

Una parvenza di normalità
- di Redazione
- 5 Maggio 2020
- Rita, poesie e non solo
La nostra Rita Meleddu ci racconta la lenta rinascita e l'inizio della Fase 2 dopo la reclusione forzata degli ultimi mesi
Da lunedì 4 maggio, è iniziata la fase 2, per quanto riguarda la gestione del Covid-19. Vengono allentati i freni che hanno tenuto chiusi in casa per quasi 2 mesi milioni di italiani. Il Lockdown, che significa letteralmente "confinamento" diventa un po' meno rigido.
Dal 4 maggio quindi cambia qualche regola, ossia si avrà la riapertura graduale di attività, come ad esempio la riapertura di aziende manufatturiere e altre attività. Tornano al lavoro 4.000.000 di persone, un numero impressionante, ma rimangono ancora chiuse molte attività come ad esempio i bar, i ristoranti, parrucchieri, estetiste e tante altre.
Il ritorno al lavoro dovrà avvenire in sicurezza, rispettando il distanziamento sociale e adottando tutti i presidi necessari a prevenire il contagio, come l'uso delle mascherine, i guanti, e l'uso di gel disinfettanti.
Certo non è facile, moltissime aziende hanno dovuto riadattare i loro spazi di lavoro a questa emergenza. Si parla di locali enormi, come capannoni dove si può lavorare in sicurezza, ma ci sono anche locali atti al lavoro, con spazi molto ridotti, basti pensare a certi negozi di abbigliamento, dove se ci sta la commessa non ci sta il cliente. Come possono fare? Non possono inventarsi spazi che non hanno, è chiaro che subiranno gravi perdite, sono tante le attività, che usufruiscono di spazi ridotti per poter lavorare, e che sono in seria difficoltà; perché non possono garantire neppure le distanze di sicurezza una volta che riaprono. I luoghi di lavoro poi dovranno essere sanificati spesso, immagino che sia difficile per tutti, tanto più quando i luoghi da sanificare sono molto estesi.
Ci sono tante cose di difficile realizzazione. Tutto quello che prima era normale, ora non lo è più. Penso ad esempio alle parruchiere. Quando riapriranno i loro negozi avranno la regola di ricevere i clienti previo appuntamento, e un cliente per volta. Sicuramente in un salone di parrucchiera molto esteso, e dove lavorano più persone contemporaneamente, potranno accedere all'interno del locale più clienti. L'importante è che si possa garantire il distanziamento sociale, e prendere le dovute accortezze per lavorare in tranquillità e far sentire al sicuro il cliente, tocca a tutti noi essere consapevoli e fare la nostra parte. Molte persone sono pronte a giudicare, a dire e a fare, improvvisamente sono diventati tutti giurusti, tutti medici e tutti presidente del consiglio. Ma "si sa che che la gente dà buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio, si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare il cattivo esempio", come cantava De Andrè. Salvo poi uscirsene in giro tranquillamente, senza alcuna protezione, col rischio di prendersi il contagio, o peggio, di trasmetterlo agli altri.
Se 4.000.000 di persone tornano al lavoro il 4 maggio, altri 2.500.000 lo faranno tra il 18 maggio e il 1° di giugno, quando appunto riapriranno tante altre attività, tra cui bar e ristoranti che hanno subito anche loro gravi perdite. Molti ristoranti o alberghi, anche loro toccati dalla forzata chiusura, lavorano bene solo durante la stagione estiva, come da noi in Sardegna, o nella stagione invernale, come la Valle d'Aosta, e se non riaprono stanno male i proprietari ma anche gli stagionali che ci lavorano e vivono di quello.
Dal 4 maggio anche gli spostamenti dei privati cittadini subiranno un cambiamento. Si potrà tornare ai luoghi d'origine i residenza; e sicuramente i treni e tutti i mezzi di trasporto che collegano il nord Italia col sud e le isole, verranno presi d'assalto da chi vuole tornare a casa e che magari è rimasto bloccato in altri luoghi quando è scattata l'ordinanza con la quale si impedivano appunto tutti gli spostamenti da regione a regione. Si potrà tornare a far visita ai parenti, ma anche qui deve prevalere il buon senso, perché nessuno può vigilare giustamente all'interno della abitazioni private, spetta a chi fa le visite, capire cosa è giusto fare. Ci sono tante situazioni già critiche, che potrebbero velocemente peggiorare, se chi comincia a spostarsi da una parte all'altra, si reca poi a far visita a persone magari immunodepresse. Io non ho alcuna fretta di uscire, perché non è che il Coronavirus scompare come per magia il 4 maggio, anzi, ci può essere un'ondata di ritorno dei contagi, e ci vuole cautela.
