Questa lunga storia d’amore!

Questa lunga storia d’amore!

  • di Redazione
  • 30 Agosto 2022
  • Amor vincit omnia

L’amore e la speranza possono sfondare muri apparentemente indistruttibili, ce lo racconta l’amica Daniela Zedda  
DISCLAIMER:
Tutto ciò che abbiamo amato profondamente non potrà mai andare perduto, perché AMOR VINCIT OMNIA! 

Che strana la vita! Un’estate sicuramente intensa, e non convenzionale, ricca di avvenimenti, di novità, non sempre piacevoli. Ma è proprio così che succede. Dicono che i giorni tristi e grigi, passino esattamente come tutti gli altri. Ed è vero. VIVIAMO UN PO' TUTTI, SEPPUR IN MANIERA DIFFERENTE, SEDUTI SU UNA GIOSTRA DI EMOZIONI, che talvolta ci porta in alto, tante altre volte in basso, e altrettante volte fatichiamo a dare una spiegazione plausibile, a comprendere il perché o il motivo per cui certi avvenimenti abbiano caratterizzato la nostra vita, piuttosto che altri. E così, capita che a volte, per un attimo, la mia mente si perda, provando ad immaginare e a fantasticare su come sarebbero andate le cose se non mi fossi mai ammalata. La mia vita è proprio cambiata in questi due anni, o forse lo è soprattutto l’approccio e la percezione che ho della stessa. Lo so che con i sé e con i ma non si va da nessuna parte, e che le mie son solo fantasie…ma, in alcuni momenti mi rilassa poter costruire quell’infinità di mondi e scenari fantastici, in cui tutto può ancora accadere, proprio come fa un bambino quando con il suo pastello a cera e i mille colori, comincia a tracciare i tratti di un paesaggio immaginario sul suo candido foglio bianco. E, SEPPUR PERPLESSI, CI RIMETTIAMO QUINDI IN PIEDI, CARICHI DI SPERANZA, PRONTI AD ACCOGLIERE NUOVE, IMPREVISTE E TALVOLTA IMPROBABILI POSSIBILITÀ. Non può piovere per sempre, d’altronde. E… alla fin fine delle cose, giungiamo tutti alla medesima conclusione: le cose andranno come devono andare e seguiranno la direzione stabilita, e il nostro urlo "Mi oppongo vostro onore!", a volte, non potrà che disperdersi muto, come un’eco in un profondo canyon. È IL CORSO DELLA VITA. C’è un solo modo per influenzarlo, ed è con il nostro atteggiamento. NON SIAMO TALVOLTA, LIBERI DI POTER IMPEDIRE CIÒ CHE SARÀ, MA SIAMO LIBERI DI POTER DARE UN SENSO BEN DEFINITO A CIÒ CHE ACCADE ADESSO, IN QUESTO PRECISO ISTANTE. CON LA NOSTRA GRINTA, LA NOSTRA TENACIA E DETERMINAZIONE, CON QUEL PIZZICO DI INCOSCIENZA E DI SANA FOLLIA, CHE IN QUANTO TALE, VA SEMPRE ALIMENTATA. Quest’estate ho visto volar via un altro pezzetto del mio passato, e ho detto addio al mio caro padrino, 90 anni compiuti poco più di 24 ore prima…  

E IL CIELO È SEMPRE PIÙ BLU! 

Che dire….  

Ognuno di noi è frutto, ed è influenzato, nel suo agire in parte dagli insegnamenti appresi, e in parte da ciò che trae, dalle esperienze di vita che ha vissuto, rielaborate attraverso il proprio libero pensiero. Apprendiamo quindi, non solo ciò che ci viene insegnato, ma apprendiamo anche e soprattutto soffermandoci, talvolta consciamente o talvolta inconsciamente, sull’agire e l’esempio di coloro che hanno attraversato la nostra vita, sia esso positivo, o meno.  

