

Controlli, controlli e ancora controlli
- di Redazione
- 16 Luglio 2019
- Rita, poesie e non solo
Arriva un altro emozionante racconto per la rubrica "Rita, poesie e non solo" curata dalla magica Rita Meleddu
I controlli sono una costante nella malattia. Non si può fare in tempo a gioire per un controllo, o un esame andato bene, che si è di nuovo sotto torchio, nuovi esami che potrebbero mandare all'aria speranze che non hanno neppure fatto in tempo a concretizzarsi. Domani ho gli esami cardiologici, sono indispensabili in quanto faccio alcune terapie, in particolare l'Herceptin che possono arrecare danni al cuore. Si può ben capire che se si guasta il motore che muove il nostro corpo, si guasta tutto e tutto ne risente. Faccio l'Herceptin da ormai 10 anni e finora grazie a Dio non ho avuto danni cardiologici e ho sempre potuto fare le terapie, vediamo domani quale sarà il responso dei cardiologi. Intanto bisogna vedere se si riesce a fare gli esami. A causa della ben nota lesione toracica, è sempre più difficile fare certi esami strumentali, come l'elettrocardiogramma e l'ecocardiogramma. Credo che ormai mi temano in cardiologia quando mi presento, perché è davvero difficile riuscire nell'intento e ogni volta si mettono quasi le mani dei capelli, però finora anche usando vari accorgimenti gli operatori che mi seguono, sono riusciti sempre a farmi questi esami.
Ogni volta che riescono mi sento sollevata, se il cuore funziona mi danno l'ok per continuare le mie terapie che per me sono vita. Non è un modo di dire, ormai posso solo sperare che il mio cuoricino regga tante cure e tanta fatica e che i medici riescano a scovarlo. Dovete sapere che avendo la pelle del torace per buona parte lesionata, purtroppo essudante, delle volte sanguinante, e quando si ci mette lo fa di brutto, ho una vasta medicazione che impedisce di posizionare gli elettrodi per fare un elettrocardiogramma decente, ma peggio, ormai è quasi impossibile fare un'eco. Il mio cuore non si vede più, gioca a nascondino come scrissi in un'altra occasione, la lesione è esterna, ma il tumore è anche interno. In pratica è come se avessi una placca grande e spessa, applicata al torace. Dentro ci deve essere uno scempio, tra tumore e esiti di cure varie, quindi presenza di tessuto cicatriziale, non si riesce a vedere nulla. Il cuore proprio non si vede. E questo è un problema. L'altro, dove posizionare la sonda? Non certo sul torace per ovvie ragioni, come si può passare una sonda sulla pelle viva? Si cerca allora di poggiarla e premere sotto lo sterno, oppure su un fianco con la speranza che si riesca a vedere qualcosa. Fino ad oggi pur non vedendo il cuore, i cardiologi (bravissimi) sono riusciti da quel pochissimo che vedono a valutare la forza del cuore. Ecco analizzando i parametri fino ad oggi hanno potuto vedere che il mio cuore è forte e io posso continuare le mie cure, quelle poche ormai che ho a disposizione.
Speriamo che anche domani vada così e il mio cuoricino si faccia vedere, anche un pochino e non mi tradisca. E questo per quanto riguarda il cuore. Avrò poi a breve una risonanza magnetica al capo, serve per capire se la metastasi che avevo all'encefalo e che è stata trattata con una seduta di radio Cyberknife, è veramente scomparsa come rivela la TAC di maggio, e non ve ne siano altre di nuova formazione (scusate ma qui faccio gli scongiuri). Certo la tac dice che la testa è pulita, ma sebbene non siano passati neppure 2 mesi dalla TAC, si sa che il tumore fa in fretta ad andare in metastasi e poiché il tumore è il tipo più inaffidabile e subdolo che io conosca, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Temo la risonanza, "per l'esito?" direte voi, come sarebbe logico, temo anche quello naturalmente, ma anche se sembra assurdo, temo più l'esame in sé stesso. Non è la prima volta che la faccio, ne ho fatto diverse, ma l'ultima volta stavo per andare in panico. L'essere dentro a un tubo, con una sorta di maschera che ti blocca la testa è fortemente ansiogeno e claustrofobico anche se non succede nulla, si può respirare liberamente, ma il cervello che deve sempre mettere zizzania e demolire tutte le tue certezze, ti dice che non è naturale stare sdraiata dentro un tubo, e che non puoi respirare bene. È una guerra tra la razionalità e la paura innata che ha l'essere umano di trovarsi in un luogo costretto, e la mancanza d'aria.
L'ultima volta mi sono concentrata con tutte le mie forze, non volevo assolutamente suonare quel campanello che tenevo in mano e che serve a bloccare l'esame. Che vantaggio ne avrei avuto? Ero lì dentro da almeno una mezz'ora, se mi avessero tirata fuori, mi ci avrebbero rimesso dopo aver cercato di calmarmi e avrei dovuto rifare tutto daccapo, oppure rinunciare all'esame. Con grande sforzo di volontà sono riuscita a fare l'esame e spero di riuscire anche stavolta. Il bello è che sembro la più tranquilla del mondo, come ho già detto ho fatto più volte la risonanza e non sono mai andata in escandescenze, né spaccato tutto, ma mai dire mai, se tra un paio di giorni la risonanza non dovesse funzionare, perché demolita, sapete chi è il colpevole.
Ad ogni modo vi terrò informati sui miei esami, fate il tifo per me e entrate tutti con me in risonanza, c'è posto per tutti, solo non fate casino vi prego, che sennò ci cacciano via. Comunque a breve vi racconterò le mie prime risonanze al seno e vi prometto che sebbene si parli di un argomento serio, ci sarà da ridere.