Non sarà un'avventura

Non sarà un'avventura

  • di Redazione
  • 31 Marzo 2020
  • Rita, poesie e non solo

La nostra magica Rita Meleddu, dopo vari giorni di riposo forzato riprende a raccontare di sè attraverso la rubrica "Rita, poesie e non solo"

Dopo due settimane di riposo forzato, eccomi di nuovo a voi. In tanti mi avete chiesto il perché di questa pausa e vi siete preoccupati, ora vi spiego cosa è successo. Una ventina di giorni fa ho cominciato a stare male. Mal di gola, un po' di febbre, sudorazioni così abbondanti da potermi strizzare e malessere generale. Non è la prima volta che mi capita, è che alcune volte non riesco a capire se certi disturbi siano da attribuire alla malattia o se siano indipendenti da essa. Ho tollerato un paio di giorni curandomi solo con la Tachipirina, poi visto che il mal di gola non passava, ho chiamato il mio medico di famiglia. In questo periodo è meglio evitare ogni contatto umano, quindi basandosi su ciò che gli dicevo, mi ha prescritto l'aerosol. Mio marito è andato in ambulatorio  a prendere la ricetta, e al pomeriggio ho iniziato la cura. Il mal di gola è scomparso quasi subito, ma mi accorgevo che mi affaticavo facilmente, e che se salivo le scale, poi dovevo fermarmi a tirare il fiato. Non succedeva sempre però, ma il malessere che non riuscivo a decifrare non mi lasciava...Il mio medico mi aveva pregato di avvisarlo nel caso non ci fossero stati miglioramenti, sarebbe venuto a visitarmi, ma io non sono fatta per rompere le scatole al prossimo, non avevo più mal di gola, e poi questo malessere cosa avrebbe potuto farmi? Così sabato siamo arrivati a casa e ho iniziato a non respirare bene, in genere dopo pranzo passo un paio d'ore a riposare sdraiata sul mio divano e ci sto proprio bene, addirittura riesco a stare sdraiata sulle spalle, cosa che non mi riesce nel letto perché avverto subito un senso di oppressione molto forte e mi devo girare sul fianco. Quel sabato invece non riuscivo a stare neppure sul divano, mettevo più cuscini sotto la testa per tenere sollevato il busto, ma nulla, il respiro si interrompeva a metà e non c'era niente da fare. Mi giravo sul fianco destro e nulla, sul sinistro uguale, trovavo un po' di sollievo solo se mi mettevo a sedere con la testa reclinata in avanti. Al livello del torace, a sinistra, era forte la sensazione di compressione, come se una persona mi schiacciasse con forza con tutto il suo peso. A un certo punto ho cercato di alzarmi e mi sono accorta che riuscivo a fare solo 3 o 4 passi, non di più, perché non avevo respiro e avevo un senso di stanchezza estremo. ho cominciato a pensare che il versamento pleurico si fosse messo a fare i capricci e fosse aumentato;non riuscivo altrimenti a spiegare questo repentino peggioramento. Ho trascorso tutto il pomeriggio in questo modo, praticamente sempre seduta, perché ogni volta in cui mi alzavo dovevo sedermi nuovamente per il grande sforzo che mi costava. E’ arrivata la notte e già prevedevo cosa sarebbe accaduto. Il tragitto dal soggiorno alla mia camera da letto mi è parso lunghissimo, aiutata da mio marito ogni due o tre passi dovevo fermarmi a lungo per riprendere fiato e proseguire, ho finalmente raggiunto il letto, ma solo l' atto di sdraiarmi mi costava fatica, tanto è vero che mi ha quasi messa a letto mio marito, io intanto annaspavo in cerca d' aria. Ho tirato su le coperte e per un gesto così semplice e per nulla faticoso, ho affannato per almeno 5 minuti, naturalmente non potevo neppure pensare di poggiare la testa sul cuscino, al sol pensiero mi sentivo soffocare. Mi sono messa 3 cuscini, niente, cercavo di girarmi su un fianco, poi sull'altro, nulla da fare; mi stancavo tantissimo e basta, poi mi ci voleva del bel tempo per prendere un po' di respiro. Alla fine mi sono seduta ai bordi del letto sempre con la testa china e sono rimasta a lungo così, fino a quando sfinita non ho dormito un po'. Mio marito era visibilmente preoccupato, che fare? Era sabato notte, chi chiamare? Sapevamo che non potevamo recarci in pronto soccorso come avremmo fatto prima dell' arrivo del Coronavirus, ma chiamare il nostro medico di famiglia, e in piena notte non mi sembrava il caso, o la guardia medica, ci avrebbero detto loro cosa fare. Abbiamo deciso di aspettare il giorno dopo che però era domenica e speravo che tutto quello che stavo passando mi passasse. Sì, credici, la domenica mattina era anche peggio, niente respiro, ho tentato di salire la scala, volevo controllare il mio trolley delle emergenze, per vedere se conteneva tutto ciò che mi sarebbe potuto  servire nel caso avessero dovuto ricoverarmi, ma mi sono dovuta fermare al primo gradino, fine della corsa. Rispetto al giorno precedente ero ancora peggiorata, che fare? Ogni minimo sforzo mi costava enorme fatica e questa non era assolutamente una cosa normale. Per la mia solita stupidaggine di non voler disturbare nessuno (e poi invece che uno ne disturbo due), e di tollerare fino all'estremo, dolori e stanchezza, ho deciso di aspettare ancora a chiamare qualcuno, intanto però mi sono preparata. Più lenta di un bradipo, e non sto scherzando, ho raggiunto il bagno, mi sono lavata e preparata, ho fatto colazione e poi ho pranzato sempre nella vana speranza che la situazione potesse migliorare. Ho cercato di nuovo di riposare un po', e quando mi sono resa conto che la cosa non era per nulla presa bene, che forse era meglio che mi facessi aiutare, e che non potevo più aspettare, ho chiamato il mio medico di famiglia, che nonostante il giorno festivo mi ha risposto subito, e gli ho detto tutto...

Cosa farà il mio medico? Se avrete pazienza lo saprete la prossima settimana, che la faccenda  andrà per le lunghe...