Tumore al seno, un nuovo farmaco riduce i rischi da metastasi e recidive

Tumore al seno, un nuovo farmaco riduce i rischi da metastasi e recidive

  • di Redazione
  • 26 Luglio 2023
  • Italia ed estero

Un nuovo farmaco promette una maggiore protezione dalla ricaduta della malattia se utilizzato soprattutto quando ci si trova nelle fasi iniziali del tumore al seno.

La novità arriva dagli Stati Uniti e la cura è già disponibile anche in Italia grazie all'Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) che lo ha inserito nella lista dei farmaci rimborsabili.

Sono stati 5.637 i pazienti della sperimentazione americana con un carcinoma mammario sensibile agli ormoni i quali avevano caratteristiche ben definiti di malattia. Assieme alle terapie già esistenti, le pazienti affette dal tumore sono state trattate con abemaciclib per due anni con risultati sorprendenti.

La possibilità di sviluppare una recidiva è scesa del 35% e la sopravvivenza senza l'invadenza della malattia dopo quattro anni è arrivata all'85,5%, sette punti percentuali in più rispetto a chi veniva trattato soltanto con ormonoterapia.

Questo farmaco viene già rimborsato dall'Aifa dal 2019 per tutte le donne che presentano uno stadio di carcinoma della mammella avanzato e con presenza di metastasi associato ad altre terapie.

La notizia più importante sulla conferma dell’utilità del farmaco è però arrivata dal Congresso di oncologia di Chicago di alcune settimane fa. In corso d'opera, questo studio (chiamato monarchE) era stato pubblicato a dicembre scorso su The Lancet con i primi promettenti risultati che si erano ottenuti fino a quel momento con i ricercatori che scrivevano come "l'abemaciclib adiuvante più la terapia endocrina hanno precedentemente mostrato un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da malattia invasiva e della sopravvivenza libera da recidiva a distanza nel carcinoma mammario in fase iniziale positivo al recettore ormonale".

Ai vari aggiornamenti del follow up dello studio monarchE "si è osservato non soltanto il mantenimento della riduzione del rischio di recidiva ma addirittura un aumento di questo effetto", ha sottolineato Valentina Guarneri, Ordinario di Oncologia Medica e Direttore della Scuola di Specializzazione in Oncologia Medica presso l'Università di Padova. "La riduzione del rischio di metastasi a distanza è un aspetto assolutamente rilevante, perché sappiamo che è ciò che maggiormente condiziona la prognosi di queste pazienti; quindi, quello che ci aspettiamo è che questo trattamento riesca ad aumentare la proporzione di pazienti guarite".