

Una visita a sorpresa
- di Redazione
- 15 Gennaio 2019
- Rita, poesie e non solo
E’ martedì ed è giunto il momento di farci deliziare da un racconto della nostra Rita Meleddu.
La settimana scorsa è stata molto pesante psicologicamente e fisicamente. Venerdì ha raggiunto il culmine. Da giorni stava molto male una carissima amica, la sua vita si stava ormai spegnendo e alle 6:00 del mattino, mentre mi trovavo nella cappella dell'Oncologico ho ricevuto la notizia della sua scomparsa. Un dolore sordo si è impossessato di me, ero incredula sebbene fossi consapevole che la vita di Miranda si stava spegnendo, ma non si è mai pronti a ricevere certe notizie. "Dio se puoi allontana da lei questo calice, tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà..." che parole pesanti e terribili. Purtroppo la mia Miranda ha dovuto bere da questo calice fino in fondo. Sono stata pervasa da una tristezza senza fine, allo stesso tempo ero però serena e quasi felice per Miranda, soffre chi è rimasto. Soffre il figlio, il marito, la sorella, i parenti e chiunque le volesse bene ma lei ormai e finalmente non soffrirà più.
Verso le 7:00 sono salita in reparto, ho fatto il prelievo di sangue per capire se potessi fare la chemio, poi mi sono recata con mio marito in un baretto nei pressi dell’Incologico per fare la colazione. Dopo siamo rientrati in ospedale in attesa che la dottoressa mi chiamasse per sostenere la visita. Finalmente dopo un paio d' ore, sul display è apparso il mio numero, ho fatto la visita, la dottoressa mi ha detto che i miei esami del sangue andavano bene e potevo fare la chemioterapia. Così non rimaneva che attendere che in farmacia preparassero l'infusione e che finalmente mi chiamassero. Delle volte bisogna attendere molto e venerdì era uno di quei giorni. Può capitare che mi chiamino presto o no, dipende dall' ora in cui arriva in reparto il farmaco. Ho molta pazienza e aspetto, del resto non è colpa di nessuno, sono veramente tanti i pazienti che fanno le terapie, e sono terapie talvolta lunghe, la mia ad esempio dura più di 3 ore. Piano piano però andiamo via tutti. Le infermiere sempre pazienti ci assistono e ci fanno compagnia durante le lunghe ore di cura. Spesso un libro della "Piccola biblioteca" dell' ospedale è mio compagno, ma venerdì non ero in vena di leggere, il pensiero fisso di Miranda occupava la mia mente. Ero anche molto stanca o forse non stavo bene e non è una novità, insomma ero infastidita, non riuscivo a stare ferma sulla sedia, ogni tanto mi alzavo, facevo due passi e poi mi risedevo. Ero anche parecchio assonnata, è vero che eravamo in piedi da prima delle 4:00 del mattino per essere presto in ospedale, ma altre volte sono stata più lucida. Venerdì ero come tramortita, ogni tanto sentivo la testa ciondolarmi e non vedevo l' ora che mi chiamassero per la terapia. All' una passata mi hanno chiamato e mi sono accomodata nella mia poltrona. Sono riuscita a fare qualche pisolino poi ho scambiato due chiacchiere con la compagna di stanza. Verso le 15:00 ho ricevuto la graditissima visita della mia amica Maria, un' amica del gruppo di cui facciamo parte, non ci si vedeva da molti mesi e ogni volta siamo sempre di fretta, così riusciamo sempre, a malapena, a salutarci, ma venerdì avevamo tempo. È anche vero che ho accolto Maria con una serie di sbadigli dovuti non alla noia o al fatto che non gradissi la sua presenza, tutt'altro. Era l' effetto dell' antistaminico. Sbadigli e sonno che non vi dico, poi mi sono svegliata per bene e allora una bella chiacchierata non ce l' ha tolta nessuno. Inutile dire che l'argomento principe e triste è stata la scomparsa di Miranda, tra l' altro Maria era venuta in ospedale proprio per dare l' ultimo saluto alla nostra amica credendo di trovarla nel nostro ospedale, invece Mira si trovava in un'altra struttura. Abbiamo deciso allora di recarci insieme a salutarla. Così abbiamo fatto e seppur col cuore a pezzi abbiamo trascorso del bel tempo insieme. Per Mira non potevamo fare più nulla, lei ormai stava bene, per noi sì, potevamo fare qualcosa: scaldarci il cuore e consolarci a vicenda. Credo che niente avvenga per caso, nessun incontro, il nostro non era assolutamente programmato eppure è avvenuto. Ringrazio Maria perché sono stata felicissima e in quelle ore che siamo state insieme con la sua gioa di vivere è riuscita a tirarmi su e a farmi capire che anche quando non sembra e ci mette di fronte a situazioni tristi e drammatiche, la vita è sempre bella.