Tumore della cervice, isterectomia semplice nuovo standard di cura nei casi in stadio precoce e a basso rischio

Tumore della cervice, isterectomia semplice nuovo standard di cura nei casi in stadio precoce e a basso rischio

  • di Redazione
  • 21 Giugno 2023
  • Italia ed estero

La semplice isterectomia combinata e la dissezione linfonodale pelvica può essere sufficiente per curare le donne con un tumore del collo dell'utero in stadio iniziale e a basso rischio, e ovviamente garantisce una migliore qualità della vita. Questo è quanto si evince dai i risultati dello studio di fase 3 SHAPE, un ampio trial clinico internazionale presentato durante il meeting annuale dell'American Society of Clinical Oncology (ASCO), a Chicago.

Con un follow-up mediano di 4,5 anni, il tasso di recidiva pelvica a 3 anni è risultato simile nel braccio sottoposto all’isterectomia semplice e in quello sottoposto all’isterectomia radicale: 2,5% contro 2,2%. Questo risultato è stato ottenuto a fronte di un minor numero di complicanze chirurgiche urologiche intraoperatorie e di problemi vescicali a breve e lungo termine nelle pazienti sottoposte alla procedura semplice.

«Questi risultati sono importanti perché dimostrano, per la prima volta, che l'isterectomia semplice è un'opzione sicura per pazienti accuratamente selezionate con tumore del collo dell'utero in stadio iniziale, a basso rischio», ha dichiarato Marie Plante, Professore presso il Department of Obstetrics and Gynaecology della Laval University, in Quebec (Canada). «Questo studio probabilmente cambierà la pratica, in quanto il nuovo trattamento standard per le pazienti con malattia a basso rischio sarà l'isterectomia semplice invece dell'isterectomia radicale» ha dichiarato la sperimentatrice.

Il cancro del collo dell'utero è il quarto tumore più diagnosticato e la quarta causa di morte per cancro nelle donne. Negli Stati Uniti circa la metà delle donne (il 44%) affette da cancro del collo dell'utero riceve una diagnosi di malattia in fase iniziale, e una percentuale significativa soddisfa i criteri di basso rischio. Se il tumore è individuato in fase iniziale, il tasso di sopravvivenza a 5 anni per il cancro cervicale invasivo è del 92%.

Lo studio SHAPE rappresenterebbe una svolta che garantirebbe un approccio chirurgico personalizzato e meno invasivo in quanto attualmente la cura standard per le donne con carcinoma della cervice in fase iniziale e a basso rischio consiste nella dissezione dei linfonodi pelvici e nell’isterectomia radicale (per coloro che non desiderano preservare la fertilità) oppure nella trachelectomia radicale, detta anche cervicectomia, in cui si ha la rimozione della cervice ma l'utero viene conservato (per le donne che desiderano, invece, preservare la propria fertilità).

L'isterectomia radicale consiste nella rimozione dell'utero, della cervice, della parte superiore della vagina e del tessuto che circonda la cervice, mentre con l’isterectomia semplice vengono rimossi solo utero e cervice. L'asportazione dei linfonodi pelvici è, invece, parte integrante di entrambi i tipi di intervento, così da eliminare la presenza di metastasi linfonodali (con o senza mappatura del linfonodo sentinella). Entrambe le procedure, semplice e radicale, possono essere eseguite mediante un’ampia incisione aperta nell’addome (laparotomia), o con incisioni più piccole (laparoscopia).
L’isterectomia radicale causa, purtroppo, un maggior numero di effetti collaterali come emorragie, lesioni vescicali e ureterali, disfunzioni vescicali e intestinali, oltre ad avere potenziali impatti sulla qualità della vita e sulla sfera sessuale della paziente.

«Per le pazienti con carcinoma della cervice in stadio I che possono essere sottoposte a intervento chirurgico, l'isterectomia radicale ha rappresentato lo standard di cura per decenni e la possibilità di eseguire un intervento meno radicale è stata a lungo messa in discussione per il potenziale impatto negativo sulle chance di cura», ha dichiarato Kathleen N. Moore, dello Stephenson Cancer Center di Oklahoma City e esperta dell’ASCO. «Lo studio SHAPE conferma che, in pazienti accuratamente selezionate, l'intervento chirurgico può essere eseguito in modo sicuro con un’isterectomia semplice, senza impattare sugli outcome, e inaugura un nuovo approccio chirurgico più personalizzato per le donne con una diagnosi di cancro cervicale in fase iniziale», ha aggiunto la professionista.

La Plante spiega che il prossimo passo sarà verificare i dati relativi alla qualità della vita e alla sfera sessuale delle pazienti e condurre un'analisi di costo-efficacia e utilità dell'isterectomia radicale rispetto a quella semplice e cercare di identificare i fattori di rischio associati alle recidive in studi futuri.