(Hospice)

(Hospice)

  • di Redazione
  • 26 Novembre 2020
  • (Parole tra parentesi)

Ritorna l’introspettivo appuntamento bisettimanale del giovedì con la rubrica curata dalla nostra cara amica Monica Badas che ci regala una riflessione sull' Hospice 

E’ una parola inglese, derivante dal termine latino "hospitium", che da noi viene tradotta come "luogo di accoglienza". Ho sempre avuto timore di entrare in questa struttura perché l’associavo al luogo "dell'ultimo saluto" o "dell’accompagnare" un amico o un familiare che non potesse più tornare a casa. Dopo la malattia e il saluto a tante amiche mi terrorizzava ancor di più pensare di entrarci. Un giorno, per caso, mi viene proposto come operatrice shiatsu di far parte dei volontari. Immaginatevi il mio terrore dipinto sul viso! Rimuginando tra me e me la risposta, la mia bocca dice "sì" d’istinto e, nel momento in cui realizzo, il gioco era fatto: il sì era stato pronunciato. Dopo alcuni anni di volontariato, ahimè interrotto per il COVID, posso ammettere che mi manca tanto il profumo delle torte in forno appena arrivi al secondo piano, il sorriso del personale e dei volontari, i racconti degli ospiti, gli occhi profondi di chi si attacca alla vita, ma che con estrema serenità aspetta, il "grazie" delle famiglie che riempie il cuore. L’ hospice è un luogo caratterizzato dall’Amore, dalle confidenze, dall’incrocio di sguardi che non si sono mai incrociati, luogo di riflessione, di dignità, di cure che accompagnano e non si accaniscono, di parole pronunciate, di distanze abbattute, di lacrime lasciate andare. In questi ultimi anni in occasione del Natale ho sempre dedicato un pochino del mio tempo alla realizzazione di piccoli regali artigianali da donare agli ospiti della struttura di Cagliari per far sentire la magia del Natale. Per questa Festa della Natività non sarà possibile dato che l’attuale periodo, difficile per tutti, aumenta le distanze. E allora cosa faccio? Grazie alla collaborazione delle amiche di Mai Più Sole, che ancora una volta sposano le mie bizzarre proposte, abbiamo deciso di realizzare e vendere le borse del grano, il cui ricavato sosterrà i progetti di Mai Più Sole.

La una borsa del grano è un’ alternativa a quella dell’acqua calda usata da bambini. Le borse vengono riempite di grano ripulito e cotto, i sacchetti di stoffa vengono cuciti, riempiti, confezionati e poi ... basta un microonde per riscaldarle e abbracciarle per sentire quel "calore" che oggi sembra così lontano. Affondo le mie mani nel grano caldo, il profumo aleggia in casa e immagino l’ energia di un abbraccio, la stretta di mano, le carezze. Per me non esiste Natale se non tendendo la mano a chi è in difficoltà.