

Col buio si va in ospedale cantando le canzoni di Zucchero
- di Redazione
- 30 Ottobre 2018
- Rita, poesie e non solo
Ritorna l’appuntamento del martedì con la rubrica curata dalla nostra magica Rita Meleddu.
Quando ci tocca la giornata ospedaliera ci alziamo prestissimo e prima delle 5 stiamo partendo. Quindi sempre col buio pesto. All'arrivo in reparto per prima cosa si prende un numeretto. Per un certo periodo ho persino conservato il numeretto che serve per seguire un ordine d'arrivo e accedere così alle varie prestazioni. Tenevo i numeretti ben conservati in una scatolina e ogni tanto li contavo. Poi un giorno di tanti anni fa li ho buttati. In effetti non mi servivano a nulla ma era per avere in qualche modo un conteggio dei giorni trascorsi in ospedale. Non tengo più il conto ma sono sicura che ho fatto qualcosa come 300 accessi in ospedale nel corso degli anni. Non necessariamente solo in dh, anche negli altri reparti. Li ho visitati quasi tutti. Ho fatto una marea di ecografie, radiografie, tac, pet, risonanze ed esami vari. Qualcuno può pensare che stia facendo la lista della spesa, anzi qualche volta è stato pure detto in tono sprezzante, ma non è la lista della spesa, è la mia vita racchiusa in decine e decine di fogli e documenti. Prima parlavo spesso di quante chemio e quante linee di chemio avessi fatto. E purtroppo faccio tutt'ora. Ma anche lì c'era chi aveva da dire sul mio elenco. Spesso chi parlava tanto per dare fiato alla bocca o ai polmoni era chi di chemio per sua fortuna no ne aveva fatto mai neppure una e quindi avrebbe fatto più bella figura a stare zitta, non sapendo neppure di cosa parlava, ma si sa, tutti si sentono in dovere di mettere becco nelle faccende altrui. Pensassero alle loro. La vita è così breve. Anche la vita più lunga dura il tempo di un fiato rispetto all'eternità e allora perché farsi il sangue amaro o impicciarsi della vita degli altri. La mia vita è abbastanza tribolata che basta e avanza. Ci manca solo che vada a mettere il naso nelle vite altrui. Quando do un consiglio è perché mi viene richiesto. E devo dire che tantissime persone mi scrivono, in privato naturalmente, per farmi partecipe della loro vita. Non è mica una colpa essere simpatica a qualcuno. Molte volte mi fanno un complimento per come affronto la malattia, quasi con leggerezza, ma è il mio modo di vedere le cose, altre mi chiedono un consiglio vista la mia lunga esperienza. Non do mai consigli avventati. Non sono un medico e so bene che si può cagionare danno alle persone dando consigli anche in buona fede ma che appunto possono recare danno. Al massimo posso consigliare una Tachipirina ma neanche quella. Per i consigli medici ci sono per l'appunto i medici. Però se mi vengono chieste informazioni, notizie sulle cure fatte fino ad oggi e che sono ormai veramente tante, certo che rispondo, sempre specificando che una tal cura può andare bene per me ma non per un' altra. Tutto è soggettivo.
Poi dire una buona parola a chi in quel momento sta male, dare una speranza, perché lo ripeterò sempre, nessuno deve arrogarsi il diritto di togliere la speranza a qualcuno. Chi sono io per farlo? Nessuno!! È pur vero che la mia situazione è critica e non posso mettermi il prosciutto negli occhi per non vedere. Magari fosse così facile. Mi è stato consigliato di non parlare della mia malattia perché le persone si spaventano. Non è vero, perché ho appunto riscontro dai tantissimi messaggi che ricevo, faccio così tanta paura più del lupo mannaro? C'è subito la soluzione. Non leggete più la mia rubrica su "Mai più sole , ma leggete Topolino, lo dico seriamente, ho letto Topolino per tantissimi anni, fa svagare la mente ed è divertente. Non è necessario né imposto dalla legge, seguire le peripezie di una sfigata, che sarei io!!. Ora non so perché mi sono incartata in questo discorso. Il titolo parla d' altro.
Dicevo all' inizio che ormai da quasi 10 anni partiamo col buio. Ci alziamo prima delle 4 e talvolta come capita credo a molti non dormiamo in quelle poche ore che siamo rimasti a letto. Capita dunque che soprattutto in inverno col tepore che sviluppa il riscaldamento della macchina, l'abitacolo diventa un nido accogliente e mi coglie l'abbiocco dopo pochi chilometri percorsi. La mia testa allora ciondola da una parte all'altra e quando mi sveglio sono tutta indolenzita. Recentemente mio marito, sempre molto atrento ai miei bisogni, mi ha comprato un cuscinetto fatto a forma di ferro di cavallo che si adopera anche quando si viaggia in aereo o comunque quando serve. Non ci crederete, è utilissimo e comodo. Mi sostiene la testa, non ho più dolori al collo e mi faccio certe dormite...
Quindi si può ben capire che Elio che ironicamente mi chiama "Il mio navigatore", è come se viaggiasse da solo. Io sono solo un peso per lui. E non gli sono di nessun aiuto. Ma per caricarmi di buon mattino, anche in previsione delle notizie nefaste che talvolta ricevo in ospedale, e anche per tenere Elio ben sveglio, non appena saliamo in macchina, inserisco nello stereo il cd di Zucchero e vai che ce n'è... Non avete idea delle urla disumane che emetto. Comincio a cantare, si fa per dire, a squarciagola mentre Elio guida senza battere ciglio. Ho sempre paura che questa sua impassibilità nasconda in realtà qualche progetto segreto. Credo che un giorno o l'altro mi ritroverò col sedere fuori dalla macchina. E non gli potrei neppure dare torto. La pazienza ha un limite. Ma qual è la cosa più strana che accade?
Mentre appunto canto tutte le canzoni di cui a distanza di anni sbaglio ancora le parole, vengo improvvisamente colta come appunto dicevo dall'abbiocco. Mi addormento di colpo, vado come in trance, poi senza apparente motivo mi sveglio e mi accodo a Zucchero e ripiglio a cantare come se nulla fosse. È inquietante! All'improvviso è capace che attacco: "Gloria nell'alto dei cieli", oppure: "Bacco perbacco ecco cos' è..." ecc. Giuro che in quel momento sembro Linda Blair dell'esorcista. Ci manca solo e non è detto che non capiterà visto la piega che ha preso la malattia, che vomiti come faceva lei e abbiamo toccato il fondo. La cosa incredibile è che Elio non si scompone mai. Io urlo all'improvviso e credetemi mi faccio spavento da sola, lui si gira leggermente verso di me e sorridendomi dice: "Ci sei?" Che dire di un uomo così? Santo subito!