Un viaggio lontano nel tempo ma sempre vivo nel ricordo

Un viaggio lontano nel tempo ma sempre vivo nel ricordo

  • di Redazione
  • 25 Giugno 2019
  • Rita, poesie e non solo

La nostra amata Rita Meleddu condivide con noi un racconto speciale che vi farà venire il buonumore!

Pellegrinaggio Assisi, Cascia, Roma!

Visto che mi chiedono un resoconto del nostro bel pellegrinaggio, lo farò! Innanzitutto dirò che don Don Michel Luisi santo subito e Carlo Pintus minimo Beato per quello che gli abbiam fatto passare. I giorni precedenti il pellegrinaggio e anche durante, don Michel diceva che si trattava di un cammino spirituale e non di divertimento, ma posso dire che c'è stato l'uno e altro. O meglio quello che lì era fatica e nervosismo ora lo vedo sotto un'altra luce, i ricordi fanno sembrare tutto più bello e leggero....Ma andiamo per ordine. Don Michel ha ideato diversi giochi per intrattenerci e farci pesare meno la fatica del lungo viaggio. Ora li elencherò e li spiegherò.

1 Indovina chi sei!
2 Trova la cabina
3 Lancio del gelato appena comprato
4 Perdersi in 15 a Cascia
5 Inseguire a piedi per una salita un pullman in corsa
6 Entrare e uscire a tempo di record dai negozietti di souvenir
7 Entrare e uscire ancora più rapidamente dalle toilettes
8 Eseguire gli ordini impartiti da don Michel, cambiati subito dopo
9 Prendersi le urla di don Michel facendo finta di niente
10 Mangiare una pizza in due minuti scarsi e sentirsi male( minimo)
11 Affrontare con spirito di sacrificio, senza allenamento e senza lagnarsi la salita di San Damiano e Roccaporena
12 Riuscire a cadere in piazza San Pietro nel momento esatto in cui passa il Papa, distraendo cosi chi si trovava a fianco della sventurata
13 Dormire poco, stancarsi tanto ma divertirsi troppo

Il primo gioco ha inizio al momento di salire sulla nave. eravamo tanti, un'ottantina e i nostri biglietti li aveva don. Comincia la distribuzione e con grande sgomento vediamo che nessuno di noi aveva il biglietto con il proprio nome.Ma neanche per ipotesi. anzi qualche donna aveva il biglietto di un uomo e viceversa. Si è scatenato il panico. Ci vedevamo già lasciare la nave prima ancora di esserci saliti, e sfumare il viaggio, quando don in mezzo a tutto quel fracasso ha esclamato:" non succede niente, salite!" e così è stato. Come sia potuto accadere non si sa. all' inizio avevamo paura che ci venissero a cercare i biglietti ad uno ad uno, ma poi ci siamo fatti coraggio. Ormai eravamo in nave, non potevano mica buttarci a mare.
Il secondo gioco. Trova la cabina. Una parola!! un labirinto! Gente che sta ancora cercando, e ha fatto la traversata almeno sei volte sempre cercando la cabina. Scherzi a parte una persona si è persa, o meglio non ricordava se aveva la cabina 129 o 139, poi per fortuna tutto si è risolto. capite bene che non si può andare a bussare a tutte le cabine che terminano col numero 9
Gli altri giochi li descriverò tutti insieme perché sono tutti legati fra di loro.

Ho già detto che don Michel andrebbe premiato per la grande pazienza dimostrata, ma anche lui ha perso le staffe e vabbè ci sta anche questo. Ma andiamo per ordine.  Cominciamo con le salite di san Damiano e Roccaporena. Don aveva avvisato giustamente che chi non se la sentiva non doveva cimentarsi e fare il martire. e invece..... ohi,ahi,ohi, sembrava un campo di battaglia. E' anche vero che tutti siamo andati per uno scopo e volevamo perseguirlo ma bisogna anche essere umili e capire quando certe cose non si possono fare. ma dopo queste due salite le cose sembravano mettersi al meglio, e invece qui stava per cominciare il bello. Avevamo sempre fretta. Troppa fretta. Noi scalpitavamo per entrare a comprare i ricordini da portare ai nostri amici, parenti ecc, . Ad Assisi don diceva: "Allontanatevi dal Santuario, che più state vicini al Santuario, più vi fanno pagare gli oggetti!" Io mi sono talmente allontanata che ad Assisi non ho comprato nulla!! Così pure  a Roccaporena e a Cascia. Don ci diceva di entrare, dopo neanche cinque minuti venivano a tirarci fuori con la forza perché dovevamo muoverci. Così io ho arraffato qualche cosa alla rinfusa, che non so neanche io cos'ho preso. Don, provi adire che non è vero.
ma la scena più bella pur nella drammaticità del momento si è vissuta a Cascia. Dopo essere stati a Roccaporena, paese natale di santa Rita, finalmente arriviamo a Cascia, vediamo santa Rita, partecipiamo alla messa celebrata da don Michel ed è già ora di partire per Roma. Spero che si capisca che sto parlando con leggerezza di eventi per me molto importanti e sentiti ma che devono rimanere nel mio cuore. questo è un resoconto più pittoresco diciamo così. 

