Stop waiting

Stop waiting

  • di Redazione
  • 12 Gennaio 2024
  • La collana di perle di Giulia

L’amica Giulia Muntoni ci regala riflessioni che profumano di felicità e di amore per le piccole cose

"Apprezza le piccole cose perché un giorno ti volterai e capirai che erano grandi" Io le apprezzo già.
 

Un tempo pensavo che sarei stata felice quando fossi riuscita ad essere indipendente. Mi martoriavo con un senso del dovere eccessivo e, nonostante buonissimi voti, quello che facevo non mi sembrava mai "abbastanza" . Così ho resistito , mi sono laureata e ho trovato un lavoro. Non era quello che avevo in mente ma era un inizio. Pensavo sarei stata felice quando fossi stata in grado di non lavorare coi turni, ma in un ufficio, e magari fare un po' di carriera. Così ho resistito, trovato lavoro in un buon ufficio, ottenuto una promozione. Poi ho perso mio padre, la mia stella polare, il mio ristoro, la mia pace. Il mio cuore ha sanguinato copiosamente per anni. Due e mezzo, per essere precisi. Pensavo che sarei stata felice quando fossi riuscita a superare almeno in parte quel dolore così lancinante. Ma non c'è stato tempo. Come l’onda di uno tsunami, una tempesta è arrivata ed ha travolto tutto. E’ stato buio per qualche tempo, come immagino l’universo prima della creazione. Poi tutto un rifiorire di gratitudine e tenerezza per la vita. Nove anni dopo, un’ ennesima onda alta come un palazzo, ancora la necessità di fare una stima di cosa fosse rimasto in piedi. Un percorso incerto da continuare, se pure stanca.

Da allora, sebbene sappia che tanto può ancora essere migliorato nella mia vita, non penso più che qualcosa debba accadere perché io possa essere felice. La mia felicità è imperfetta. La mia felicità è vera perché è imperfetta. La mia felicità è accettazione. Di me, degli altri, delle tempeste, della bonaccia. Delle ridicole aspettative che, spesso, ancora non riesco a non avere