Tre uomini e una donna, una causa persa in partenza!

Tre uomini e una donna, una causa persa in partenza!

  • di Redazione
  • 30 Giugno 2020
  • Rita, poesie e non solo

Dopo una piccola pausa, torna l'appuntamento settimanale con la magica Rita Meleddu che ci racconta le sue peripezie familiari

La settimana scorsa ho fatto una pausa, non ho scritto; stavo poco bene, e non è una novità, ma sono stata assalita da una sonnolenza fuori dalla grazia di Dio, manco mi avesse morso o pizzicato la mosca tze tze, che pare provochi la malattia del sonno; almeno così ricordo, ma potrei sbagliarmi. 
Era un sonno strano; il telefonino mi cadeva dalle mani e per tutta la giornata e fino al giorno dopo sono praticamente caduta in catalessi. Boh, un altro mistero che vorrei svelare. Il sopore spesso nelle persone con tumore diffuso, non è mai un buon segno, e talvolta è l'anticamera di una fine imminente.  Ma poiché anche questa volta mi sono ripresa e non sono morta ancora; dico che la mia ora non è ancora giunta; poi se dovesse accadere; vuol dire che mi sono sbagliata. In molte mi avete scritto; preoccupate della mia assenza, ma voglio rassicurare tutte, come detto è stata solo una questione di sonno, tanto sonno.

Ma oggi voglio parlare della mia famiglia composta da un marito e due figli maschi; e io che faccio per tre e pure per quattro. So che i miei figli non mi leggono, anzi credo che si stupiscano che qualcuno mi segua, qui non so dargli torto; mi stupisco anch'io!!! Non parlerò dei fatti loro certamente; ma di come, secondo me, una famiglia dove prevalgono le donne è diversa da quella in cui prevalgono invece i maschi. 
Da piccoli li facevo giocare tantissimo, oltre che dai loro giochi erano attratti dalla batteria di pentole, abitavamo allora in una casa con un corridoio lungo,che i miei adorabili (ironico) bimbi disseminavano di pentole e coperchi.  Però alla fine dei giochi e se non avevano distrutto qualcosa, raccoglievano il tutto. Loro avevano giocato e loro dovevano rimettere a posto.  Naturalmente pentole e coperchi erano da lavare, ma i loro giochi venivano sistemati dentro uno scatolone o un fustone vuoto di detersivo. Così la casa assumeva subito un'aria ordinata. Certo il giorno dopo ricominciavano daccapo, ma erano piccoli; pretendere che non giocassero sarebbe stato pretendere troppo. Non mi è mai piaciuto avere roba in giro se non quando necessario, e appena li cambiavo rimettevo tutto subito a posto e così dovevano fare loro. Lo stesso quando hanno cominciato ad andare all'asilo e a scuola poi, lo zainetto doveva essere pronto dalla notte prima, ma non era sempre così: e avevano sonno, e avevano da fare (ma cosa?). Allora intervenivo con qualche urla e se non bastava entrava in azione la mia ciabatta volante dalla mira infallibile, che li riportava alla ragione, non era forse il metodo Montessori, ma funzionava...

Quando facevo qualche dolce li coinvolgevo, alla fine c'era più farina in casa che in un mulino, ma devo ammettere che era divertente, poi però puliva mammà, non perché i bambini non avrebbero voluto aiutare, ma perché ci sarebbe stato ancora più caos. Però ho molta nostalgia di quei tempi, i bambini erano sì discoli, ma anche affettuosi e teneri; tranne quando combinavano qualche danno, allora diventavano  immediatamente antipatici, e al solito interveniva "ciabatta volante". Recentemente mio figlio Luca mi ha ricordato un episodio accaduto quando erano piccoli: lui e il fratellino evidentemente mi avevano fatto arrabbiare così tanto che la mia ormai nota ciabatta volante, prese quasi a volare da sola in direzione Luca, ma sbagliò la mira, neppure lei era infallibile, e andò a centrare un vaso che tenevo sopra il caminetto. L'avevo comprato di recente, pagato anche tanto, che neanche a dirlo, colpito dalla ciabatta che sicuramente viaggiava almeno a 100 all'ora, cadde a terra frantumandosi in mille pezzi. Sacrilegio!!!! Questo fatto scatenò ancora di più la mia rabbia, la colpa era la mia, ma è sempre bello trovare un capro espiatorio e in quel caso era Luca, e allora le sue povere natiche assunsero il colore del gambero, e non ravvisavo né allora, né ora, alcun segno di pentimento in me.

Di Thomas non ricordo che fine avesse fatto, forse vedendo le cose volgere al peggio, ritenne giusto e ne convengo, nascondersi da qualche parte, e non farsi vedere fino a che non avessi sbollito la rabbia.  Quante ne combinavano, se mi trovavano alle buone, ridevo delle loro marachelle, ma se mi trovavano appena appena di malumore, bastava uno sguardo truce, che non lasciava presagire nulla di buono, che li rimetteva in riga. E in tutto questo andazzo dov'era mio marito? E lui l'uomo di casa era ordinato o contribuiva anche lui a generare caos? Lui quel periodo lavorava a Cagliari, poteva passare tre/quattro giorni la settimana a casa, ma a dire il vero mi aiutava tantissimo, lui ama cucinare, e cucina molto bene,  a me piace mangiare e l'accordo era presto fatto. Mi aiutava anche con i bambini naturalmente ed era già togliermi un peso, accompagnarli a scuola o alle varie attività, e andare a riprenderli. Io come li vedevo arrivare dicevo: "finita la pace!" Piano piano senza che quasi ce ne accorgiamo il tempo passa, i figli sono ormai grandi e si presume che la casa sia più in ordine. Non è proprio così, mi pare che i miei figli crescendo invece di migliorare abbiano peggiorato e così devo continuamente riprenderli e incitarli a tenere le loro cose in ordine. Perché nella mia camera non c'è in giro una calza, per fare un esempio, neppure a pagarla, e nelle loro camere c'è invece di tutto?