Bisogna sempre considerare che eravamo veramente tanti ed era facile che qualcuno si disperdesse o non sentisse cosa dicesse don, e quindi dovevamo aspettare sempre qualcuno. 
quindi mentre tornavamo verso i pullman qualcuno si attardava nei negozietti, ed era un continuo richiamarci l'un l'altro. arriviamo nei pressi dei pullman e vedo don Michel vicino a un bar, chiedo se possiamo entrare. dovevamo andare in bagno. Anche se il posto è mistico, i bisogni sono fisiologici.... don dice di si. Tutti in bagno!!! dopo neanche tre minuti cominciano a chiamarci. Veloci, veloci, i pullman non possono più aspettare. Come non possono più aspettare? Hanno aspettato tre ore e non possono aspettare dieci minuti? Poveri. non dipendeva da loro. Gli autisti rischiavano una multa pesante e dovevamo sloggiare. Mia sorella e mia cugina avevano ordinato un caffè. L'hanno trangugiato bollente, credo che avranno le corde vocali lesionate in eterno. Ecco perché mia sorella continuava a dire: "non ho voce!" Lo credo!! Altre due signore si trovavano nel bar per comprare il gelato. Poiché continuavano a chiamarci a gran voce con insistenza, una signora dice alla barista:" per favore ci dà due gelati, faccia un gusto qualsiasi" al che quella obiettava: "ma quale?" e lei: "uno qualsiasi!" Ora era talmente in panico che se avesse chiesto"panna" o "cioccolata" avrebbe speso meno parole che a dire "mi dia un gusto qualsiasi" Ma tutto questo fraseggio è stato vano, perché le due, uscendo dal bar e vedendo che non si scherzava ma che i pullman dovevano lasciare urgentemente il parcheggio, prese dal panico più totale, lanciano via i gelati di cui non avevano scelto neppure i gusti e salgono precipitosamente sul loro pullman. Mia sorella e mia cugina seguendo il mio consiglio, si appiattiscono contro il nostro pullman e ci fiondiamo dentro lo stesso. Avevo appena visto don uscire fuori dai gangheri. Giustamente. Urlava e gesticolava: "Se vi dico di scendere dovete scendere" e altre frasi dello stesso tenore. Grande è stato lo sconcerto nel vedere che nel nostro pullman mancavano due persone. Strano, erano sempre puntualissime. Poi scopriamo che si erano fermati ad aiutare parte degli atri tredici mancanti. Si va alla ricerca degli scomparsi.

Grazia cerca di mettersi in contatto con i nostri due. Nessuno rispondeva al telefono. Sempre più agitata, scende per mettersi alla ricerca, non saranno lontani pensa, e intanto il nostro pullman si mette in moto non potendo per forza di cose sostare più a lungo. Grazia inizia a correre dietro al pullman. una scena per nulla divertente. Come Dio vuole il pullman si ferma. Non ricordo se risale Grazia, in ogni caso scendono Checco e Patrizio alla ricerca dei pellegrini perduti. Finalmente vengono rintracciati. Un gruppo di quindici persone. E siccome tutto è bene quel che finisce bene, si può partire alla volta di Roma. Era prevista una visita a Greccio, ma vista anche l'ora e i disubbidienti si va di gran carriera verso la capitale. Don ancora arrabiatino dice: "domani mattina alle sei tutti qui, e alle sei e mezzo si parte. chi c'è c'è". Oh, ha funzionato!!!! Tutti pronti. Via verso piazza san Pietro ad assistere all' udienza del Papa. Se don Michel cammina veloce, non di meno era lo sbandieratore solitario, che ci perdeva ogni due per tre. Partiva in quarta, non si girava né a destra né a sinistra. Avevamo voglia di chiamarlo.... Comunque onore a don Michel per tutto ciò che ha fatto. Intanto eravamo comodamente seduti, e non è poco. a un certo punto appare il Papa sulla Papa mobile e comincia il suo giro. Quando è passato vicino a noi è stato un attimo.

Ricordo la sua mantellina che si muoveva mossa dal vento, e lui che si teneva la papalina in testa. Sempre sorridente però. Non fa in tempo a passare il Papa che vediamo un movimento nel nostro settore. Non ci siamo accorte di nulla, ma una del nostro gruppo, volendo vedere bene il Papa ha deciso di salire su una sedia. Ha messo un piede in fallo e si è rovesciata cun malli e cun treullu. Morale non ha visto una cipa lipa lei, e neppure chi era al suo fianco, distratte dalla sua caduta e inente a prestarle soccorso. Po cosa!! Ma l'importante è che non sia successo nulla. Si riparte da Roma verso le quattro. Tanto per non smentirci ci ripiglia la fretta. Arriviamo giusto in tempo per mangiare una pizza. chiedevamo: "ce la fa a cuocere per tempo?" Si!!! con 330 gradi sotto il sedere si cuoce in tre minuti persino un ippopotamo. Mangiamo infine velocemente questa pizza, molto velocemente, raggiungiamo il porto, riceviamo i biglietti, questa volta giusti, tiriamo fuori la carta d'identità, e una vicino a me fa: "io non ce l'ho, l'ho lasciata in valigia, l'altra volta non ce l'hanno chiesta! "Ma si può? E allegramente si fa ritorno in terra sarda.
Grazie Don Michel e Carlo per la pazienza che avete avuto e per aver reso speciale questo pellegrinaggio.