo l’ora di farlo con qualcun’altra! Mi fa sorridere ora ascoltare quei messaggi e sentirla parlare di Dolores, così come io l’ho descritta nei miei articoli, percepita anche da lei come salda realtà Businchiana. La sua vita trascorreva sempre in un’altalena di problematiche fisiche e routine casalinghe, viaggi col suo  amato marito, sapeva raccontare questo e quello con naturalezza e simpatia. Diceva alla malattia "Mi vuoi venire dietro?! E io mica ti scaccio! E perché dovresti andartene? Tu con me ci stai bene: mangi bene, ti lascio al caldo e ti lascio al fresco, quindi perché dovresti andartene?" La cosa più bella è che non si percepiva come malata, cosa che non piace pensare neppure a me. Lo disse a una ragazza che aveva conosciuto all’ospedale, che aveva aiutato a porre fiducia nelle cure, dandole un sorriso e una carezza. Ero così emozionata nel sentire con le mie orecchie le sue parole, mentre diceva che anche se aveva tante metastasi guardava dove non c’erano e si beava semplicemente del fatto che in quel determinato punto non ce ne fossero.

Aveva fatto pace con la sua malattia, diceva che ogni tanto le voleva pure bene. Dopo questo suo intervento sul gruppo e la mia risposta emozionata, mi è stato proposto di scrivere una rubrica sul sito, che per pura combinazione condivideva con Rita il giorno di uscita. La mia rubrica, nonostante in questo ultimo periodo di grande fermento  (ehi  non  potete  spulciare  nel  futuro! Non vi  farò altri spoiler! Scordatevelo!) io abbia collezionato ritardi di uscita e quant’altro, mi ha fatto un bene all’anima che non potete immaginare!
Scrivere, comunicare e se possibile aiutare con le mie parole, mi dà gioia e significato.Credo di dovere questa bellissima esperienza proprio a lei, alla dolce Rita. Per me le sue parole sono di una ricchezza infinita. Ho sempre detestato la parola "guerriera" riferita a noi Tumorate, ma se c’è mai stata al  mondo  una  persona  alla  quale  si  addice  davvero,  per  la  quale  abbia  senso immaginarsi scudi lucenti e spade affilate, questa era Rita Meleddu. Non sapere quanto sarà lunga la mia vita mi spaventa, nonostante tutta l’ironia del mondo, ma se dovessi terminarla con la forza, il coraggio e la tenacia che ci ha messo lei allora sarò felice. Leggere le sue parole e ascoltarle su whatsapp mi ha fatto davvero sentire come se avessi visto per strada una vera celebrità! Io  non  ho  mai  avuto  l’onore  di  abbracciare  questa  donna,  non  ho  mai  potuto sorriderle, bere un caffè insieme a lei, ma leggerla, anche attraverso la stima di tutte voi altre, è stato impagabile e prezioso. La voglio davvero ringraziare e ricordarla con affetto sincero. Buon viaggio dolcissima donna!
Come dicevo non ho mai avuto il piacere di bere un caffè insieme a Rita, ma con la mia immaginazione, almeno un cappuccino, con lei me lo sono bevuto. Goodbye Rita!