Un'estate per rinascere

Un'estate per rinascere

  • di Redazione
  • 10 Gennaio 2019
  • Ho smesso di pianificare...ho iniziato a vivere!

Torna l'appuntamento bisettimanale con la rubrica curata dalla nostra Daniela Cadeddu dal titolo "Ho smesso di pianificare...ho iniziato a vivere!"

Nell’estate del 2015 scoprii di avere risorse interiori che non avrei mai immaginato mi appartenessero.

Il mio intervento venne pianificato per il 14 agosto. Andai a Milano la sera del 13, sola. Matteo mi raggiunse la mattina dopo perché gli incastri lavorativi e familiari non ci permisero di viaggiare insieme.

Paradossalmente conservo un bel ricordo di quella notte: ero agitata, ma non angosciata. Ricordo una buona cena in albergo e la lettura di un libro che mi teneva compagnia. Ricordo la speranza che mi riempiva il cuore e che mi spingeva verso la meta. Non pensavo al grande cambiamento che mi attendeva, ero determinata a cacciare via l’intruso infame che si era annidato dentro di me. Avrei fatto tutto ciò che era necessario per vincere la battaglia, l’operazione sarebbe stata solo il primo passo verso la liberazione.

Una serie di imprevisti in ospedale fece slittare l’intervento al 17 agosto.

Mio marito dovette ripartire per la Sardegna la sera del 15. Il nostro bambino aveva poco più di un anno, non fu possibile gestire diversamente la situazione in quel momento.

In quei giorni mi confrontai con una realtà che prima di allora avevo immaginato cupa e triste: con immensa sorpresa incontrai persone cariche di positività. Persone che combattevano con il sorriso e la forza che si scatena quando il puro istinto di sopravvivenza prende il sopravvento e fa tirare fuori ogni risorsa possibile. Alcune di loro le sento ancora e le considero come parte della famiglia.

La mastectomia arrivò (finalmente!!)

Il ricovero durò qualche giorno più del previsto. Porto nel cuore i medici e le infermiere che si presero cura di me mentre mi trovavo lontana da casa. Pensai di aver fatto la scelta più giusta per me, per il cammino che avevo intrapreso.

La stanchezza era tanta, ma la determinazione era maggiore! Dovevo rimettermi in piedi per andare a riprendere in mano la mia vita, non avrei permesso al cancro di strapparmi tutto, avrei vinto io.

Il senso di angoscia delle prime settimane stava lasciando spazio a grinta ed energia, stavo accogliendo una donna nuova… ero pronta per nascere una seconda volta...