Ritorna il mercoledì dedicato alla rubrica curata dalla nostra amica Rosalbina Gencarelli

Avevo un po’ accantonato i sapori delle giornate fuori, tra le vetrine e le luci colorate. Forse perché un anno fa li ho amati più di ogni altro anno della mia vita ma non potevo gustarmi nemmeno una semplice passeggiata. Nel ponte dell’Immacolata mi sono regalata un giro natalizio in città, tra sole, vento e pioggia. Oggi noto tutto con più cura, la fretta dei regali perché non amo farli come capitano, in quanto non è un dovere per me ma è ciò che amo fare per chi amo, assaporare i profumi di dolci natalizi, le luci, le mille luci. Sì, è vero, credo che dopo la malattia io sia ritornata bambina, per come mi meraviglio delle cose semplici, nella ricerca delle coccole specie quelle di mia madre, ad avere voglia di sorridere sempre e essere strafelice di fare le cose che prima di ammalarmi facevo senza dare peso. Oggi rido, certo piango nel mio dolore riservato, perché come potrei dire di non soffrire e di non aver paura, per tutto ciò che ho subito perso e per l’ansia di essere in questo limbo, ma poi dopo un po’ ritorno a sorridere e vedere un film con serenità.

E a fare foto, immortalare tutto, instanti, momenti e soprattutto il mio viso che solo io e chi purtroppo ha lo stesso mio dolore, sa cosa vuol dire. Specchiarsi e non trovarsi. E oggi immortalo capelli, occhiaie e borse sparite e…aspetto solo di passare queste feste con chi amo e ho sempre amato più di tutto: la mia famiglia. Aspettando il Natale e aspettando Babbo Natale, a cui ho chiesto un gran dono, lo stesso dell’anno scorso.