Tumore al seno: sconfiggere la malattia tutelando la fertilità delle donne

Tumore al seno: sconfiggere la malattia tutelando la fertilità delle donne

  • di Redazione
  • 14 Novembre 2022
  • Italia ed estero

L'oncologa Lucia Del Mastro, direttore della clinica di oncologia medica, coordinatrice della breast unit del Policlinico San Martino, Università di Genova e ricercatore Airc, è stata premiata dal presidente della Repubblica Mattarella in occasione dell’apertura dei Giorni della Ricerca di Fondazione AIRC "per aver identificato un efficace trattamento per la terapia medico-oncologica di giovani pazienti affette da tumore mammario e un nuovo metodo di preservazione della fertilità che, entrati nelle linee guida internazionali, hanno apportato un significativo miglioramento in termini di sopravvivenza e di qualità della vita"

Nell’ultimo trentennio la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di un tumore al seno in Italia è cresciuta dal 78 all’88%. "Grazie alla ricerca oggi c’è un’accelerazione incredibile soprattutto per quando riguarda i nuovi farmaci. È stato un processo veramente straordinario rispetto a quando abbiamo iniziato gli studi sul tumore al seno", ha spiegato la ricercatrice.

"Dopo la chemioterapia sappiamo che ci può essere una perdita della funzione ovarica come effetto tossico, con effetti sulla fertilità. Avevamo ipotizzato che, se somministriamo un farmaco che mette a riposo le ovaie, queste vengono rese resistenti agli effetti tossici della chemioterapia. Al trattamento nelle donne più giovani in genere associamo anche il prelievo degli ovociti con il loro congelamento", ha indicato la Del Mastro che per questo ha ricevuto il premio biennale per la ricerca 'Guido Venosta'.

Il tumore al seno è una malattia causata dalla moltiplicazione incontrollata di alcune cellule della ghiandola mammaria che si trasformano in cellule maligne e acquisiscono la capacità di staccarsi dal tessuto che le ha generate per invadere quelli circostanti e, col tempo, anche organi più lontani. Il tumore della mammella resta la neoplasia più frequente in Italia e la prima causa di morte per tumore nelle donne. Esistono numerosi tipi di tumore del seno e sono diversi anche i possibili metodi utilizzati per classificare queste malattie. Nella maggior parte dei casi si tratta di carcinomi, ovvero di tumori che prendono origine da cellule epiteliali.

In generale è possibile ridurre il proprio rischio di ammalarsi aderendo ai programmi nazionali di screening e assumendo comportamenti salutari, come per esempio mantenere un peso nella norma, svolgere attività fisica, evitare il consumo di alcolici e alimentarsi con pochi grassi e molti vegetali. Anche allattare i figli aiuta a combattere il tumore del seno, perché l'allattamento consente alla cellula del seno di completare la propria maturazione e quindi di essere più resistente a eventuali trasformazioni neoplastiche.

In genere le forme iniziali di tumore del seno non provocano dolore. Eventuali noduli palpabili o addirittura visibili sono invece in genere segni di una forma tumorale già avanzata. Il cancro del seno viene diagnosticato prevalentemente attraverso esami cosiddetti di "diagnostica per immagini", in particolare la mammografia e l'ecografia mammaria: la scelta di quale dei due esami utilizzare dipende da diversi fattori, tra i quali l’età. In alcuni casi specifici (per esempio di fronte a mammelle molto dense o a lesioni difficili da classificare) è possibile ricorrere anche alla risonanza magnetica. L'eventuale identificazione di noduli o formazioni sospette porta in genere il medico a consigliare una biopsia, che può essere eseguita in un ambulatorio di senologia diagnostica con un prelievo mediante un ago inserito nel nodulo. La donna ha un ruolo attivo e di primo piano nella diagnosi precoce del tumore al seno: è importante infatti conoscere il proprio seno e segnalare al medico eventuali alterazioni della forma del capezzolo, perdite da un capezzolo solo e cambiamenti della pelle o della forma del seno. Anche un ingrossamento dei linfonodi ascellari potrebbe rappresentare un campanello d’allarme.

La scelta del percorso terapeutico dipende da diversi fattori, tra i quali le condizioni del paziente, le caratteristiche molecolari e di diffusione della malattia e molto altro ancora. La maggior parte delle donne con un tumore del seno viene sottoposta a un intervento chirurgico per rimuovere i tessuti malati. Se possibile si ricorre alla chirurgia conservativa, ovvero a interventi chirurgici che mirano a "salvare" il seno, rimuovendo solo la parte in cui si trova la lesione. La chirurgia ha un ruolo importante anche nel determinare la diffusione della malattia ai linfonodi ascellari. Asportando e poi analizzando i cosiddetti linfonodi sentinella, ovvero i primi linfonodi ascellari ai quali si può diffondere la malattia, i medici sono in grado di individuare l’eventuale presenza di cellule tumorali in tali linfonodi e definire così se sia necessario procedere alla rimozione completa o parziale di tutti i linfonodi ascellari (linfadenectomia o "svuotamento ascellare"). La radioterapia adiuvante (effettuata dopo l’intervento chirurgico) viene utilizzata allo scopo di proteggere la restante ghiandola mammaria sia dal rischio di recidiva locale sia dalla comparsa di una nuova neoplasia mammaria. La chemioterapia è utile, ma non sempre è necessaria, e viene prescritta dopo una valutazione personalizzata delle caratteristiche di ogni caso. 

Rai e Fondazione Airc come sempre sono unite contro il cancro. Dal 6 al 13 novembre 2022 torna la campagna d’informazione "I Giorni della Ricerca" che coinvolge tv, radio, web e social. Grazie al numero solidale 45521 si potranno raccogliere donazioni da investire in progetti innovativi per la cura del cancro e in programmi di formazione e specializzazione per i giovani talenti della scienza del nostro Paese.