Uno dei miei figli poi deve essere un raccoglitore seriale, porta in camera sua di tutto, dai fiori che cerca di far crescere e non farli soffrire mettendoli sotto una lampada che tiene sempre accesa, per fargli credere che sia la luce del sole, a tutta una sorta di articoli. Io ho la proibizione di entrare perché la pulisce lui la sua camera, e in effetti ogni tanto lo vedo che pulisce, ma io faccio diversamente, quindi ogni tanto quando esce, io entro nel suo regno e cerco di togliere qualcosa che secondo me non serve a nulla, solo che non sapendo cosa toccare, qualche volta a detta sua, ho buttato cose "importantissime", capirai che importanza potevano avere, ma lui così dice... È vero che amo far sparire subito le cose che io ritengo inutili e così è capitato che molte volte, mio marito o i ragazzi cercassero le istruzioni di qualcosa da montare e io le avevo bellamente fatte sparire, negando si capisce di essere stata io l'artefice delle scomparse. Ricordo che fecero un tema e tutt' è due scrissero più o meno la stessa cosa, più o meno questo: "Quando vado in gita da qualche parte, al ritorno spero di trovare tutte le mie cose al loro posto, perché mia mamma mi butta tutto!"

Ma che bella fama, però era vero, non appena avevo campo libero, una bella pulizia e gettare le cose superflue non me la toglieva nessuno. L'altro figlio è più ordinato, ma anche lui tende a conservare tutto, e col fratello mi ricordano continuamente che io butto tutto, persino cose importanti. Peggio per loro, siano più ordinati e io non butto niente.  Luca ha l'hobby della fotografia e ha creato una specie di laboratorio e la Camera oscura. Sono contenta, è anche bravo e ha foto bellissime, e si aggira perennemente con una delle sue macchine fotografiche e teleobiettivi vari che io non devo assolutamente toccare; perché parole sue "fai sparire tutto". Così è sempre pronto a cogliere l'attimo.  Ma anche lì è tutto in disordine.  Non butto nulla si capisce; ma cerco sempre di fare un po' di ordine, perché quando è troppo è troppo.  Mio marito è ordinato rispetto ai figli, io vorrei di più ma mi accontento perché lui ce la mette tutta e in ogni caso mi aiuta tanto, sempre di più a mano a mano che le mie condizioni peggiorano, ma pur sempre un uomo è, così   capita che passando l'aspirapolvere, tolga i tappeti, solo che quando li rimette a posto, li mette a casaccio e soprattutto storti. Orrore!!! Ma come fa a non ricordare come erano messi prima e a metterli storti, così senza nessun senso, ognuno messo per conto suo?  Non li posso vedere, mi danno proprio fastidio, ma per non offenderlo, e per non rischiare che non mi aiuti più, non dico nulla, vado e li sistemo nuovamente. Non sopporto poi le porte semi aperte. O aperte o chiuse devono stare!

Questa è la vita con tre uomini, tutto il tempo a stargli dietro, significa anche abituarsi alle cose da uomo, dai giornali che parlano di macchine, ai loro giochi tipicamente e giustamente maschili,  niente bambole in casa, né trucchi, né tutte le cose che piacciono a noi donne perché non c'è la presenza di bambine. Io desideravo tanto una bambina, ho avuto due gemelli maschi, che tra l'altro sono legatissimi come quasi tutti i gemelli, parlano tanto tra loro.  È un legame che credo sia diverso rispetto anche a quello tra fratelli. Del resto si conoscono da sempre. Devo anche dire che erano così belli e buoni (da piccolissimi), che dovendo scegliere, sceglierei ancora loro, mi fanno arrabbiare, ma ho tanti ricordi belli che solo loro potevano darmi, anzi darci. Quante risate ci hanno fatto fare. Ricordo che quando avevano tre/quattro mesi, li misi uno vicino all'altro, ognuno nel proprio seggiolino, sopra il tavolo col televisore acceso per attirare la loro attenzione.  Erano vestiti che sembravano due puffi, ma erano molto carini. Io mi diedi al da farsi in casa che  grazie a Dio non mancava, così li lasciai soli per un po', naturalmene ogni tanto entravo in cucina per vedere come stavano.  Ricordo che come entrai in cucina li vidi che si guardavano tra loro, si squadravano come a dire: "e adesso questo chi e, vuoi vedere che me lo devo sorbire per tutta la vita?" Avevano un'espressione tra lo sbalordito e il rassegnato e con le manine cercavano di toccarsi. Quanti ricordi!! È vero mi hanno fatto arrabbiare più e più volte, ma i ricordi belli sono di gran lunga più numerosi e se tornassi indietro sceglierei ancora loro!