

Il braccio ballerino
- di Redazione
- 19 Maggio 2020
- Rita, poesie e non solo
La nostra amata Rita Meleddu ci racconta i nuovi patemi che la stanno tormentando in questo periodo con la sua consueta positività
La malattia come detto diverse volte, me ne fa di tutti i colori. Ormai ogni giorno ce n'è una nuova. Mi sto sempre più abituando a stare male, e mi accorgo che non c'è mai limite al peggio. Mentre scrivo, sono attaccata all'ossigeno, che mi aiuta non poco a respirare. Capita poi che mentre parlo, la voce mi lasci del tutto, o si indebolisca tanto, e allora devo aspettare che torni. Questo succede ormai da ottobre dello scorso anno; delle volte voce e respiro vanno benino, e allora quasi mi illudo che tutto sia tornato alla normalità, ma purtroppo non è così. Devo ormai dormire con 2 cuscini sotto la testa, o comunque con la testa rialzata rispetto al torace, altrimenti mi sento soffocare, però sempre con l'ausilio dell'ossigeno, che quando sono in casa mi segue come un'ombra, riesco anche a riposare. Quando poi mi sposto per recarmi in ospedale, posso contare sull'ossigeno da viaggio come mi piace chiamarlo. Fortunatamente fino ad ora non ho avuto bisogno di lui, ma sapere che se dovessi avere una crisi respiratoria, il mio bombolino è vicino a me, verrebbe in mio aiuto, questo mi rende più tranquilla.
Ho tanti problemi, non li devo elencare ogni volta perché non giova a nessuno, e si diventa alla fine noiosi e ripetitivi. Vedo però che delle volte ciò che scrivo riguardo alla mia malattia, può essere utile a qualcuno, spesso ricevo messaggi di persone che stanno attraversando un periodo simile al mio, un percorso fatto di ostacoli sempre più alti e impegnativi da scavalcare, e allora il riconoscersi in un'altra persona che sta affrontando la stessa esperienza, simile per certi versi, anche per le sintomatologie, mette coraggio anche a chi legge, e in pratica poiché non ho una situazione favorevole, pensa "se ce la può fare Rita, ce la posso fare anch' io". "Se ce la può fare", riferito a me non deve essere preso alla lettera, non sono guarita e faccio da anni cure tendenti a farmi stare almeno un pochino bene, cioè queste cure mi aiutano ad andare avanti, per quanto non lo so, ma ripeto se posso vivere io con un tale carico di malattia, non vedo perché non possano farlo le altre persone colpite anch'esse così duramente.
Come detto, la malattia ogni giorno me ne propone una, e questo periodo difficile che stiamo vivendo, non aiuta certo a vivere tutto al meglio. Quando una malattia interessa diversi organi, è tutto un rincorrersi di cure che io definisco "tappabuchi , perché si cerca quantomeno di curare un sintomo, ma già sapendo che si dovrà cercare di far fronte al prossimo. Diverse volte ho paragonato l'andamento della mia malattia, a una barca che naviga in acque tempestose e cerca di raggiungere un porto sicuro, senza essere sbattuta a destra o a sinistra. Se la barchetta naviga in placide acque (malattia in regressione, ferma, o inesistente), la barchetta raggiungerà in sicurezza il porto d'approdo, viceversa se le acque sono tempestose (malattia esistente e in progressione , la barchetta si troverà in balia degli elementi atmosferici proibitivi; chi la guida, cercherà di approfittare dei momenti di calma, per portarla in porto, ma poichè gli agenti atmosferici sono avversi, si troverà sballotata come una pallina da ping pong, da una parte all'altra. Poi cosa succede? A un certo punto spinta magari sugli scogli anziché sulla spiaggia, si produrrà una falla, e allora le cose sono rese ancora più difficili. Si cercherà di tappare la falla, e pur nel rischio, si cercherà di raggiungere la riva. Ma se a questa falla ne seguono altre, si capisce bene che alla fine la barchetta imbarcherà una tale quantità d'acqua, che alla fine la farà affondare. Ecco, io cerco di non affondare, tappo tanti buchi riferibili alla mia malattia; ma prima o poi (spero il più tardi possibile), dovrò anch' io capitolare, per il momento però cerco di destreggiarmi in questo groviglio di situazioni.
Poteva finire così senza qualcos' altro che venisse a intralciare le cure attuali? Certo che no... Dicevo che questo periodo duro a causa del Coronavirus, ha reso tutto più difficile. Ho fatto il trattamento delle lesioni alla testa, attraverso il trattamento di radiochirurgia Cyberknife, ai primi di febbraio, e già da tempo avrei dovuto fare una risonanza per verificare se il trattamento è andato a buon fine. Questa volta ho dovuto trattare 2 lezioni, e per di più nella mia testa era presente edema, faccio ormai da mesi il cortisone, per cercare di ridurre o togliere del tutto l'edema, ma se non posso ancora fare un esame preciso come la risonanza, non potremo mai capire come stanno andando le cose. Devo dire che il nostro ospedale oncologico, ha continuato a garantirci per tutto questo periodo; le cure salvavita e le urgenze. Tutto questo nella massima sicurezza per noi pazienti oncologici, e infatti, per il momento nessun contagio si è verificato nel nostro ospedale, e mi sento di ringraziare chi si sta adoperando con tanto zelo, affinché si possano gestire tante situazioni. Naturalmente ci sono dei rallentamenti rispetto a certi esami strumentali, ma sono convinta che poco alla volta si tornerà alla normalità e ai ritmi a cui siamo abituati. Ma perché ho intitolato il racconto odierno "Il braccio ballerino"?
