Tra rabbia e consapevole felicità

Tra rabbia e consapevole felicità

  • di Redazione
  • 6 Gennaio 2020
  • I Mille Colori di Fausta

L’amica Fausta Giorgia Mascia ci regala un altro dei suoi unici racconti

La malattia ha levato tante cose: paralizzandomi le gambe mi ha tolto  la possibilità di camminare sola e senza gruccia nonché di guidare e decidere di uscire, per conto mio, anche per una semplice passeggiata. Tutto il mio fare è veicolato da una gruccia, un deambulatore, una persona che mi aiuta con gradini e dissesti del terreno. A tutto ciò si è aggiunto il cancro che mi crea spossatezze per cui accuso malori. Di qui si capisce che la mia autonomia si va a far friggere! Ma sono viva! Viva a metà, autonoma a metà, guarita forse … È un percorso lungo e non si guarisce, si cura. Avrei voglia, talvolta, di arrabbiarmi e spaccare tutto. Poi penso che non servirebbe a niente. Non cambierei le cose anzi le peggiorerei. Così sto imparando piccoli trucchi per sveltire il mio muovermi. Cucino seduta. Sto in piedi contro il deambulatore per fare le pulizie, di modo che se mi sentissi cadere posso aggrapparmi ad esso. Quando esco prendo a braccetto mio marito. Quando sono spossata sto in poltrona a sferruzzare, scrivere, guardare la tv. Non è certo la vita che mi sarei augurata, ma se guardo tanti infelici, mi sento fortunata e so di avere ancora tanto da fare, da dire, da amare. Così, con questa certezza, vivo, non mi alieno e credo che non è poi così male la mia, pur difficile, vita. Posso ancora fare molte cose e per le altre pazienza! L'importante è essere viva e propormi ogni giorno una chance per migliorare le mie prestazioni e dire alla vita "mi hai piegata ma non spezzata" e, piano piano, recuperò quel tanto che mi restituirà sicurezza, serenità, autonomia; ci sto lavorando ogni giorno, so che posso farcela!