Let's do better

Let's do better

  • di Redazione
  • 19 Aprile 2024
  • La collana di perle di Giulia

La nostra Giulia Muntoni sa sempre trovare le parole adatte per descrivere le sue riflessioni e colorare il nostro venerdì

Chi ci perdonerà per l’amore che non avremo dato, quando avremmo potuto? Per la tenerezza inespressa, i sorrisi raddrizzati troppo velocemente, per i complimenti taciuti? Non è sempre facile avere il controllo delle proprie emozioni. I pensieri, ad esempio, sembrano avere vita propria e si agitano come fratelli in disaccordo dentro una casa in conflitto. Spesso è quasi impossibile fermarsi prima di cedere ad una provocazione gratuita, evitare di usare parole pesanti, come pietre lanciate con esasperazione dentro uno stagno immobile. Ma la vita è determinata dalle opportunità. Anche da quelle che non cogliamo. Non dobbiamo fare l’errore di perderle, le nostre opportunità.

L’errore di lasciarci vivere dalla stanchezza e dall'esasperazione anziché provare a salvaguardare la grazia. Seppure appesantiti nel corpo e nello spirito.
Anche quando la pazienza è poca e la frustrazione infinita sembra giustificare i nostri moti di rabbia. Coltiviamo la gentilezza, invece. Cerchiamo di scegliere i nostri pensieri e parole con la stessa cura con la quale sceglieremmo un abito elegante per un giorno di festa. Anzi, ancora con più attenzione. Invece di abbruttirci, infilandoci in futili diatribe e ripararci dietro parole diffidenti. L’amore non fallisce mai. Che questa parte della nostra vita si chiami: "a braccia aperte".

A quello che verrà e a quello che non verrà. All'amore incondizionato che proveremo per ogni atomo di questa terra quando la tempesta del momento sarà passata, e a quello che proveremo gli uni per gli altri, quando avremo rispolverato la versione migliore di noi stessi. Dovremmo chiederci se ci piacerà quello che raccoglieremo col sole, in base a quello che avremo seminato sotto la pioggia. Prima di quanto pensiamo, sarà di nuovo il tempo della comunione. Tempo di guardarle bene, queste braccia aperte, e di ricordarci quanto somiglino a un paio d'ali.