Perché da un po' di tempo mi capita una cosa strana, che la prima volta che è accaduta ha provocato in me e mio marito, quasi panico, perché la prima volta che è successa, è avvenuta non certo in sordina; ma in maniera eclatante. Bisogna sapere che spesso le metastasi cerebrali provocano sintomi più o meno importanti in chi ha la sfortuna di ospitarle...
Questi sintomi possono manifestarsi come perdita d'equilibrio, disturbi della vista, formicolio e tanti altri. Ma non è detto. Ho avuto lesioni cerebrali quasi 3 anni fa, e però nessun sintomo, anche perché all'epoca non era presente edema; e dunque per me era senza dubbio una situazione più gestibile di questa odierna. Ora, da un po' di tempo, sento il braccio e la gamba sinistri, più deboli rispetto alla parte opposta. Se ad esempio cerco di prendere che so, una scodella, sento che non posso stringere con forza; e allora per fare in modo che la scodella non mi scivoli dalla mano sinistra; mi devo aiutare con la destra.
Il piede sinistro invece; all'improvviso si mette come a ballare, e se ad esempio, devo infilare la ciabatta che notoriamente è aperta, e non ha bisogno di aiuto per essere infilata, devo aiutarmi con la mano destra; devo in pratica prendere il mio piede, fermarlo, e indirizzarlo verso la ciabatta. Non posso più spogliarmi se non sedendomi, o poggiandomi a una qualche superficie, altrimenti rischio di cadere. Tutto questo mi crea com' è logico, ansia e timore, non mi fa presagire nulla di buono, e non è finita...
Circa un mese fa mi sono data molto da fare in casa, rispetto a quello che posso fare, e io mi conosco, se devo fare un certo lavoro, lo faccio bene, altrimenti lo lascio com'è! Dunque ho faticato tanto, e quando ho finito, il braccio sinistro ha cominciato a tremare, dapprima piano; poi più veloce. Me lo sono tenuta con l'altro braccio, ed è finita lì. Poi una sera ero seduta sul divano e leggevo un po', quando improvvisamente sento al braccio, lo stesso tremore della volta precedente. Inizia poi a farsi sempre più veloce e contemporaneamente tutta la parte sinistra del mio corpo comincia a tremare. Mio marito che mi dava le spalle, neppure si è accorto, allora lo chiamo, si volta verso di me e fa un balzo perché stava succedendo una cosa incredibile, il mio braccio letteralmente volava e sbatteva da una parte all'altra come un'elica impazzita. Mi sentivo vibrare tutta, ma il braccio sinistro era ingovernabile. Per qualche attimo ho pensato che fosse giunta la mia ora. Ero lucida, ma la sensazione che ho provato era bruttissima, non ho parole per far capire cosa provavo. Tremavo e vedevo il braccio che si alzava e sbatteva in ogni direzione facendo movimenti inconsulti. Avevo pochissima voce a quel punto, ma sono riuscita a dire a Elio, di bloccarmi il braccio e di massaggiarmelo. Per fortuna dopo un paio di minuti che mi sono parsi eterni, il braccio piano piano si è fermato, anche il corpo ha smesso di tremare, il braccio e la mano però sono ricaduti sul grembo e non avevano forza alcuna, erano completamente inermi. Poco alla volta è tornato tutto alla normalità, braccio e mano hanno preso la loro funzionalità, anche se come detto, sento tutta la parte sinistra del mio corpo, più debole rispetto all' altra. Questo fenomeno si è ripetuto altre 2 volte, il braccio se ne andava per conto suo, come animato da vita propria; ho cercato però di stare calma, ho iniziato a respirare piano e regolarmente, fino a che tutto è tornato alla normalità. Il medico di famiglia, contattato telefonicamente, pensa che tutto questo ballare del braccio sia dovuto ad affaticamento, mi ero data molto da fare quei giorni, ed era successo questo.
Io credo invece, e secondo me lo pensa anche lui, che abbia natura neurologica, ho informato la mia oncologa, e appena la vedrò discuteremo il da farsi. Certo, ci vuole la risonanza, altrimenti non potremo (anche se lo immaginiamo), capire cosa sta succedendo nella mia testa. Tutto questo è accaduto all'incirca un mese fa, non tutti in famiglia sono al corrente di questo, tanto non serve a nulla far preoccupare gli altri, se prima non si sanno cause, ed eventuali cure. Ho scritto di questo solo perché so che molte persone si trovano nella mia stessa condizione, e leggendomi possano riconoscersi e sperare come io spero, che si possa risolvere il tutto. Continuo a pensare che il cancro è perfido e cattivo, ti mette alla prova continuamente, e bisogna davvero avere e trovare tanta forza per cercare di contrastarlo e vincerlo. Vincerlo non è forse la parola giusta, credo che in certi frangenti non ci siano vincitori né vinti, si và avanti, cercando sempre di vivere con dignità il tempo che ci resta ancora!