Un' altra opportunità

Un' altra opportunità

  • di Redazione
  • 18 Giugno 2019
  • Rita, poesie e non solo

Continuano le avventure di Rita Meleddu che ci racconta l’esito dell’ultima tac

La scorsa settimana ho parlato della mia ultima tac, della sua importanza, però la mia oncologa doveva ancora visionarla. Nel frattempo l' aveva già vista e letta una carissima amica, nonché medico, Anna Paola che conosce bene la mia storia e ha elementi per valutare, perché in ogni percorso ci sono vari elementi da tener presenti, e bisogna capire che la mia malattia ha attraversato diverse fasi e seguito corsi delle volte non canonici. Conosco Anna Paola da almeno 7 anni, all' epoca facevo le ecografie al seno (a quello che era rimasto) in un noto studio privato a Cagliari, così ci conoscemmo e ben presto diventammo amiche. Quello che mi colpì fu la sua serietà nell’ eseguire gli eami e la sua scrupolosità, nonché la sua grande umanità.  Non crediate che tutti i medici ecografisti siano così, feci un' ecografia al seno in un altro ambulatorio di un' altra località, circa 10 anni fa, e giuro che quando lasciai l'ambulatorio ne sapevamo meno di prima. Innanzitutto aveva una fretta incredibile, mi vide che ero piuttosto presa male, questo per usare un eufemismo, e in pratica disse abbastanza risentito che avrebbe perso molto tempo con me. Prima di tutto, non è colpa mia se mi sono ammalata col botto, e poi era il suo lavoro, mica glielo avevano imposto con la forza di fare il medico. Per gentile concessione ricordo che mi controllò le fosse sovraclaveari e le ascelle, che vanno controllate sempre; figuriamoci in un contesto di malattia così importante, ma mi fece capire che mi stava facendo un favore. A dire il vero era quello che avrebbe dovuto fare senza che nessuno glielo dicesse ma tant'è... La mia oncologa di allora rimase senza parole, quest' ecografia non ci diceva nulla, non c' erano misurazioni né parametri, il referto era molto vago e non spiegava a nulla. Naturalmente quel medico non mi vide mai più. Iniziai a fare le ecografie a Sanluri nell' ospedaletto e fui molto più fortunata. Trovai un medico bravissimo e soprattutto di grande umanità che è quella che fa la differenza. Ogni volta stavo a lungo dentro l'ambulatorio tanto è vero che spesso gli dicevo: " Dottore, ci sono tante altre donne che stanno aspettando fuori " e lui : "Aspetteranno come ha aspettato lei". Una persona meravigliosa e precisa,  finalmente dalle ecografie al seno riuscivamo a capire qualcosa! Continuavo così con le mie terapie, visitee controlli, fino a quando dovetti fare le crioablazioni al seno e dottor Pusceddu, che le praticava e che è anche lui una persona seria e molto umana, volle una ecografia a colori, che non fanno dappertutto, e non la facevano nemmeno a Sanluri dove appunto mi recavo da tempo. Lasciai davvero a malincuore il mio amato medico, non ci siamo più visti, ma spesso penso a lui. Cercai a destra e a manca un ambulatorio o comunque uno studio in cui si facessero questo tipo di esame. Finalmente dopo tante telefonate trovai uno studio convenzionato di Cagliari. Uno studio importante, forse il più importante di Cagliari, dove da anni e anni ormai faccio anche le TAC. Qui conobbi Anna Paola e mi pareva di non aver mai lasciato il mio medico che fino ad allora si era occupato di me per le eco al seno. Non so se Anna Paola ricorda il nostro primo incontro, io sì. Le raccontai la mia storia abbastanza particolare, mi fece un' ecografia lunga, precisa e dettagliata, ma soprattutto mi confortò e mi incoraggiò tantissimo. Anche lei quando le dissi che nella saletta d' attesa c' erano tante signore che aspettavano, mi rispose che non aveva fretta, e che avrebbero aspettato. Credo di esserci rimasta almeno tre quarti d' ora. Quando uscii alcune signore mi lanciarono sguardi non proprio benevoli, ma ripeto, non è colpa mia se mi sono ammalata col botto. Divenne quindi consuetudine fare le ecografie con Anna Paola, finché anche il seno sinistro, che era l'unico sopravvissuto alla malattia e alle terapie, scomparve e al suo posto e a quello del seno destro si creò una lesione; all'inizio modesta, poi sempre più grande, la curo ancora, per mia fortuna ho un'infermiera che viene a medicarmi a domicilio, e quella fu la fine delle ecografie, perché ormai non era più possibile farle, né a colori, né normali  ed era chiara ed evidente la presenza della malattia in tutta la sua forza. Ma era destino che dovessi ancora incontrare Anna Paola, lei nel frattempo era venuta a lavorare anche nell'ospedale che si trova in un paese vicino al mio in cui continua a fare le ecogragie e insisto nel dire che è bravissima, così chi ha orecchie per intendere intenda (parlo di chi dovrebbe fare le eco al seno e ha paura). In più essendo chirurgo, fa anche le visite domiciliari quando richieste e quando servono, dunque lei è un medico che si occupa anche della cura delle lesioni cutanee, io ne ho una bella grande che va monitorata e seguita nel tempo ed ecco che io e Anna Paola ogni tanto ci vediamo. Sono uscita dall' argomento del racconto, ma ora ci rientro in fretta, all'inizio dicevo che Anna Paola ha visto la mia TAC e lei mi ha detto subito : "E' bellissima!" Ora dire bellissima è un pochino esagerato, ma per chi conosce tutto l'andamento della mia malattia, non lo è. La cosa più bella e glielo ho detto più volte è che Anna Paola ha una grande umanità e riesce ogni volta a confortarmi e a farmi credere che andrà sempre bene, pur in un contesto di malattia avanzata. A una persona così bella cosa posso dire? Solo grazie. Torniamo alla mia tac ora. Venerdì mi reco in ospedale per le consuete visite e terapie e spero vivamente che sia presente la mia dottoressa. Per mia fortuna c'è. Appena mi chiama le mostro la tac. Avevamo presagito che qualcosa stava andando bene, ma visto i brutti mesi passati (perché comunque la malattia c'è tutta) Anna Paola è rimasta contenta e secondo me anche un po' stupita nel vedere l' esito di questo esame. La mia oncologa non mi dice bugie, sa che sono consapevole della mia situazione e parla con me in modo molto franco. So che ho poche chances a livello di cure e me lo dice a conferma di ciò che penso, dunque quando venerdì ha detto: "Ce la stiamo facendo", le ho voluto credere, pur sapendo benissimo che la guarigione è molto lontana dal venire, diciamo pure che è molto utopistica la cosa, ma siccome amo sempre vedere il buono in tutte le cose, il bicchiere mezzo pieno invece che mezzo vuoto, prendo questa TAC come un' altra opportunità che mi è stata data. Molte volte dico che il mio tempo è in scadenza, chissà cosa mi aspetta e quanto tempo mi spetta, non di meno faccio progetti a breve termine certo, ma siccome non dobbiamo mai mettere limiti alla Provvidenza, delle volte progetto anche a lungo termine. Del resto sognare non costa niente e quello che rimane da vivere a ciascuno di noi, lo sa solo il buon Dio.