E, allora, che dire… 

Se dobbiamo dirla tutta, per me, MIO ZIO È STATO VERAMENTE UN GRANDISSIMO ESEMPIO DI RESILIENZA, TENACIA, FORZA DI CARATTERE E DETERMINAZIONE. Non so quanti altri, alla sua età avrebbero scelto deliberatamente e ostinatamente di volercela fare in piena autonomia a tutti i costi, fino all’ultimo, proprio come è riuscito a fare lui. È sempre stato un esempio di uomo libero e determinato: quando prendeva una decisione, quella era, e quella rimaneva, e nonostante l’età oramai avanzata e soprattutto i suoi limiti fisici, continuava a scegliere, giorno dopo giorno, l’autonomia e la libertà. Lui che aveva scelto come moglie una donna straniera, olandese, una donna dalla mentalità aperta, fine ed elegante, ma allo stesso tempo forte e decisa. Due nazionalità e culture completamente differenti. Lui il classico italiano, occhi e capelli scuri, lei la classica nordica, bionda con gli occhi di un azzurro cielo che ti ci potevi specchiare dentro. Lui forte e posato, lei fine e austera, ma dolcissima e delicata nei tratti e nei modi di fare. Emigrato in Olanda, come tanti in quegli anni, scelse come moglie una donna del posto, Jantie Kolk, che per noi divenne semplicemente zia Gianna. Noi nipotini sardi, quando ogni estate venivano a passare le vacanze in Sardegna, a casa di mia nonna, la guardavamo con occhi strabiliati: lei così diversa da noi, così colorata, lei che parlava in quella lingua strana, che parlava con gli animali, e accarezzava le piante.  ERANO UNA COPPIA UNITA E AFFIATATA, DUE NAZIONALITÀ DIVERSE, DUE CULTURE DIVERSE, DUE MENTALITÀ DIVERSE, CAPACI PERÒ DI RISPETTARSI RECIPROCAMENTE NELLA TOTALITÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDEVANO SEMPRE DI COMUNE ACCORDO. Lei di solito indossava abiti austeri, ma sempre colorati, blu, viola o fioriti, e capelli dalla larga falda che nel piccolo paesino la rendevano ancor più atipica. Era una bella donna, pareva proprio una "signora", e non passava di certo inosservata. Ma non era solo nell’aspetto che differiva dagli altri, ma soprattutto nel pensiero, aperto e libero. UN UOMO LIBERO NON POTEVA CHE ACCOMPAGNARSI A UNA DONNA LIBERA. Anticonformisti, ma anche seri e tradizionalisti allo stesso tempo, erano una coppia veramente moderna e dalla mentalità aperta, per quegli anni. Lei, donna attenta e acculturata, aveva mille passioni: il ricamo, la scrittura, la fotografia, i viaggi, i fiori e gli animali. Scattava foto di tutto ciò che potesse per lei avere significanza particolare, le incollava sui quaderni e vi annottava accanto delle precise e dettagliate riflessioni personali, sia in lingua italiana che in olandese. In questo modo desiderava conservare memoria di sé, di ciò che era stata la sua vita, e quella della sua famiglia. QUEGLI STESSI QUADERNI CHE, DOPO TANTI ANNI, SONO PASSATI NUOVAMENTE TRA LE MIE MANI, RICCHI DI RICORDI E STORIA FAMILIARE… 

Era una donna che aveva riempito la sua vita di tanti interessi al di là del lavoro, a tempo pieno che fino alla pensione, come Responsabile di reparto svolse in una fabbrica di cucito olandese, una donna a tutto tondo, insomma. COMPLETA, NONOSTANTE LA MANCATA MATERNITÀ, che il destino decise di interrompere moltissimi anni prima, a causa di un distacco di placenta a gravidanza avanzata, che ne impose lo svuotamento e ne precluse le future gravidanze, impedendo definitivamente loro di realizzare il sogno di diventare genitori. FU UN GRANDE DOLORE PER ENTRAMBI, MA NONOSTANTE QUESTO COSTRUIRONO INSIEME UNA VITA PIENA, FATTA DI INTERESSI, PASSIONI E SODDISFAZIONI. DI RISPETTO RECIPROCO DELLE LORO SINGOLE INDIVIDUALITÀ. UNA BELLISSIMA E COMPLETA FAMIGLIA A DUE.  