Non farò visita a nessuno, ma non voglio neppure ricevere visite. La mia condizione fisica purtroppo scade giorno per giorno, e ora mi ci manca solo il Coronavirus a mettermi il bastone tra le ruote. Sto ancora in quarantena aspettando tempi migliori. La fase 2 prevede anche che si possa circolare liberamente solo però nel comune di residenza, senza naturalmente creare assembramenti, anche se in tanti continuano a ignorare le regole, e a fare come gli pare, gli atleti che fanno sport individuali potranno tornare ad allenarsi, i mezzi pubblici dovranno garantire la distanza di sicurezza tra i passeggeri, e per far ciò dovranno necessariamente aumentare le corse dei mezzi, perché è impensabile far salire sui mezzi pubblici una quantità ingente di persone che starebbero a stretto contatto tra loro. Non vedremo più come siamo abituati, autobus, tram e treni strapieni di persone, forse ci saranno disagi e ritardi, ma purtroppo la situazione attuale consente questo. Un altro settore che ha subito sconvolgimenti è quello delle scuole di ogni ordine e grado. Le scuole rimangono chiuse, è prevista la loro riapertura a settembre. Gli studenti possono però per fortuna, usufruire delle lezioni online, certo non è la stessa cosa come stare in classe con i compagni, con i quali socializzare e anche divertirsi come è logico, ma questo è. Sono tante altre regole da rispettare, per evitare che la curva dei contagi torni a crescere, a questo proposito la task force del governo vigilerà e verificherà la curva di contagi e deciderà se procedere a nuove concessioni, oppure tornare a chiudere le aree dove il contagio è più forte, o è diventato più forte.
La situazione attuale non ci consente assolutamente di fare quello che ci pare; il riavvicinamento sociale deve avvenire sempre avendo massima accortezza, usando tutto ciò che è in nostro potere per cautelarci e cautelare gli altri. Del resto bisogna tornare a lavorare. La nostra economia ha già subito danni, e non può restare indietro. Sono molte le grandi aziende che hanno perso commesse all'estero, essendo ferme molte esportazioni; e và da sé che se uno Stato non riesce a rifornirsi di un determinato bene, da una certa azienda (italiana in questo caso), non ci mette nulla a rifornirsi da altri, e magari continuerà a farlo anche dopo che potremo tornare ad esportare, con ulteriore perdite. Sono tanti i danni prodotti dal Coronavirus, tantissimi danni materiali, ma da quelli piano piano si potrà guarire se si torna a produrre; quello che non si potrà riavere mai più, e che non dobbiamo dimenticare, sono le vite perse a causa di questo virus, che ha falcidiato un po' tutti, senza pietà. Abbiamo perso tantissimi anziani, già fragili, e nei quali proprio per le loro già scarse dufese immunitarie, il contagio si è propagato più velocemente, ma anche giovani, medici; infermieri che si sono spesi senza tregua fino a perdere la vita, per cercare di arginare questa piaga, uomini e donne delle forze dell'ordine, anche loro sempre al lavoro per garantire la nostra sicurezza anche in un momento così critico, e tanti altri. Ognuno di loro era una persona con pari dignità, non erano solo numeri, e la cosa più terribile, per chi non ce l'ha fatta, ma anche per i parenti impotenti dinanzi a queste tragedie, è che sono morti in solitudine, senza neppure il conforto di avere a fianco un congiunto o un amico che tenesse loro la mano.
E come dimenticare l'immagine di Papa Francesco, solo, di fronte a una Piazza San Pietro deserta, quando chiedeva a Dio pietà per tutto il mondo colpito da questo flagello, o l'immagine più recente del presidente della Repubblica Mattarella, solo o quasi, di fronte all'altare della patria, il 25 aprile, Festa della Liberazione, mentre rendeva omaggio a chi ha perso la vita per garantire a noi la libertà di cui godiamo. Se invece di criticare tutto, pensassimo a quanto abbiamo, rispetto ad altri popoli, stessimo zitti, sarebbe meglio per tutti. Le critiche se non sono costruttive non servono a nulla. Tornando al discorso principale, queste piccole ma grandi libertà che avremmo a partire dal 4 maggio, devono essere gestite con la massima cautela, servendoci di tutto quanto abbiamo a disposizione per difenderci dal contagio; intendo l'uso delle mascherine che renderei obbligatorie, altrimenti ci saranno sempre quelli che non le indosseranno mai, l'uso dei guanti monouso, igiene personale accurata, soprattutto l'igiene delle mani, che sono quelle assieme alle secrezioni che emettiamo quando parliamo, starnutiamo o tossiamo, il maggior veicolo di contagio, altrimenti tutti i sacrifici che abbiamo fatto finora, svaniranno in un attimo e saranno stati inutili.