Mission

  • di Redazione
  • 28 Marzo 2024
  • La collana di perle di Giulia

L’amica Giulia Muntoni ci conduce in un viaggio dentro sè tra emozioni e sentimenti

Di poche cose sono certa quanto del fatto che anche io, come tutti quelli che son nati, ho una missione. Come questo corpo minuto e spesso fuori controllo possa contenere una consapevolezza tanto forte ed una volontà tanto immensa è, anche per me, un mistero. Eppure è certo che, delle infinite risorse che sono state messe a disposizione della mia anima, nessuna è una coincidenza. Con un carico così prezioso da portare a destinazione, il minimo che io possa fare è continuare a trovare in me un coraggio ed una determinazione fuori dal comune.

l che, ovviamente, non sempre avviene.

Ma quando la mia anima è serena indosso un vestito raggiante. Divento pace, e le mie cicatrici assomigliano a sorrisi stampati sulla pelle.

Perchè so che, nel clamore o nel silenzio, c’è qualcosa di alto e indissolubile che mi guida. 

Serenità non vuol dire necessariamente che vada tutto bene. Anzi, il mio concetto di stare bene ha dovuto essere ridimensionato.

Eppure, non riesco a non trovare straordinario il fatto che ci si abitui a tutto. O almeno, finora, io mi sono abituata a convivere con qualsiasi evento. E non mi basta abituarmi, io voglio fiorire sulle situazioni, voglio spremere le esperienze fino a cogliere il senso di quello che mi è stato posto davanti. 

Ho notato che mai prima d’ora mi ero sentita tanto grata come da quando ho iniziato a trattare le difficoltà con una sorta di tenerezza: loro fanno quello che devono, e io provo a seminarle. Ognuno fa il suo. A volte vinco, a volte resto sotto e mi lecco le ferite. Ma mai mi pento di aver afferrato a mani piene un altro po’ di Vita.

E anche nei giorni in cui questa determinazione mi si sbriciola tra le mani prima che io abbia afferrato anche un solo concetto, mi è chiaro che il mio essere ancora qua non ha a che fare solo con me. 

Guardandomi intorno, mi distraggo dalla mia piccolissima realtà e ritrovo fiducia nella mia dimensione universale. Chissà, magari mentre giudico me stessa e rinnego le mie capacità durante una giornata no, il mio sorriso potrebbe comunque spargere la luce che non sento.