Zedda Giuseppe Antonio, un nome all’anagrafe e uno in casa, a causa di un disguido e di un errore commesso dall’ufficio anagrafe nel lontano anno 1932, che lo vedeva Antonio sulla carta d’identità e Giuseppe detto Pepi, in famiglia, è andato avanti anche dopo averla persa, una decina d’anni fa. Lei che era la sua compagna di vita, l’altra metà del suo cielo, il suo sostegno, lei, e solo lei, che sapeva ascoltare i suoi silenzi e farne dialoghi, che sapeva comprenderlo al di là delle discussioni e delle difficoltà che caratterizzano la vita d’ognuno di noi, e d’ogni coppia che dura nel tempo. Perché poi È PROPRIO QUESTO CHE ACCADE TRA COLORO CHE SI AMANO VERAMENTE: quando ci si perde, ci si trova smarriti e lì, lì bisogna scegliere, se abbandonarsi allo sconforto, o se riprendere in mano la propria vita, perché, la vita continua. VITA CE N’ERA ANCORA, ANCHE PER LUI. Lui poteva, doveva farcela, doveva continuare a vivere anche per lei. E ha deciso di farlo, di ricostruire, di riiniziarsi. Con fatica, è certo… e avrà avuto sicuramente diversi momenti di tristezza: chissà quante volte ne avrà sentito la mancanza, ma pian piano ha compreso che la sua vita doveva proseguire anche senza di lei. Anche senza la sua amata Gianna. Di lei ha, negli anni, però conservato la casa intatta, come fosse un mausoleo, e ne ha accudito i gatti che tanto amava. Nulla doveva essere spostato, modificato, perché probabilmente a lui quell’ordine immutato serviva per CONSERVARNE INALTERATA LA SUA COSTANTE PRESENZA NEL CUORE.  

Cos’è che ci permette di continuare a vivere nel ricordo di chi rimane, consegnandoci in questo modo all’eternità? NOI CONTINUIAMO A VIVERE ATTRAVERSO CIÒ CHE SIAMO STATI, ATTRAVERSO LA TRACCIA CHE ABBIAMO LASCIATO, PERCHÉ IL MODO IN CUI SIAMO, IL MODO IN CUI CI PONIAMO E INTERAGIAMO INFLUENZA CHI CI CIRCONDA, SOPRATTUTTO CHI CI CRESCE ACCANTO, CHI È IN FORMAZIONE, E CI GUARDA E CI SCRUTA CON OCCHI ATTENTI E CURIOSI.  

E se dovessi quindi, chiedermi "Che cosa mi hanno insegnato i miei zii?" Non posso che rispondere ciò che da un po' di tempo a questa parte continuo a ritrovare sulla mia strada, come se il loro insegnamento riecheggiasse nell’aria, e provenisse da più voci, comprese le loro:  NON FARE NIENTE CHE TU NON SENTA PIENAMENTE TUO, ASCOLTATI, CURATI, AMATI QUANTO AMI GLI ALTRI. SII SEMPLICEMENTE ED ORGOGLIOSAMENTE FEDELE A TE STESSA, SENZA SENTIRTI NECESSARIAMENTE OBBLIGATA A UNIFORMARTI AL PENSIERO ALTRUI, VIVI PIENAMENTE SCEGLIENDO CIÒ CHE È PIÙ GIUSTO PER TE, NEL RISPETTO DEGLI ALTRI, MA ALLO STESSO TEMPO NEL PIENO RISPETTO DI TE STESSA. 

Le cose non accadono mai per caso, e spesso portano con sé un piccolo insegnamento a chi presta l’attenzione necessaria per poterlo afferrare. Lui è andato avanti, nonostante avesse perso la sua compagna di vita. Ha ricostruito la sua vita da capo, ha accettato volente o nolente i suoi limiti fisici, MA NON HA MAI CEDUTO, RAGION PER CUI MI PIACE CONTINUARE A PENSARE CHE SI PUÒ SEMPRE SPERARE, CHE A VOLTE LA FORZA DI VOLONTÀ, A BRACCETTO CON LA SCIENZA, E PER VOLERE DI QUALCOSA O QUALCUNO CHE STA AL DI SOPRA DI NOI, POSSANO COMPIERE MIRACOLI, POSSANO SFONDARE MURI APPARENTEMENTE INDISTRUTTIBILI, E POSSANO CREARE ANCHE REALTÀ APPARENTEMENTE IMPENSABILI.