L’amica Irene Spiga riflette sulla malattia e su come la interpretiamo. 

E se interpretassimo in modo errato la malattia?
Da tempo ho capito che la malattia, il degenerare delle cellule del nostro corpo, è la risposta ai dolori dell'anima, ai conflitti che non fluiscono, al creare realtà, situazioni dove dobbiamo imparare e far nostre esperienze.
Abbiamo bisogno di tempo per auto guarirci. Ma siam testardi, e non diamo ascolto ai bisogni energetici, alle emozioni. Siamo concentrati sul fuori di noi mentre tutto si forma prima all'interno, ma ci ostiniamo a prendercene cura solo al di fuori.
Curiamo la malattia ma non ci occupiamo dei sintomi, la malattia quando si palesa è già in via di guarigione.
Perchè ci massacra con questi concetti astratti? Direte voi.
E' solo voglia di parlare alla mia ansia perenne.
Siamo macchine predisposte alla sopravvivenza e lo dimentichiamo.
E allora ricordiamolo ogni volta che il corpo ci invita a non toccare un punto dolente, infiammato, ci invita ad essere gentili con noi stessi, a volerci bene, ad amarci.
Ci manca forse la fiducia?
C'è chi la chiama fede, diamogli il nome che più ci rappresenta, stiamo in ascolto e ricordiamo che siamo amore, lo stesso da cui nasciamo e rinasciamo tutti i giorni.