The sling

  • di Redazione
  • 17 Maggio 2024
  • La collana di perle di Giulia

L'amica Giulia Muntoni ci racconta le sue emozioni in balia dei controlli costanti e cadenzati

Da quattro anni le mie emozioni vengono testate continuamente, sottoposte a pressioni costanti in opposte direzioni, come un elastico tirato al massimo e poi lasciato andare. Come una fionda, tesa con forza e poi scaricata. Il lasso di tempo e’quasi sempre uguale. Ogni tre mesi mi sottopongo allo stesso processo, attendo l’esito di una TAC che potrebbe cambiare la relativa stabilità di una vita a cui mi son dovuta adattare. Ma poi tutto resta uguale, per fortuna. Solo che anche l’indole più bendisposta tende a cedere, a lungo andare. "Sarai felicissima", mi dicono ad ogni risultato positivo. Lo sono, ma è come se non potessi concedermi il lusso di fermarmi a gioire.  Forse anche la felicità si logora, se se ne abusa.

Comunque, inizia a non sembrarmi umana l’elasticità che dovrei possedere per affrontare sollecitazioni scandite da un ritmo così costante. Per quanta gratitudine io provi, mi accorgo di quanto sia sempre più breve, la distanza che separa la mia gioia dalla mia rassegnazione. Forse questo è solo un altro inevitabile effetto collaterale. O forse, come un surfista alle prime armi, mi manca soltanto la coordinazione per cavalcare le onde. Qualunque sia la verità, non posso che continuare a muovermi, provando a seguire le oscillazioni di questo mare. In fondo, "non c’è niente di più forte di una donna distrutta che abbia ricostruito se stessa", anche quando questo avvenga ogni tre mesi.