(Businco)

(Businco)

  • di Redazione
  • 29 Ottobre 2020
  • (Parole tra parentesi)

Ritorna l’appuntamento con la rubrica bisettimanale (Parole tra parentesi) curata da Monica Badas che ci regala, tra riflessioni ed emozioni, un racconto dedicato al Businco

Ospedale oncologico di Cagliari. L’ospedale per me è un luogo in cui si curano storie. Ognuno di noi ha infatti la sua storia, il suo percorso, le sue emozioni, le sue tristezze, le preoccupazioni ma anche le proprie vittorie. Ogni paziente non è solo un individuo da curare, ma una persona da ascoltare, accogliere e supportare. La mia storia inizia a giugno 2014 quando per caso scopro di avere un piccolo nodulo al seno e decido di fare un’ ecografia. Dopo l’eco hanno fatto seguito la mammografia, l’agoaspirato, l’intervento, la diagnosi confermata di tumore, la chemioterapia, la radioterapia e per concludere 5 anni di Enantone e Tamoxifene. Solo a scrivere questo elenco mi vengono i brividi. Eppure quando torno in questo ospedale, oltre alle persone, vedo storie, riavvolgo il nastro della mia e mi ritrovo al secondo piano, al settimo, al quinto e poi nel reparto di radioterapia. Penso al tempo trascorso in questo posto, alle attese, ai "drink colorati" infusi, al rientro a casa, alla nausea, ai valori ballerini, alle pastiglie e alla puntura mensile in un ciclo continuo e costante che si ripete più o meno simile da più di 5 anni. Arrivi anche a sentire questo luogo "casa" talmente diventa familiare. Percorri la struttura muovendoti con sicurezza e scioltezza, riconosci i visi e i sorrisi. L’ospedale è luogo di "speranza", in molti casi di guarigione, perché ognuno di noi ripone nelle cure la voglia di farcela. C’è, però, anche tanta ansia ogni volta che ti accomodi sulla sedia blu. Il cuore inizia a battere forte, attendi il tuo turno e quando ti accomodi di fronte all’oncologo ascolti. Ascolti il medico che inizia a sfogliare il tuo bel fascicolo, ricostruisce la tua storia scritta nero su bianco e tu annuisci ripercorrendo mentalmente ciò che è stato. Ognuno di noi attende belle notizie. Oggi sono seduta, dopo 14 mesi, sulla poltroncina blu. Attorno a me tante persone a debita distanza, il cuore batte forte ancora una volta e lo stomaco si chiude in attesa di belle notizie. Sapete una cosa ? La bella notizia è arrivata. Ora assaporo incredula la fine della terapia ormonale dopo quasi sei anni. In questi corridoi ho imparato a vivere la vita cogliendo il presente e ora assaporo questo attimo di felicità con un bel pianto e il cuore pieno di gioia.