

Dieci anni di cure
- di Redazione
- 2 Aprile 2019
- Rita, poesie e non solo
Torna l'appassionante appuntamento del martedì con l'amatissima Rita Meleddu
Al 19 del mese di marzo di quest'anno sono stati 10 anni esatti che ho varcato l'ingresso dell'Oncologico per curarmi. A dire il vero frequentavo l'ospedale già da 4 anni perché spesso accompagnavo mio padre, anche lui malato di cancro alla mammella, poi visto che mio padre era molto anziano e si affaticava ormai molto ogni volta che si recava a Cagliari, abbiamo pensato di farlo seguire in un ospedale più vicino a casa, dove è stato seguito benissimo. Purtroppo poi mio padre è deceduto, ma ha combattuto la malattia con grinta per 4 anni prima di cedere. Col cancro lo sappiamo bene non sempre si vince. Dicevo che sono ormai tantissimi anni che frequento il mio ospedale, quello che considero la mia seconda casa. Faccio un bilancio. Già per il semplice fatto che sono ancora viva è un bilancio positivo, ma quanto mi è costato. In tanti conoscete la mia storia e non è il caso di esporla di nuovo per filo e per segno, rischiando di annoiare (anche perché è piuttosto lunga e complicata) più del dovuto, chi legge. Farò un breve riepilogo. Quando scrivo della mia malattia non è per elencare tutte le terapie, o gli esami che ho fatto in tutti questi anni, non ho nessun record da battere, se ne scrivo è perché sono certa (ne ho riscontro) che quello che scrivo serve a qualche altra persona che si trova più o meno nella mia stessa situazione. Spesso ricevo messaggi privati di persone che vogliono sapere di una cura che ho fatto, piuttosto che di un'altra, di come ho reagito, se ha funzionato, che problemi mi ha dato ecc. Sono talvolta persone molto preoccupate, magari all'inizio del percorso di cura e quindi più impaurite. Mi chiedono consigli, capita persino che mi mandino da leggere le tac e le risonanze. Ora capisco subito quando c'è qualcosa che non va, ma poiché non sono medico, il mio parere conta meno dello zero, cerco sempre di incoraggiare e confortare ma il mio consiglio è sempre e solo uno, e cioè quello di non fasciarsi la testa prima di essersela rotta, ma cosa principale, aspettare il responso del medico curante e credere solo alle sue parole perché il medico parla con cognizione di causa, io non sono nessuno, non ho le conoscenze scientifiche, se le avessi sarei un'oncologa.
Torno a me. Ricordo che sono partita con un tumore al seno localmente avanzato (molto avanzato) ed ero inoperabile fin da subito. Ora sono pluri metastatica e vi assicuro che non è una bella cosa, ma con l'aiuto di chi mi ha preso in cura e delle terapie, sto andando avanti. Certo la malattia avanza, gli acciacchi si sommano ad altri acciacchi ma ci sono e vivo! Non potevo essere operata, vale la pena ricordare che a tutt'oggi nella lotta al cancro, l'intervento chirurgico insieme alla chemio e radioterapia quando servono è quello più auspicabile. Nel mio caso non era possibile fare l'intervento chirurgico, per fortuna ho potuto fare altre terapie. Ho cominciato con le chemio, nel corso degli anni ne ho cambiato e provato tantissime, e ancora la faccio, ho fatto in due diverse occasioni la radioterapia; la prima volta diretta al seno sinistro infiltrato dopo il destro dal tumore, la seconda volta fu per metastasi alla colonna. Prima ancora della radioterapia avevo fatto 2 crioablazioni al seno. Fu un successo, purtroppo il mio tumore si ripresentò poco tempo dopo, infiltrò la cute del torace e non fu più possibile fare un' altra o più (perché quando sussistono le condizioni si possono ripetere) crioablazioni. Dopo le crio feci come già detto la radio, associata all'ipertermia, per cercare di mettere un freno al tumore, ci riuscimmo benissimo con un ottimo risultato ma poi ancora una volta vinse il tumore che tornò più vigoroso di prima, prendendosi prima il seno sinistro (quello destro se l'era già preso) e infiltrando la parete toracica procurandomi una grande lesione che medico tutt'ora. Nel frattempo facevo anche terapia ormonale. L'ho fatta per 3 o 4 anni, poi lasciata perché aveva smesso di funzionare. Poteva già bastare e invece no, nel 2012 saltano fuori le metastasi alle vertebre con dolori atroci, faccio la radioterapia e a distanza di 3 anni dalle prime chemio, riprendo la chemio per l'appunto e ormai sono quasi 7 anni che faccio ininterrottamente la terapia. In questi anni come dicevo ho cambiato diversi tipi di chemio, ognuna di loro ha funzionato con me, purtroppo il mio tumore poi si abitua, oppone resistenza e bisogna cercare altre soluzioni (leggi chemio). Le chemio a mia disposizione stanno per finire, ma voglio sperare che qualcosa da fare ci sarà sempre.
In questi anni è stato un altalenarsi di periodi buoni, pochini a dire il vero, ad altri più duri. Nonostante le cure le metastasi non si sono fermate, hanno raggiunto il rene sinistro rendendolo escluso, dunque non funzionante, non contente hanno infiltrato anche il rene destro, salvato per mezzo del posizionamento di un catetere, poi sono arrivate al peritoneo causandomi problemi serissimi fino a poco tempo fa in quanto vomitavo quasi tutto ciò che mangiavo e facendomi diventare quasi uno scheletro. Un ulteriore cambio di chemio ha migliorato di molto la situazione, non sono certamente guarita ma se non altro posso mangiare nuovamente e ho ripreso peso. Potevo farmi mancare una metastasi alla testa? Certo che no, per fortuna è stato possibile eseguire un trattamento di radioterapia Ciberknife e per ora (perché mi fido poco di un tipo subdolo come il cancro) sembra morta e qui ci sta bene un bel:"pace all'anima sua!" Sorvolo su tante altre metastasi che ho disseminate in tutto il corpo, spero che la tac che farò tra alcuni mesi non ne mostri altre. Nel frattempo ho avuto anche una bella trombosi alla gamba sinistra e ancora ne pago le conseguenze. A causa dei dolori ormai continui e sempre più forti, ho iniziato 16 mesi fa la terapia del dolore con grande giovamento, stupida io che aspettavo e sopportavo. Ho riassunto molto la mia storia, certo è che sono stati lunghi anni di attese, di sofferenza, anche di gioia per certi versi, quasi mai di scoraggiamento e sempre questo ne sono sicura, di speranza. Credo che la speranza non mi abbandonerà mai e vorrei che non abbandonasse mai nessuno. Se scrivo della mia storia, in fondo banale e simile a molte altre è solo per far capire a chi si è ammalato, vede tutto nero e non vede una via d'uscita, che anche col cancro si vive. Poi certo molto tocca a noi. Ci aiutano i medici, gli infermieri, ci aiuta la fede, ci aiuta la famiglia, gli amici, chi ci vuole bene, ma la forza principale può venire solo da noi, se ci buttiamo giù, se facciamo prevalere i cattivi pensieri, allora tutto è vano. Forza dunque a tutti. Crediamo sempre che il domani sarà migliore dell'oggi.