Torna l'imperdibile appuntamento con l'amica Giulia Muntoni, in un racconto capace di lasciarci con il fiato sospeso fino all'ultimo

"Vivere è come scolpire. Occorre togliere, tirare via il di più, per vedere dentro."
Ho tirato via molto, finora, per imparare a conoscere la vera ME. E sono pronta a farlo ancora e ancora, finché avrò vita
In questi mesi dal clima così incerto aspiro a sentirmi affine alla primavera. Forse dipende sempre e solo da noi, la stagione in cui viviamo. Non è forse gelido anche un sole d’agosto, quando si senta nell’animo il freddo della solitudine e della disconnessione dagli altri? Se è vero, però, che non si possono far apparire miracolosamente situazioni che non esistono, è anche vero che si possono almeno creare le condizioni perché quello che più desideriamo si manifesti.

Spesso mi chiedo come si possa conciliare la paura della morte, che la malattia continua a insegnarmi,  con la gioia di vivere che ho sempre avuto. E ammetto, non l’ho ancora capito. Ogni giorno è un campo di battaglia tra queste due forze, ogni giorno sono tentata di restare a terra, perchè mi sembra che il nichilismo abbia acquisito argomenti che prima non aveva. Ma ogni volta, infallibilmente, qualcosa di testardo, ancora prima che di razionale, mi fa tirare su.
Hai presente quando continui a fare lo stesso errore, senza riuscire a fermarti? Da fuori sei come il protagonista di un film su una macchina lanciata a tutta velocità verso un burrone, dopo che il nemico l'ha legato come un salame allo sterzo. Mentre sfreccia ti senti partecipe, fai un tifo sfrenato, sai che prima o poi, con un colpo di scena, si salverà.
Ecco, guardami: proprio prima di schiantarmi ho messo le mani sul volante. E anche per oggi puoi rilassarti: mi salverò.